Fra una settimana, giovedì 20 novembre, Papa Francesco, in occasione della Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione (ICN2 – 19/21 novembre) farà visita, in Roma, alla sede dell’Organizzazione dell’ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) che insieme con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono le agenzie responsabili di questo rilevante incontro intergovernativo dedicato al tema: “Migliore nutrizione, migliore vita” (better nutrition, better lives).
Per quanto dirà il Papa già esiste un notevole interesse tra le delegazioni governative che cominciano ad arrivare a Roma, tra cui alcuni sovrani (come la Regina Letizia di Spagna), numerosi Capi di Stati e di Governo e decine di Ministri, ma anche tra centinaia di giornalisti che copriranno l’evento. L’ICN2 si realizza a 22 anni di distanza dalla prima conferenza alla quale rivolse la sua autorevole parola s. Giovanni Paolo II (il 5 dicembre 1992). Oltre al Papa sono stati confermati gli interventi di Letsie III, re del Lesotho, del Premier del Bangladesh Sheikh Hasina, Melinda Gates e Jeffrey Sachs.
Papa Francesco sarà il quarto Pontefice a recarsi in visita alla Fao e ciò conferma la rilevanza che la Chiesa Cattolica, la Sede Apostolica, ha sempre attribuito a quest’Organizzazione. Paolo VI visitò la FAO il 16 novembre 1970 in occasione del 25.mo dell’Organizzazione. Poi Giovanni Paolo II fece tre visite: 12 novembre 1979 (20.ma Conferenza dell’Organizzazione), 5 dicembre 1992 (ICN1), 13 novembre 1996 (Vertice mondiale sull’alimentazione) e, infine, Benedetto XVI il 16 novembre 2009 (Vertice Mondiale sulla sicurezza alimentare e 36.ma Conferenza generale).
IL PAPATO E LA FAO
I Papi, fin dalla nascita della FAO (1945), in diversi modi e a più riprese hanno sempre manifestato nel loro magistero e nei loro gesti pastorali una grande stima per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. La FAO è l’istituzione specializzata del sistema ONU alla quale i Papi hanno indirizzato più messaggi, ormai decine, e al tempo stesso è quella dove si sono recati più volte per testimoniare anche fisicamente una vicinanza spontanea, immediata e naturale. Infatti, quella del 20 novembre prossimo, è la sesta visita di un Papa alla sede della FAO da quando lo fece, per la prima volta, Paolo VI 44 anni fa. Questa simpatia e vicinanza però viene da lontano.
Poco dopo la nascita ufficiale dell’Organizzazione, Pio XII rivolse un Radio-messaggio ai suoi membri rilevando l’importanza del suo ruolo e le tante speranze che suscitava.(1) “Ci piace riconoscere ed elogiare – diceva Pio XII ai delegati ospiti in Vaticano – l’ampiezza di vedute che ha ispirato l’Organizzazione delle Nazioni Unite e che ha disegnato il piano del vostro organismo specializzato nell’alimentazione e nell’agricoltura”. Dopo aver ricordato l’importanza dello sforzo congiunto di tutte le Nazioni “per dare sollievo e benessere ai meno abbienti”, il Papa metteva l’accento sul fatto che “l’equilibrio della produzione e la distribuzione dei prodotti agricoli” aiutando a “promuovere il progresso economico generale” servono per “affrancare le Nazioni dall’angoscia della carestia e dall’umiliazione del dover elemosinare”. Evidenziando infine la complementarietà tra “dottrina sociale cattolica e la dottrina sociale naturale”, Pio XII concludeva ricordando che la Chiesa, come voluto dal suo Fondatore e Capo, “nutre una compassione profonda e amorevole per l’immensa folla che patisce la fame”.
Nel 1961, nell’Enciclica Mater et Magistra, Giovanni XXIII scrive: “È ovvio che la solidarietà umana e la fraternità cristiana domandano che tra i popoli si instaurino rapporti di collaborazione attiva e multiforme; collaborazione che permetta e favorisca il movimento di beni, capitali, uomini, allo scopo di eliminare o ridurre gli accennati squilibri; ma su tale argomento torneremo più diffusamente in seguito”. Poi, il Papa rileva: “Vogliamo però qui esprimere il nostro sincero apprezzamento per l’opera altamente benefica che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) svolge, per favorire tra i popoli intese feconde, per promuovere l’ammodernamento delle colture soprattutto nei paesi in via di sviluppo, per alleviare il disagio delle popolazioni che scarseggiano di alimenti”.(2)
Il 23 novembre 1963, Paolo VI, parlando ai partecipanti alla XII Conferenza internazionale della FAO ricordò la sua vicinanza all’Istituto Internazionale per l’Agricoltura che dalla sua “modesta sede in Villa Borghese”,(3) con il passare del tempo, riuscì a diventare la FAO “percorrendo una strada che ha portato ai magnifici sviluppi che conosciamo di oggi”. Nell’Enciclica Populorum Progressio, Paolo VI, al numero 46 ricorda l’importanza la “campagna contro la fame, lanciata dall’Organizzazione internazionale per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO)”, ribadisce l’incoraggiamento della Santa Sede e mette in evidenza il modo generoso con cui stata accolta dal mondo cattolico, in particolare dalla Caritas. Il dramma della fame e il bisogno di accrescere costantemente gli sforzi di tutti, settore pubblico e privato, per combatterla attraversa l’intero magistero sociale di Paolo VI e su questa questione il Papa ha richiamato sempre l’attenzione, in particolare negli 11 Messaggi per la Giornata mondiale della pace dal 1968 sino al 1978.
Da parte sua, Giovanni Paolo II, fin dall’inizio del suo pontificato manifestò, costantemente, la sua vicinanza alla FAO. Tra il 1979 e il 2003, periodo durante il quale l’Organizzazione tenne 13 Conferenze (dall XX alla XXXII), fece recapitare regolarmente, a volte nella persona del suo Segretario di Stato, uno speciale Messaggio oltre a quello speciale in occasione de Vertice Mondiale sull’Alimentazione del 10 giugno 2002. Inoltre, come già ricordato, visitò personalmente tre volte la sede della FAO: il 12 novembre 1979 (XX Conferenza), il 5 dicembre 1992 (Conferenza internazionale sulla nutrizione) e il 13 novembre 1996 (Vertice mondiale sull’alimentazione). La medesima attenzione manifestò sempre Giovanni Paolo II nei confronti dell’IFAD (International Fund for Agricultural Development)(4) organismo nato lo stesso anno dell’elezione di Karol Wojtyla alla Cattedra di Pietro. All’IFAD, Giovanni Paolo II, inviò diversi messaggi e il 26 gennaio 1988, in occasione del X anniversario dell’Istituto, il Papa incontrò in un Auditorium dell’EUR i suoi membri e delegati.
Benedetto XVI: per lottare contro la fame e la povertà è necessario prima di tutto riscoprire il significato della persona umana
Nel suo Messaggio alla FAO nel 2008, in occasione della Giornta Mondiale dell’Alimentazione, Papa Benedetto XVI scrisse: “Il primo impegno è quello di eliminare le ragioni che impediscono un rispetto autentico della dignità della persona. I mezzi e le risorse di cui il mondo dispone oggi possono fornire cibo sufficiente a soddisfare le necessità crescenti di tutti. I primi risultati degli sforzi compiuti per aumentare i livelli globali di produzione di fronte alla carenza registrata nei recenti raccolti lo dimostrano. Allora, perché non è possibile evitare che tante persone soffrano la fame fino alle conseguenze più estreme? I motivi di questa situazione, nella quale spesso coesistono abbondanza e penuria, sono numerosi. Si possono così ricordare la corsa al consumo che non si ferma nonostante una minore disponibilità di alimenti e impone riduzioni forzate alla capacità alimentare delle regioni più povere del pianeta, o la mancanza di una volontà decisa per concludere negoziati e per frenare gli egoismi di stati e di gruppi di paesi, o ancora per mettere fine a quella “speculazione sfrenata” che condiziona i meccanismi dei prezzi e dei consumi. L’assenza di un’amministrazione corretta delle risorse alimentari causata dalla corruzione nella vita pubblica o gli investimenti crescenti in armamenti e in tecnologie militari sofisticate a detrimento dei bisogni primari delle persone svolgono a loro volta un ruolo importante. Questi motivi molto diversi trovano un’origine comune in un falso senso dei valori sui quali si dovrebbero fondare le relazioni internazionali, e in particolare in quell’atteggiamento diffuso nella cultura contemporanea che privilegia solo la corsa ai beni materiali, dimenticando la vera natura della persona umana e le sue aspirazioni più profonde. Il risultato è, purtroppo, l’incapacità di molti di preoccuparsi dei bisogni dei poveri, di comprenderli e di ammettere la loro dignità inalienabile.
Una campagna efficace contro la fame richiede dunque molto di più di un semplice studio scientifico per far fronte ai cambiamenti climatici o per destinare in primo luogo la produzione agricola all’uso alimentare. È necessario, prima di tutto, riscoprire il significato della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria, a partire dal fondamento della vita familiare, fonte di amore e di affetto da cui proviene il senso della solidarietà e della condivisione. Questo quadro risponde alla necessità di costruire relazioni fra i popoli basate su una costante e autentica disponibilità, di rendere ogni paese capace di soddisfare le necessità delle persone nel bisogno, ma anche di trasmettere l’idea di relazioni fondate sullo scambio di conoscenze reciproche, di valori, di assistenza rapida e di rispetto.
Si tratta di un impegno per la promozione di una giustizia sociale effettiva nelle relazioni fra i popoli, che richiede a ognuno di essere consapevole che i beni del creato sono destinati a tutti e che nella comunità mondiale la vita economica dovrebbe essere orientata verso la condivisione di questi beni, verso il loro uso duraturo e la giusta ripartizione dei benefici che ne derivano.” Redazione Papaboys / Servizio di Luis Badilla per Il Sismografo)
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(1) Pio XII – Radio-messaggio ai partecipanti al convegno di Delegati delle Nazioni europee alla FAO. 21 febbraio 1948. La Chiesa e i problemi dell’alimentazione.
(2) Giovanni XXIII. Mater et Magistra , numeri 141 e 142 (15 maggio 1961).
(3) Si può ritenere che l’Istituto Internazionale per l’Agricoltura sia a pieno titolo antesignana della FAO. L’Istituto Internazionale per l’Agricoltura, fu creato con la Convenzione di Roma il 7 giugno 1905 e questa fu poi riconosciuta nel Trattato di pace di Versailles del 28 giugno 1919.
(4) http://www.onuitalia.it/ifad.php – http://www.ifad.org/
L’IFAD, Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, è un’istituzione finanziaria internazionale e un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con il mandato di eliminare la povertà e la fame nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo. Dal 1978, l’anno in cui ha iniziato le proprie attività, al al 2009, l’IFAD ha investito 9,8 miliardi di dollari nel finanziamento di 751 progetti e programmi che hanno aiutato più di 310 milioni di uomini e donne povere che vivono nelle aree rurali.
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