L’uso delle armi ha sempre fatto parte della storia dell’umanità, ma negli ultimi decenni il loro utilizzo è diventato sempre più diffuso e normalizzato nella società.
di Daniele Venturi
Alcuni danno la colpa alle nuove forme tecnologiche avanzate, ma in pochi hanno il coraggio di interrogare con profondità il cuore degli uomini, dove è nascosto tutto il bene che c’è, ma purtroppo anche il malvagio vi si annida spesso e volentieri. Non c’è da meravigliarsi se l’aumento della corsa agli armamenti, che trova sfogo in occupazione di territori, conflitti bellici e terrorismo di ogni genere, sia diventato un problema di portata mondiale.
Forse il più grande in assoluto, che minaccia quotidianamente l’esistenza stessa del pianeta. L’uso delle armi da fuoco ha prodotto un numero ‘esorbitante’ di vittime innocenti, causando dolore e sofferenza in molte nazioni e comunità; oltre a ciò, foraggia in abbondanza il sentimento dell’odio, che rischia di riversarsi poi in successive generazioni, creando spirali di morte senza possibilità di inversioni di tendenza.
Dobbiamo ribellarci con tutto lo Spirito che abbiamo, ad ogni livello! La normalizzazione delle armi, della produzione e delle varie forniture, nella cultura generale, porta alla diffusione di una mentalità da… “guerra perpetua”, nella quale il continuo utilizzo è visto come la soluzione a qualsiasi problema, ed ogni voce contraria alla ‘corsa armamentaria’ diventa scomoda, bannabile e quasi simile a ‘spam’.
E’ una mentalità perversa che ha portato ad un aumento della militarizzazione degli stati ed alla creazione di un clima di paura e sospetto reciproco tra potenze mondiali. Il risultato, che vediamo alquanto bene e con limpidezza nel tempo che viviamo, è una continua reciproca minaccia che sembra non avere fine. La paura dell’altro e la diffidenza diventano la norma, e la società diventa sempre più divisa e polarizzata.
In questo clima, lo ribadiamo, la violenza diventa la risposta automatica a qualsiasi problema, e il dialogo e la ricerca di soluzioni pacifiche diventano impossibili. La lotta contro la normalizzazione delle armi non è comunque solo un problema da affrontare a livello governativo, ma anche a livello individuale.
Ognuno di noi ha il potere di fare la differenza, anche se forse non ce ne rendiamo conto.
Ci sono molte azioni che possiamo compiere per contribuire a creare una società equilibrata, che non dipenda dalla forza delle atomiche… Iniziamo ad educare noi stessi e chi ci abita vicino sulla natura distruttiva delle armi da fuoco e sulla necessità di limitarne l’uso. Non sono la soluzione ai problemi, ma un modo disastroso per aumentarli!
In secondo luogo, dobbiamo lavorare per creare comunità più solidali, che possano tornare ‘umane’, dove il dialogo e la comprensione reciproca possano diventare la ‘norma’. La pace non si conquista una volta per tutte, ma va conquistata ogni giorno. Anche oggi
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