Nella mattinata di oggi la situazione sembrava ormai precipitata, ma in serata un soffio di Provvidenza ha bussato alla porta della vita di Alfie. Per avere la possibilità, intanto di tornare a casa. Ma andiamo con calma e ricostruiamo la giornata.
NELLA MATTINA LA DISPERAZIONE
“Chiedo al Papa di venire qui per rendersi conto di cosa sta accadendo. Venga a vedere come mio figlio è ostaggio di questo ospedale. È ingiusto quello che stiamo subendo. Grazie Italia. Vi amiamo”, ha detto il papà di Alfie, Tom Evans, ai microfoni di Tv2000 sottolineando che “Alfie è una parte della famiglia italiana, è una parte dell’Italia. Noi apparteniamo all’Italia”.
“Vi ringraziamo – ha aggiunto il papà di Alfie alla tv dei vescovi – per la solidarietà e il supporto ricevuti in questi giorni. Grazie. Vi amiamo. Noi non ci arrendiamo, andiamo avanti. Abbiamo conosciuto persone straordinarie. Il Papa è vicino a noi. Stiamo facendo tutto il possibile per nostro figlio, nel nome di Dio. Vi faccio vedere la foto che ha fatto questa notte mia moglie ad Alfie. Questo è quello per cui gli italiani stanno lottando, questo è quello per cui noi stiamo lottando”. “Noi continueremo a lottare – ha concluso il papà di Alfie – ricevendo sempre più forza dal popolo italiano. Dal governo, dai ministri che si sono impegnati per noi. Non vi ringrazieremo mai abbastanza”.
L’INCONTRO DI TOM EVANS CON I MEDICI DELL’OSPEDALE AVVENUTO IN SERATA
Il padre del piccolo, ha avuto nel pomeriggio un incontro con i medici dell’Alder Hey Hospital di Liverpool per discutere sulla richiesta di portare a casa suo figlio.
Al termine Tom Evans, ha detto di voler “costruire un rapporto con l’ospedale” ringraziando “tutto lo staff della struttura per il loro duro lavoro”. Poi ai tanti sostenitori del bambino gravemente malato ha chiesto “di tornare alla loro vita di tutti i giorni” per permettere a lui e alla moglie Kate “di camminare sopra il ponte che intende costruire con l’ospedale“. Qualcosa sembra quindi essersi sbloccato. Il clima appare migliorato. Potrebbe essere il preludio a un’evoluzione della situazione, che era entrata in una fase di stallo.
Il piccolo, affetto da una rara malattia neurodegenerativa, secondo quanto dichiarato dal papà, non ha più bisogno di terapia intensiva: lunedì sera gli è stato staccato il ventilatore meccanico e da allora, tra alti e bassi, si è stabilizzato grazie all’ausilio di mascherine dell’ossigeno portate dall’esterno. “Alfie è sdraiato sul letto con un litro di ossigeno. Alcuni dicono che è un miracolo, non è un miracolo, è una diagnosi errata. Alfievive, comodamente, felicemente, senza ventilazione, senza alcuna forma di ventilazione”.
LA POSSIBILE SVOLTA
Si profila un accordo fra Thomas e Kate Evans e l’Alder Hey Hospital, anche se al momento non è possibile sapere quale potrebbe essere la soluzione. Lo si ricava dalla dichiarazione scritta rilasciata questa sera da Tom e Kate che chiede per tutti “il ritorno alla vita normale” per consentire ai genitori di Alfie e ai medici dell’ospedale di stabilire un rapporto costruttivo. Probabilmente si tratta di facilitare un accordo per le dimisisoni di Alfie dall’ospedale come indicato nel corso dell’ultima udienza con il giudice dell’Alta Corte Anthony Hayden lo scorso 24 aprile.
Ecco il testo integrale della dichiarazione:
DICHIARAZIONE DI KATE JAMES E TOM EVANS
Desidero fare una dichiarazione a nome mio e di Kate.
Le nostre vite sono state stravolte dalla fortissima attenzione su Alfie e la sua situazione. La nostra piccola famiglia e l’Alder Hey sono diventate il centro dell’attenzione per moltissima gente di tutto il mondo e questo ha significato che non ci è stato possibile vivere come avremmo voluto.
Siamo molto grati e apprezziamo molto tutto il sostegno che abbiamo ricevuto da ogni parte del mondo, inclusi i nostri sostenitori italiani e polacchi, che hanno dedicato il loro tempo e sostegno alla nostra incredibile battaglia. Adesso vi chiediamo di tornare alla vostra vita di tutti i giorni e di permettere a me, Kate e l’Alder Hey di stabilire un rapporto, di costruire un ponte e di attraversarlo.
Desideriamo anche ringraziare lo staff dell’Alder Hey ad ogni livello per la loro dignità e professionalità dimostrata in questo periodo incredibilmente difficoltoso anche per loro. Con loro riconosciamo la grande tensione per tutti noi che i fatti recenti hanno provocato, e ora desideriamo privacy per tutti coloro che sono coinvolti.
Nell’interesse di Alfie lavoreremo con i medici che lo stanno seguendo per un programma che garantisca al nostro ragazzo la dignità e il conforto di cui ha bisogno.
Da questo momento in poi non saranno più pubblicate dichiarazioni né saranno concesse interviste. Speriamo che vogliate rispettare questo.
Grazie
E’ IL MOMENTO INTENSO DELLA PREGHIERA PER TUTTI
Come aiutare Alfie? A meno di cambiamenti o variazioni delle prossime ore, da questa sera è il momento della preghiera, personale e comunitaria. Si prega davvero in tante parti del mondo per questo piccolino, e la preghiera sta dando i suoi frutti.
Questa sera le due veglie, a Milano davanti al Duomo, ed in piazza San Pietro.
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Redazione