Categorie: Italiae et Ecclesia

Si apre a San Giovanni in Laterano il terzo ritiro mondiale. Equipaggiamento per sacerdoti

All’invito «Chiamati alla santità per una nuova evangelizzazione», sul filo conduttore dell’Evangelii gaudium, vescovi e presbiteri provenienti da una novantina di Paesi del mondo daranno vita dal 10 al 14 giugno a Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano, al terzo ritiro mondiale dei sacerdoti organizzato dall’International Catholic Charismatic Renewal Services (Iccrs), principale struttura di coordinamento e di servizio del Rinnovamento carismatico cattolico nel mondo, e dalla Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships.

Il programma dell’incontro — al quale parteciperanno, fra gli altri, i cardinali Ryłko, Turkson, Stella e Vallini, che presiederà domenica 14 la celebrazione conclusiva — culminerà nell’incontro con Papa Francesco, nel pomeriggio di venerdì 12, solennità del Sacro Cuore di Gesù. Il Pontefice terrà una riflessione su «Trasformati dall’amore e per l’amore» e, dopo un tempo di dialogo con i sacerdoti, celebrerà l’Eucaristia e consegnerà ai partecipanti il mandato missionario.
Scopo del raduno, che segue ai due precedenti ritiri mondiali del 1986 e del 1990 è «quello di dare la possibilità ai preti di essere rinvigoriti e rinnovati nel potere dello Spirito Santo» spiega la presidente dell’Iccrs, Michelle Moran. In questo modo, aggiunge, «saranno più compiutamente equipaggiati e rafforzati per il loro ministero e il loro ruolo pastorale nella Chiesa». Si tratta di «un contributo — le fa eco il cappuccino Raniero Cantalamessa predicatore delle Casa pontificia, che terrà la riflessione introduttiva sulla Evangelii gaudium — che il Rinnovamento carismatico cattolico si propone di dare alla spiritualità sacerdotale. Il contributo essenziale consiste nel condividere la scoperta gioiosa dello Spirito e dei suoi carismi». Il ritrovarsi insieme da tante parti del mondo, spiega, «permette di fare l’esperienza del carisma sacerdotale»; e «il fatto di farlo a Roma mette in evidenza l’unità  del sacerdozio cattolico e il suo profondo legame con il successore di Pietro».


«Il tema dell’incontro — ricorda Moran — nasce dalla fusione dei temi dei due precedenti ritiri. Esso ha contemporaneamente un focus ad intra, per un cammino di santità, e uno ad extra, missionario. Infatti, il ritiro vuole dare la possibilità ai preti di riflettere sul proprio cammino spirituale personale, conducendoli sulle orme della Evangelii gaudium».
Il tema generale del raduno verrà articolato in cinque dimensioni diverse: “Radunati”, “Riconciliati”, “Trasformati”, “Fortificati” e “Inviati… per la nuova evangelizzazione”. Al mattino di ogni giornata ci sarà una riflessione, seguita da un tempo di silenzio e dall’adorazione eucaristica. Il pomeriggio sarà scandito da testimonianze, esortazioni e momenti di preghiera. «I due grandi temi del ritiro, la chiamata alla santità e la chiamata all’evangelizzazione — commenta padre Cantalamessa — sono tra loro strettamente interdipendenti: la nuova evangelizzazione esige ministri santi, cioè che vivono quello che predicano, e la santità sacerdotale spinge all’evangelizzazione. Già Paolo VI diceva che “il mondo d’oggi ascolta più volentieri i testimoni che i maestri e se ascolta i maestri è perché sono anche testimoni”. Il sacerdote, e ancor più il vescovo, deve appartenere a questa ultima categoria: per ufficio, non può non essere un maestro, ma non sarà molto ascoltato se non è anche testimone».
«Naturalmente la partecipazione del Papa al ritiro è per noi una meravigliosa benedizione — sottolinea la presidente Moran — specialmente perché egli conosce il Rinnovamento carismatico in modo personale fin dal tempo in cui era a Buenos Aires. Come tutti i cristiani, sebbene in una maniera speciale per la grazia dell’ordinazione, i sacerdoti sono chiamati a essere Cristo per la gente e a portare Cristo alla gente. L’intervento del Pontefice rimarcherà senz’altro questi due aspetti, sui quali è importante trovare un giusto equilibrio».
Papa Francesco ha più volte messo in guardia contro l’eccessivo attivismo, ricordando che le azioni e le opere del sacerdote devono scaturire da ciò egli è in Cristo. Ma ha indicato il rischio di diventare “preti di sacrestia”. È essenziale, insomma, che «i sacerdoti possano avere un buon equilibrio tra il vivere pienamente una vita interiore nello Spirito ed essere ripieni della forza dello Spirito per la missione».

di Gianluigi d’Amore per L’Osservatore Romano, 10 giugno 2015.

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