L’iniziativa di una giornata di preghiera — spiegano dal Wcc — significa ravvivare la speranza in un momento di apparente disperazione, tenendo conto della vulnerabilità delle minoranze e della minaccia di perdere anche il prezioso contributo di diversità portato da queste nel tessuto sociale dei Paesi della regione. «Molte Chiese e singoli cristiani di tutto il mondo — ha sottolineato il segretario generale del Wcc nella lettera indirizzata ai membri dell’organizzazione — hanno offerto segni di solidarietà e di vicinanza attraverso veglie di preghiera, momenti di raccoglimento, assistenza umanitaria e sostegno a una pace giusta. Nonostante questi sforzi — ha aggiunto il reverendo Fykse Tveit — molti si sentono ancora impotenti e incapaci di fare qualsiasi cosa e attuare un vero e proprio cambiamento».
Secondo il segretario generale del Wcc, come già ribadito in numerose occasioni, occorre non abbassare la guardia. Bisogna invece continuare a dare sostegno alle comunità e alle minoranze colpite da questa orribile barbarie e a infondere fiducia. «Sappiamo — ha proseguito Fykse Tveit — che noi adoriamo un Dio di speranza, nel quale c’è sempre la croce, c’è sempre la risurrezione. Come cristiani siamo chiamati a vivere nella speranza che Cristo ci dà perché possiamo rendere questa nostra testimonianza nei momenti di dolore e di sofferenza».
In Medio oriente, soprattutto in Iraq, Siria, Libia ed Egitto, ha sottolineato il segretario generale del World Council of Churches, «sono state commesse da numerosi gruppi armati atrocità insopportabili». Secondo un bilancio stilato dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani, sono più di duecentodiecimila i morti nel conflitto civile in Siria a partire dal 2011. Tra questi, i civili sono circa centomila, di cui oltre diecimila minorenni, inclusi bambini e adolescenti. «Le minoranze religiose ed etniche — ha aggiunto Fykse Tveit — continuano a essere le comunità più vulnerabili. Tra queste vi sono i cristiani, nostri fratelli e sorelle nel Signore. Essi affrontano l’attuale pericolo dello sterminio o dell’esilio dalla propria regione». Per l’iniziativa di preghiera, il segretario del Wcc ha invitato le comunità ecclesiali ad adottare una preghiera comune e di utilizzare le risorse liturgiche messe a disposizione sul sito in rete della stessa organizzazione ecumenica. I testi delle orazioni possono essere adattati in base ai diversi calendari, ai diversi riti e alle varie tradizioni ecclesiali.
Fonte. Osservatore Romano
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