Vi proponiamo un quesito molto interessante posto da una mamma che ha scoperto di avere nel grembo un bimbo affetto dalla sindrome di down. Ecco come vivere queste cose nel segno della fede e della bellezza di ogni tipo di vita.
Caro Padre Angelo,
le scrivo nuovamente perché una nuova croce si è abbattuta nella mia vita, dopo un doloroso aborto spontaneo avvenuto qualche mese fa sono di nuovo in attesa e pochi giorni fa ho appreso che il bimbo che porto in grembo è affetto da sindrome di down.
Ho passato dei giorni terribili chiedendomi il perché di questa nuova sofferenza, cercando di capire il senso di tante cose, afflitta da mille paure per il futuro e chiedendomi perché chi convive e vive una vita sregolata lontana da Dio è benedetto dal dono di tanti figli, mentre chi come me cerca di fare il bene, di seguire un cammino cristiano deve subire tutto ciò, questa è una domanda alla quale non ho mai trovato risposta.
Detto ciò però nonostante i primi giorni di dolore non ho mai e poi mai preso nemmeno in considerazione l’idea di interrompere la gravidanza, nonostante chi mi circonda cerca di farmi pressione affinché almeno ci pensi.
In mezzo a questo mare di dolore l’unica certezza che ho è che questo figlio è comunque un dono di Dio, che la vita va difesa sempre e comunque, che interrompere la gravidanza per me vorrebbe dire commettere un omicidio e interferire con i piani di Dio.
Però è difficile far capire queste cose e mi viene risposto che metterlo al mondo è un atto di egoismo…. ma non capiscono che sbarazzarsene sarebbe un crimine orrendo contro Dio e che evidentemente se ci è stato mandato è perché Dio ha dei progetti ben precisi e che non fa nulla per caso.
Nonostante il dolore sento che sto facendo la cosa giusta e questo mi da la forza, sto scoprendo piano piano il vero senso della fede e della croce.
La prego mi sostenga con le sue parole in questa mia decisione anche se dovessi avere il mondo contro, ho bisogno di sentirmi dire che non sto sbagliando.
La ringrazio di vero cuore
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. la gente pensa che questa vita sia l’unica dimenticando invece che in seno a questo vita ne stiamo preparando un’altra, che non è transitoria come questa, ma eterna.
In un clima chiuso alla trascendenza e alla vita futura si fatica comprendere un atto di amore come il tuo.
Anzi si giunge perfino ad un accecamento interiore per cui ti dicono che sei egoista!
Sicché rinunciare a se stessi per dedicare tutta la propria vita ad un bambino bisognoso di particolari attenzioni viene chiamato egoismo, mentre sarebbe carità uccidere un bambino innocente e indifeso.
Questo è il colmo della cecità e della chiusura del cuore.
2. Sono contento che non ti sei lasciata smuovere da questi pensieri di morte, che avrebbero gettato l’inferno nel tuo cuore e ti avrebbero condannata all’infelicità per tutta la vita.
Puoi ben capire da quale parte ti arrivano tanti consigli.
3. Certo con un bambino senza handicap si può pensare di essere più liberi.
Il tuo bambino invece ti chiederà di vivere la tua vita amando in maniera ancora più intensa.
4. A questo punto non possiamo dimenticare la promessa del Signore: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato” (Mc 9,37).
E anche: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21).
Per questo la tua vita sarà accompagnata da una benedizione continua.
Sentirai l’amore del Signore, l’amore di Gesù Cristo per te.
Lo sentirai ogni giorno.
5. Credo che sia per questa esperienza interiore che alcune mamme con il bambino down mi hanno detto che quel bambino è il loro tesoro più grande e non lo scambierebbero con nessuno.
6. In un mondo ottenebrato e disposto ad uccidere un innocente per il proprio egoismo, il Signore ti chiama ad essere testimone dell’autentico amore, della vera dedizione.
E con un gesto di misericordia anche verso le persone che ti hanno consigliato di abortire ti chiama ad essere testimone della cosa che più conta: preparare la propria vita futura, memori di quanto Gesù ha detto: “Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi” (Lc 13,30).
Tu, giudicata ultima dai sapienti di questo mondo, sei e sarai in prima fila per l’eternità davanti a Dio.
Mentre quelli che si credono primi e saggi in questo mondo, consigliando di uccidere un bambino innocente, già di qua sono i peggiori tra gli uomini per i sentimenti che animano e che consigliano.
E di là saranno ultimi, e cioè fuori dal Paradiso, vale a dire all’inferno, se prima non ricevono la grazia di pentirsi di quello che hanno detto e consigliato.
Ti sono vicino con la mia preghiera costante, ti abbraccio e ti benedico.
Padre Angelo
Fonte www.amicidomenicani.it