La Terra Santa soffre la mancanza di pellegrini: i luoghi sacri sono vuoti e i cristiani impegnati nel settore del turismo, pensano di andare via. Solo dall’Italia si stima nell’ultimo anno un calo di partenze di oltre il 40%. Non è solo un problema economico-sociale ma una minaccia di perdita di valore dei luoghi della vita di Gesù.
In questi giorni la questione riemerge in occasione del Giubileo degli Operatori dei pellegrinaggi e dei Santuari che inizia oggi con la Messa a San Giovanni in Laterano. Una testimonianza forte arriva da padre Ibrahim Faltas, francescano della Custodia di Terrasanta. Gabriella Ceraso per Radio Vaticana lo ha intervistato:
R. – Veramente, il 2015 è stato un anno molto difficile per tutta la Terra Santa, per i pellegrini … Possiamo dire che ne sono venuti meno della metà rispetto all’anno precedente e questo ci danneggia molto. Danneggia anche la presenza dei cristiani perché sapete che la maggior parte dei cristiani lavorano nel settore del turismo: hanno alberghi, hanno ristoranti, sono guide, e in questo momento tutti gli alberghi e tutti i santuari sono vuoti. La gente piange e tanti sono diventati disoccupati e per questo vanno via dalla Terra Santa. Questo è il problema.
D. – Rispetto al passato – sappiamo che lei ha vissuto anche la seconda Intifada – com’è la situazione?
R. – Quest’anno è peggio della seconda Intifada: sono passato l’altro ieri dal Getsemani. Al Getsemani entravano tra le 5 mila e le 6 mila persone al giorno. L’altro ieri era vuoto: non c’era nessuno, proprio nessuno.
D. – Quanta responsabilità hanno i media, anche, nel raccontare quello che accade lì?
R. – I media raccontano sempre le cose negative, non raccontano mai le cose positive, perché le cose negative fanno notizie. Una guerra fa notizia, un attentato fa notizia, ma un incontro di pace non fa notizia. E poi penso che la gente abbia paura non soltanto di venire in Terra Santa, ma anche di venire in tutto il Medio Oriente. In Egitto, in Giordania c’è la stessa situazione. Adesso in Turchia, dopo i recenti attentati .Sono problemi grossi, problemi sempre legati alla paura .Per questo io dico alla gente: ‘Vincete la paura. Dovete tornare come pellegrini. Veramente, non è mai successo nulla a un pellegrino, qua: palestinesi e israeliani rispettano i pellegrini, rispettano i turisti. Nella seconda Intifada, io ero a Betlemme quando doveva entrare un gruppo: hanno interrotto gli scontri per fare entrare il gruppo’. Io dico alla gente che non deve dar retta ai media che sempre trasmettono notizie di questi problemi, di attentati… E poi, gli attentati avvengono in luoghi lontani da Betlemme e da Gerusalemme… La maggior parte in questo momento si verificano a Hebron, a Gaza.
D. – E muoversi per le città, per le strade, com’è, per voi?
R. – Tutto tranquillo. Noi stiamo vivendo un momento molto calmo. La gente va, viene, non siamo in guerra.
D. – Certo, bisogna ribadirlo e bisogna forse anche ribadire – padre Faltas – che se non si prega nei luoghi di Gesù non si ha neanche la forza per superare le difficoltà di oggi…
R. – Certo. Preghiamo anche per i cristiani: se non vengono i turisti, se non vengono i pellegrini, veramente la gente va via, sta andando via…
D. – Voi come comunità avete pensato a qualche iniziativa?
R. – Abbiamo fatto tanti appelli, ma la gente non ci ascolta. La gente continua ad avere paura…
D. – Allora, cerchiamo di farla cambiare, questa tendenza…
R. – …altrimenti, i Luoghi Santi diventeranno musei: senza i cristiani locali, perderanno tutto il loro significato religioso.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)