Il mese di giugno è tradizionalmente dedicato alla devozione al Sacro Cuore di Gesù. Questo provvidenziale culto è stato esteso a tutta la Chiesa universale da papa Pio IX ma è nato precedentemente in Francia, a Paray Le Monial, dopo una serie di visioni avute da Santa Margherita Maria Alacoque, alla quale Gesù chiese di impegnarsi per l’istituzione di una festa dedicata al Sacro Cuore.
Una delle tentazioni più grandi è quella di pensare che la devozione al Sacro Cuore di Gesù sia una ritualità appartenente al passato o un atto di obbedienza esclusivo di alcune confraternite o di qualche ordine religioso.
Il cuore di Gesù ha costituito, fin dalla chiesa primitiva, il tesoro da cui attingere le ricchezze della misericordia di Dio. Il divin cuore, trafitto dalla lancia del soldato romano, ha aperto all’umanità intera la fonte della vita eterna, dal quale sgorga incessantemente il fiume di grazia dei sacramenti del Battesimo e dell’Eucarestia.
Quanto poco si parla del cuore immacolato del Divin Figlio e quanto potrebbe cambiare la vita di ogni cristiano sentire parlare di questo cuore pulsante di amore e compassione per tutti gli uomini!
Accostarsi al sacramento dell’altare produce la grazia di entrare in comunione con i sentimenti, i pensieri e le azioni provvenienti del cuore di Gesù.
Quanto ha bisogno l’uomo di provare e vivere i sentimenti di compassione verso i migranti ed i rifugiati che provengono da tante zone di conflitto e di povertà! Quanto è necessario aderire al pensiero di Cristo, il quale ha voluto sin dall’eternità il matrimonio tra uomo e donna come unica relazione feconda e benedetta! Quanto è urgente agire onestamente e generosamente nel proprio lavoro, senza cercare la corruzione e un continuo aumento del profitto personale a discapito del lavoro degli operai e degli impiegati!
Contemplare il cuore di Gesù significa desiderare un cambiamento profondo del proprio cuore, per assimilare quella purezza di cuore che permette di vedere Dio.
Vedere Dio significa principalmente riconoscere la sua presenza manifestata dalle opere che il Padre compie attraverso Gesù per mezzo dello Spirito Santo.
Coloro che hanno avuto la grazia di vedere risanato un matrimonio che era finito, figli che dopo tante ribellioni hanno avuto il grande dono di riconciliarsi con i propri genitori, persone che riescono ad arrivare alla fine del mese malgrado la loro grande precarietà economica, sono tutti segni della provvidenza e della azione di Dio.
Ma il mondo d’oggi reputa una mera casualità o un risultato esclusivo dei meriti personali, le opere della grazia compiute da Dio. Questo atto di incredulità, che consiste nell’attribuire a se stessi le opere di Dio, ha origine nel cuore di una umanità ferita dall’orgoglio, dalla vanità e dalla presunzione che gli oscurano la visione dell’opera di Dio.
La purezza del cuore può nascere attraverso un profondo senso di umiltà e mitezza, che sono i due pilastri per poter ricevere il ristoro della contemplazione delle opere di Dio.
L’umiltà e la mitezza sono le virtù che purificano il cuore dell’uomo, il quale, per vivere, ha bisogno di sentire pulsare il cuore di Dio. Perciò, questa festa non può essere solo una pratica di un mese dell’anno ma va attuata spiritualmente nell’arco dell’intera vita cristiana. L’assonanza con il cuore di Gesù attraverso la lettura del Vangelo, la meditazione dei suoi misteri e una vita di preghiera assidua, conduce lentamente ad un nuovo battito della propria vita. I frutti copiosi di questa vita nuova sono una maggiore attenzione verso l’esigenze dell’altro, un atteggiamento di umiltà capace di accettare l’umiliazione e una autentica mitezza che apre il proprio animo all’ascolto delle necessità del prossimo.
Quante famiglie si separano perchè non si accetta di ascoltare l’esigenza dell’altro, quanti adolescenti si rifugiano nella droga perchè il loro cuore non è stato riscaldato dall’amore dei suoi genitori, quante uomini e donne decidono di vivere le proprie relazioni principalmente su internet, perchè la loro esistenza è rimasta imprigionata in relazioni familiari prive di quell’affetto e del calore umano indispensabili per una sana ed armoniosa crescita.
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Il cuore di Cristo insegna al cuore dell’uomo a non essere turbato, a non rimanere perplesso davanti agli insuccessi, alle sofferenze e all’incomprensioni della vita. Quel cuore di Gesù, coronato dalle spine dell’abbandono, della calunnia e del tradimento, è stato capace di amare i suoi nemici. Le parole di perdono di Gesù pronunziate sulla croce sono un segno eloquente della pienezza di amore che scaturisce da quel cuore divino. Ogni uomo che vive della contemplazione del cuore di Dio ha la possibilità di vivere alla stessa maniera di Gesù, rispondendo ad un grido di insulto con una silenziosa benedizione, facendo il bene a coloro che ci fanno del male.
Allora la tristezza seminata nel cuore dall’opera del giustizialismo e della vendetta personale, può essere estirpata dal desiderio di comunione con il cuore di Gesù, il quale ha la capacità di rallegrare gli animi, inebriandoli attraverso la partecipazione con la sostanza del suo cuore che ci viene donata nell’Eucarestia.
Il mistero dell’incarnazione e della passione hanno permesso ad ogni uomo di vedere e ascoltare il cuore del Padre per mezzo del Figlio, affinchè il cuore di Gesù possa essere trapiantato al posto del cuore di pietra di quegli uomini che non hanno ancora conosciuto l’amore misericordioso di Dio.
Di Osvaldo Rinaldi per Zenit
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