Dietro le maschere, i giochi di prestigio e i sorrisi donati dai circensi, il Papa riconosce le difficoltà e i disagi che incontrano con le loro famiglie, nel loro girovagare da un luogo all’altro. Nell’udienza in aula Clementina all’associazione Anesv, Associazione nazionale esercenti spettacoli viaggianti, Francesco ricorda la fatica di trovare gli spazi adatti per le carovane, spesso situati fuori città, la diffidenza delle comunità che “non sempre apprezzano il valore sociale di questo tipo di spettacolo”.
“Non scoraggiatevi – afferma il Pontefice – ma continuate il vostro cammino, perché le nostre città e i nostri paesi non perdano il gusto di questa peculiare bellezza attraverso la vostra presenza, la vostra arte, la vostra gioia”.
Un cammino – ricorda – illuminato dalla fede che i circensi vivono in famiglia, con piena fiducia nella Provvidenza, e che si rigenera nelle parrocchie, “luoghi di riferimento per la sosta spirituale”, per l’incontro con la comunità, per vivere i sacramenti. “Per questo, auspico – soggiunge il Papa – che tra le vostre comunità viaggianti e le comunità parrocchiali ci sia sempre l’apertura, l’incontro, il desiderio di conoscersi e condividere momenti di vita e di preghiera”.
Ricordando l’incontro con il mondo dello spettacolo viaggiante il 16 giugno 2016 Francesco li definisce “artigiani della festa, della meraviglia e del bello, chiamati ad alimentare sentimenti di speranza e di fiducia”.
“E’ vero: la vostra è una bellezza artigianale, diversa da quella prodotta dalle grandi potenze del divertimento, che risulta un po’ asettica, poco umana. Vi confesso – aggiunge il Papa – che io preferisco la vostra, che profuma maggiormente di stupore, di incanto, e che però è frutto di ore e ore di duro lavoro. Una giostra non finisce di meravigliare, genera una gioia dolce, nei piccoli e nei grandi. Anche i grandi ritrovano la gioia dell’infanzia, lì; diventano un po’ bambini e crescono con questo tornare alle radici della memoria dell’infanzia”.
Gioia è la parola chiave che il Pontefice ripete ai circensi, indicando in questo “la vocazione” della vita e del lavoro. Una gioia sicuramente provata dai primi iniziatori degli spettacoli, “un nonno – dice Francesco – una nonna, un bisnonno”, che “ha sentito una vocazione gioiosa, e per questo è stato disposto a fare anche grandi sacrifici”.
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“E’ una vocazione che diventa subito missione: la missione di offrire alla gente, ai bambini ma anche agli adulti e agli anziani, occasioni di divertimento sano, pulito. E’ divertimento sano e pulito, senza la necessità di andare in basso a cercare materiale per divertire la gente. Divertimento sano e pulito. E dentro questa vocazione e missione- continua il Papa – come può non esserci la mano di Dio? Dio ci ama e vuole che siamo felici. Dovunque c’è una gioia semplice, pulita, c’è la sua impronta. Perciò, se sapete conservare questi valori, questa genuinità e semplicità, voi siete messaggeri della gioia che piace a Dio, e che viene da Lui”.
di Benedetta Capelli per la Radio Vaticana