Categorie: Finis Mundi

«Siete un popolo di martiri, trasformate l’odio in amore»

Ex aeroporto di Kololo a Kampala, di fronte a 150 mila giovani ugandesi che lo hanno atteso per ore sotto un sole cocente, cantando «We love you!» e ballando. Francesco ascolta la testimonianza di Winnie Nansumba, 24 anni, nata e vissuta con l’HIV, rimasta orfana a sette anni.

Ascolta le parole di Emmanuel Odokonyero rapito nel 2003 dall’Esercito di resistenza del Signore (LRA), il gruppo ribelle di guerriglia di matrice cristiana: ha visto i suoi compagni di seminario torturati e uccisi, e ha trovato la forza di scappare. Testimonianze toccanti. E ancora una volta mette da parte il discorso preparato e parla a braccio.«Mentre li ascoltavo – dice Papa Bergoglio in spagnolo con la traduzione consecutiva in inglese – mi sono fatto una domanda: una esperienza negativa può servire per qualcosa nella vita? Sì!

Emmanuel e Winnie hanno vissuto esperienze negative. Winnie pensava che non ci sarebbe stato futuro nella vita, ma la vita è sempre un grande miracolo: si può trasformare una parete in orizzonte che mi apra il futuro. Davanti a una esperienza negativa – molti di quelli che sono qui hanno avuto esperienze negative – sempre c’è la possibilità di aprire un orizzonte, di aprirlo con la forza di Gesù. Oggi Winnie ha trasformato la sua depressione e la sua amarezza in speranza. E questo non è magia, questo è opera di Gesù, perché Gesù è il Signore, Gesù può tutto. E Lui ha sofferto l’esperienza più negativa della storia. È stato insultato, rifiutato, assassinato. E per il potere di Dio, è resuscitato. Lui può fare in ciascuno di noi lo stesso con ogni esperienza negativa, perché Gesù è il Signore».

Francesco ha continuato: «Immaginiamo tutti insieme la sofferenza di Emmanuel, quando veniva torturato con i suoi compagni, quando vedeva che i suoi compagni venivano assassinati, lui è stato coraggioso, ha rischiato, ha confidato in Gesù ed è scappato. Oggi ha un diploma in scienze riabilitative».

Il Papa ha quindi parlato dei martiri: «Nella vita c’è un seme: per vivere bisogna morire, e morire a volte fisicamente come i compagni di Emmanuel, morire come è morto Carlo Lwanga e i martiri ugandesi: in questa morte c’è una vita, una vita per tutti. Se io trasformo il negativo in positivo, sono un trionfatore, ma si può solo con la grazia di Gesù».

Francesco ha quindi rivolto una serie di domande ai giovani, ottenendo sempre un coro entusiasta di «sì». «Siete disposti a trasformare nella vita tutte le cose negative in positive? Siete disposti a trasformare l’odio in amore? Siete disposti a trasformare la guerra in pace? Voi abbiate coscienza che siete un popolo di martiri, nelle vostre vene scorre sangue di martiri e per questo avete la fede e la vita che avete ora».

E quando noi «non funzioniamo bene», ha aggiunto, scherzando sui problemi del microfono, «dobbiamo chiedere aiuto a Gesù» che «può cambiarti la vita, può abbattere tutti i muri che avete davanti. Può far sì che la tua vita sia un servizio per i fratelli». E perché questo avvenga «bisogna pregare». «Mai smettere di pregare. La preghiera è l’arma più forte che ha un giovane. Gesù ama tutti! Vuole aiutare tutti. Bisogna aprire la porta del cuore e lasciarlo entrare.Quando Gesù entra nella mia vita lotta contro tutti i problemi di cui ha parlato Winnie. Lottare contro la depressione, contro l’AIDS, chiedere aiuto per superare queste situazioni».

Infine, Papa Bergoglio ha invitato a pregare Maria: «Quando un bambino cade si fa male, inizia a piangere e va a cercare la mamma. Quando abbiamo un problema, la cosa migliore è andare da nostra madre e pregare Maria, nostra madre».

Al termine dell’incontro una folla di giovani ha circondato la papamobile di Francesco «sequestrandolo» per qualche minuto.



Redazione Papaboys (Fonte vaticaninsider.lastampa.it/Andrea Tornielli)

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