Oggi il funerale di Silvia Doriguzzi, morta a soli 19 anni per un tuffo dopo una festa con amici. La giovane era originaria del Bellunese.
L’addio alla giovanissima verrà celebrato a Longarone (Belluno), il padre ha scritto una lettera commovente, diffusa via social. L’ultimo saluto alla ragazza annegata nel algo di Garda è alle 15 di oggi, nella chiesa di Longarone.
La lettera di addio del papà
«Silvia, non poterti più stringere e non poter più parlare con te sarà il mio Everest». Con queste parole papà Luca Doriguzzi Zordanin, del soccorso alpino Cadore, saluta la figlia 19enne di Igne, morta mercoledì, dopo un tragico tuffo nel lago di Garda. Una lettera struggente diffusa ieri dal genitore, soccorritore Cnsas, e condivisa dagli amici del Soccorso alpino.
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«Silvia mia, mia vita – scrive papà Luca -, voglio scrivere queste parole perché te lo devo come papà. Abbiamo attraversato momenti difficili io e te assieme, soli con i nostri sentimenti e con le nostre intime faccende da sbrigare. Quando ancora eri in tenera età e ti portavo dalla tua mamma dopo il weekend passato con me mi salutavi con la manina e con gli occhioni mi sorridevi come per dirmi: Papà stai tranquillo che ci vediamo presto. Io vivevo per poterti solo vedere e per sentire il tuo profumo. Poi piano piano sei cresciuta ed io ho potuto condividere con te anche altri aspetti del tuo carattere. Una cosa su tutte è che, rispetto ad altri bambini tuoi coetanei, vedevo che non avevi mai pretese, nessun Mi prendi questo gioco o Mi piace quello, Voglio.., tanto che ti portavo nei negozi di giocattoli e dovevo quasi convincerti a prendere qualcosa. In quegli anni mi chiedevo quale fosse il motivo di questa differenza». «Sei sempre stata serena, umile e con poche pretese – prosegue il padre – anzi, ti bastava una festa in baita con i nonni per rendere tutto la cosa più straordinaria che esista. Questa tua semplicità mi ha dato tanto come uomo e ci tengo a dire che me lo hai insegnato tu.. non servono le Ferrari, non servono i grandi regali per essere felici».
«Pensando ora ai ricordi del passato mi sovviene un episodio particolare – scrive Luca Doriguzzi -: una notte che eri a casa con me ho ricevuto una chiamata per un soccorso. Ti ho svegliata nel cuore della notte e ti ho portata dalla nonna; tutto di corsa, tutto un trambusto per prendere lo zaino e mettermi gli scarponi, ti ho raccolta dal letto per portarti di sotto nel lettino che avevi a casa dei nonni. Tu piangevi perché avevi capito che in me c’ era tensione per l’ imminente intervento e mi hai chiesto: Papà, perché mi lasci qua così di corsa?, ed io ti ho risposto che dovevo andare perché qualcuno aveva bisogno di me. E la tua risposta è stata: Ho capito, io sto bene e adesso vai, quando ritorni staremo assieme. Il tuo altruismo si distingueva fin dalla tenera età e questo mi mancherà più di tutto; il tuo saper valutare le cose come una persona matura fin da piccina ed ancor più quando sei cresciuta; sempre altruista e con una presenza confortevole in ogni situazione. Piccola mia, non poterti più stringere e non poter più parlare con te sarà il mio Everest ma in cuor mio so che ci sei, sei qua con me ogni momento e so che mi guiderai per la retta via; ti sento attorno ogni secondo, sento il tuo profumo ovunque».