Si è tenuta stamani, presso la Sala Stampa dell’Arcidiocesi di Torino, la conferenza stampa di chiusura dell’Ostensione 2015. Sono intervenuti l’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, Elide Tisi, vicesindaco di Torino e presidente del Comitato organizzatore dell’Ostensione, e Marco Bonatti, responsabile della comunicazione.
[box] In “pillole”:
– Quasi 3 milioni di persone sono venute a Torino per vedere la Sindone e per incontrare Papa Francesco
– Oltre 1 milione di euro raccolti durante l’Ostensione e donati al Santo Padre, verranno impiegati per opere di carità a Torino.
– Papa Francesco? Si è trovato molto bene e potrebbe anche tornare a Torino…
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Mons. Cesare Nosiglia ha iniziato la conferenza stampa leggendo un biglietto autografo di Papa Francesco:
“Ringrazio i Volontari della Sindone e anche quelli che hanno aiutato nella mia visita a Torino. Benedico di cuore voi e le vostre famiglie. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. Affettuosamente. Francesco. 21.6.2015”
Sintesi dell’intervento del Custode mons. Cesare Nosiglia
È stata un’ostensione tra le più partecipate e vissute dai pellegrini per intensità umana e spirituale. L’organizzazione e l’accoglienza è stata perfetta anche per l’amorevolezza e la simpatia dei volontari. Il percorso di avvicinamento alla Sindone si è rivelato utile con i pannelli dei santi sociali e con il filmato della prelettura, entrambi giudicati da tutti ben realizzati e necessari. Tutti i pellegrini hanno quindi avuto la possibilità di sostare in silenzio e preghiera davanti alla Sindone per un tempo congruo. Molto ampio e vario il profilo dei pellegrini: famiglie con bambini e ragazzi, giovani, senza fissa dimora e poveri, ortodossi ed evangelici, musulmani ed esponenti di altre religioni, persone provenienti da Paesi europei, America, Africa, Medio Oriente ed Asia. Da segnalare in particolare le migliaia di visitatori filippini. Hanno sostato davanti al Telo numerosi cardinali, vescovi, preti, diaconi, religiosi e religiose, associazioni e movimenti ecclesiali. Folte le delegazioni dei pontifici consigli della Santa Sede e degli uffici della Cei. Sono sfilate inoltre davanti alla Sindone autorità politiche, economiche e finanziarie, dello spettacolo, dello sport, del cinema e del teatro.
Quanti e quali pellegrini
Il numero totale dei pellegrini in visita alla Sindone nell’Ostensione 2015 è costituto dalla somma delle persone che si sono prenotate e hanno effettuato il percorso, quelle che hanno partecipato alle celebrazioni in Cattedrale, i gruppi entrati direttamente dalla porta centrale senza prenotazione e dalle autorità e personalità accompagnate dal Cerimoniale. Con questo calcolo il numero supera i due milioni di persone. A questi si devono aggiungere coloro che nei due giorni di visita del Papa lo hanno seguito lungo tutto il tragitto da Caselle a Torino, in tutte le piazze e vie dove è passato e ha sostato. Possiamo ben dire dunque che Torino ha accolto 3 milioni di persone. Abbiamo ricevuto un numero interminabile di messaggi e di attestazioni di quanto l’esperienza fatta alla Sindone sia stata intensa e ricca di grazia e di gioia per i pellegrini.
La Visita di Papa Francesco
Il Papa e tutto il suo seguito sono rimasti sorpresi dalla accoglienza entusiasta della gente, segno di grande affetto verso il Papa. I discorsi del Papa e i suoi gesti hanno colpito nel segno e resteranno dentro il cuore di tutti come invito alla speranza e alla fiducia nel futuro. Gli interventi dei tre rappresentanti del mondo del lavoro sono stati concreti, realistici e non di circostanza ma anche carichi di speranza in Dio e in se stessi. Una bella iniezione di ottimismo pur in mezzo alla note difficoltà. Alla Sindone il Papa è stato in silenzio meditativo come ogni pellegrino. Nessuna parola per non rompere quel clima di contemplazione e silenzio che esige la Sindone. Ma egli ha fatto un gesto ricco di tenerezza e di significato pregnante. Ha toccato il sacro Lino, lo ha come accarezzato, come se avesse toccato il corpo martoriato del Signore per consolarlo. È bello che Colui dal quale riceviamo la consolazione di Dio diventi oggetto di tenerezza e consolazione. Ho visto in questo il gesto della Veronica che asciuga il volto di Gesù o quello delle donne che vanno per ungere il corpo del defunto. Ma ho visto anche il gesto della donna emorroissa, di cui ci parla il Vangelo, che vuole toccare il mantello di Gesù per ricevere la guarigione. Gesù le dice: «è la tua fede che ti ha salvato».
Il «dono» di Papa Francesco per i poveri di Torino
Il Papa mi ha consegnato un ringraziamento e benedizione ai volontari della Sindone e a quanti si sono prodigati per la buona riuscita dell’Ostensione. Il testo autografo dice: “Ringrazio i Volontari della Sindone e anche quelli che hanno aiutato nella mia visita a Torino. Benedico di cuore voi e le vostre famiglie. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. Affettuosamente. Francesco. 21.6.2015” Il Papa mi ha chiesto di usufruire del dono frutto delle offerte dei pellegrini dell’Ostensione e dei fedeli della diocesi di Torino, per un’opera di carità a favore degli ultimi a Torino. La cifra supera il milione di euro. Definiremo in questi giorni con la Caritas, l’Ufficio Migrantes e la Pastorale della Salute quale opera si potrà compiere. Il Papa ha inoltre scritto un biglietto di saluto e di benedizione ai ragazzi che lo hanno salutato in piazza Solferino e lungo il tragitto verso Caselle. Il testo dice: “Cari ragazzi, sono partito da Torino dopo la mia visita, portando nel cuore il vostro gioioso saluto, vi ho benedetto e vi invito ad essere sempre amici di Gesù e tra voi, per donare a tutti il suo Vangelo di amore e di pace. Vi benedico di cuore insieme ai vostri genitori, sacerdoti e animatori. Pregate per me. Francesco 22.6 2015“. Dai discorsi e dai gesti del Santo Padre ricaveremo una Lettera pastorale alla città e alla Diocesi perché sia la base portante del nostro cammino comune per i prossimi anni.
L’intervento di Elide Tisi, presidente del Comitato organizzatore dell’Ostensione e Vicesindaco di Torino
I 67 giorni di Ostensione hanno lasciato un segno nella città. Sono la prova che Torino sa mobilitarsi in tutte le sue varie componenti sociali ed economiche. Torino ha saputo mettere in campo le sue forze migliori, anche per la visita di Papa Francesco in cui hanno prestato servizio 600 vigili insieme con le forze dell’ordine e la prefettura per garantire a tutti un sereno svolgimento delle due giornate. È stata sancita la capacità di collaborare tra soggetti diversi per raggiungere obiettivi comuni. Lavorare insieme è la chiave per raggiungere i risultati migliori. Lo dimostra il lavoro della Pastorale giovanile diocesana che ha accolto migliaia di giovani da tutto il mondo, della Pastorale della Salute che ha coordinato le iniziative di accoglienza per malati e disabili, fra cui gli Accueil, e a la collaborazione con associazioni che operano nelle carceri Le Vallette e Ferrante Aporti. Lo dimostra anche la sensibilità del mondo delle imprese che hanno contribuito a vario titolo all’ostensione. Tutti questi esempi confermano che Torino è sulla buona strada per costruire una cultura dell’accoglienza e del welfare che ci faccia guardare al futuro con maggiore fiducia.
La domanda sulla “castità”
Come di consueto, al termine della conferenza stampa mons. Nosiglia ha risposto alle domande dei giornalisti. Ecco la domanda che ho rivolto a mons. Nosiglia sulla castità:
Papa Francesco, durante l’incontro con i giovani a Torino in Piazza Vittorio Veneto, la sera del 21 giugno 2015 aveva pronunciato queste parole: – il Papa dice anche «qualcosa che non piace, che non è popolare. Ma anche il Papa alcune volte deve rischiare sulle cose per dire la verità: l’amore è nelle opere e nel comunicarsi, ma l’amore è molto rispettoso delle persone, non usa le persone, cioè l’amore è casto e a voi giovani, in questo mondo edonista, in questo mondo dove soltanto ha pubblicità il piacere, passarla bene, fare bene la vita io dico siate casti, siate casti. Tutti noi nella vita siamo passati per momenti in cui questa virtù è molto difficile, ma è proprio la prova di un amore genuino, che sa dare la vita che non cerca di usare l’altro per il proprio piacere, un amore che fa la vita dell’altra persona sacra, io ti rispetto, io non voglio usarti, io non voglio usarti». Ai giovani ripete «fate lo sforzo di vivere l’amore castamente», prima di dire che l’amore è anche sacrificio e servizio: «se io dico che amo e non servo l’altro, non aiuto l’altro, non lo faccio andare avanti, non mi sacrifico per gli altri non è amore». –
Di Alessandro Ginotta per PAPABOYS 3.o
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