Sono stati 93 gli interventi in Aula al Sinodo sulla terza parte dell’Instrumentum laboris, tra ieri e stamattina. Lo ha riferito padre Federico Lombardi nel quotidiano briefing con i media. Con oggi pomeriggio, ha detto inoltre, dovrebbe chiudersi il dibattito generale sulla terza parte. Domani sono previste le audizioni dei delegati fraterni, degli uditori e delle uditrici. Il servizio di Alessandro de Carolis:
Un cammino specifico per i divorziati risposati. Quello che è uno dei punti più delicati in discussione al Sinodo sulla famiglia è stato al centro degli ultimi interventi di molti padri tanto in Aula, quanto del confronto all’interno dei Circoli minori. Diversi gli approcci sulla questione. Per alcuni la premessa si fonda sulla necessità di una riproposizione chiara degli insegnamenti della Chiesa sul matrimonio, e dunque un atto di tutela della dottrina, giacché – si è sostenuto – la Chiesa non ha il potere di aumentare né di diminuire la Parola di Dio. Per altri, è stato evidenziato come la sequela di Cristo non possa tradursi in una esclusione permanente delle persone dai Sacramenti – quasi che, ha osservato qualcuno, i sacerdoti siano funzionari addetti al controllo dei fedeli – poiché la lontananza in particolare dall’Eucarestia viene considerata una “privazione grave”.
Un percorso in discussione
Centrale in questo percorso la possibilità, già evocata, di individuare per i divorziati risposati un accesso non indiscriminato ai Sacramenti ma consentendo un approccio personalizzato, come riassunto da padre Bernd Hagenkord:
“Serve un cammino di discernimento ben strutturato per i divorziati e risposati, per lasciarli prendere la loro decisione, nella loro coscienza. La via penitenziale è stata discussa: questo progetto che nasce dall’intervento del cardinale Kasper, un anno e mezzo fa, perché in ogni caso il Sacramento della Penitenza precede il Sacramente dell’Eucaristia: è chiamato la via penitenziale. E’ stata proposta una valutazione delle situazioni caso per caso e una limitazione di una tale ammissione per casi particolarmente significativi”.
Abbandonare il linguaggio scolastico
E’ stato sollevato il bisogno di una ristrutturazione della pastorale familiare nelle parrocchie, che possa valersi della presenza di associazioni e Movimenti e, se possibile, di piccole comunità di famiglie locali che diano sostegno – con quello che alcuni hanno definito il loro specifico “ministero dell’accoglienza” – ad altre famiglie ferite, con iniziative pastorali concrete e non basate su “eventi”:
“Un argomento frequentemente discusso è l’esigenza di una formazione coerente, di una nuova metodologia. Nella catechesi c’è l’esigenza di abbandonare il linguaggio scolastico che parla di un ‘corso di matrimonio’, in favore di ‘essere in cammino insieme’.
In particolare, perché la pastorale familiare risulti efficace, alcuni interventi hanno sollecitato una cura particolare per i futuri sacerdoti. Molti, si è detto, provengono spesso da famiglie disastrate e se non li si aiuta a comprendere la bellezza del matrimonio cristiano potrebbero – è stato rilevato con lucidità – avere loro per primi problemi nei riguardi delle vocazione delle famiglie.
Matrimoni misti, bellezza non solo problemi
Molto sentito, in particolare da molti Padri sinodali africani e asiatici, il tema dei matrimoni misti, tra cattolici e musulmani. È stato chiesto che il Sinodo indichi misure che tutelino la parte cattolica, specie le donne, poiché in molte circostanze nel matrimonio con un islamico alla donna viene richiesto di abbandonare la propria religione pena il ripudio. Tuttavia, sul punto padre Lombardi ha evidenziato:
“Va presentato l’aspetto positivo di questi matrimoni, come una possibilità di vivere il dialogo in senso positivo. L’Instrumentum lo deve far vedere non solo come un luogo di problemi, ma anche come un luogo positivo di dialogo, di annuncio dell’amore. Certamente sono state presentate situazioni non facili, sia nel contesto musulmano, sia anche in altri contesti asiatici. E quindi c’è una serie quantità di problemi che le Conferenze episcopali, in questi casi, chiedono un po’ anche di poter affrontare con delle specificità”.
Motu proprio a servizio della pastorale
Lo stesso padre Lombardi ha voluto porre in risalto, tra gli interventi in Aula, le osservazioni relative alle decisioni di Papa Francesco che riformano il processo di nullità:
“Qualcuno ha parlato del Motu proprio, della riforma recente sul processo del riconoscimento di nullità, in particolare parlando dell’importanza della formazione degli operatori nel campo giuridico e del fatto che il giudizio giuridico sulle situazioni matrimoniali è un servizio pastorale importante. Ecco, va visto non come un’altra cosa, ma come un aspetto – anche questo – del servizio pastorale”.
Formazione dei fidanzati
Una parola di sollievo è stata richiesta dal Sinodo per le coppie che non hanno figli, con una sottolineatura sull’importanza dell’adozione. Mentre sul tema della formazione dei fidanzati è stato suggerita, ad esempio, la creazione di corsi base on line sulla preparazione al matrimonio. Molti gli argomenti evocati di vario genere – dai matrimoni per gli immigrati irregolari al fenomeno della tratta delle donne, compresa l’influenza del terrorismo sulla disgregazione di molte famiglie nelle zone dove agisce il cosiddetto Stato islamico.
“Instumentum laboris”, documento da perfezionare
Ospite in Sala Stampa vaticana, mons. Stanisław Gądecki, arcivescovo di Poznan e presidente dei vescovi polacchi, che ha ribadito l’importanza di accompagnare le coppie di divorziati risposati secondo quanto previsto dalla dottrina vigente e a una domanda di un giornalista che gli chiedeva di valutare l’Instrumentum Laboris ha replicato:
“Alcuni si sono espressi anche per una revisione abbastanza fondamentale del testo dell’Instrumentum Laboris; altri dicevano, invece, che bisogna cambiare le parole, qua e là approfondire i concetti, senza cambiare tutto. Il mio parere è che quell’Instrumentum Laboris potrebbe essere molto meglio organizzato rispetto a quello che è”.
Una sola volta “perdono”
E a proposito di “Instumentum laboris”, padre Lombardi ha riferito un’osservazione “spiritualmente significativa” fatta da un Padre sinodale, il quale ha notato che in tutto il documento la parola “perdono” si cita una sola volta. “Forse è un po’ poco – ha soggiunto il portavoce vaticano – perché questo oltre a essere un aspetto fondamentale delle relazioni tra esseri umani è il cardine del messaggio cristiano, la misercordia. Un aspetto confermato dall’altro ospite al briefing, mons. Carlos Aguiar, arcivescovo di Tlalnepantla, in Messico, fino a poco tempo fa presidente del Celam:
“El Santo Padre muestra, con el Año Jubilar de la Misericordia, l’actitud de la Iglesia…
Il Santo Padre mostra, col Giubileo della Misericordia, qual è l’atteggiamento della Chiesa, con misericordia per tutti. Ebbene, questo amore che viene manifestato nel mondo deve arrivare a tutti, nel modo migliore. E questo è il disegno di Dio. Però il disegno di Dio non viene realizzato in un unico modo, ma ci sono varie situazione che cambiano: come, per esempio, situazioni di divorzio, di persone risposate, di madri abbandonate, di madri che sono in stato interessante senza essere sposate, famiglie monoparentali… Però ovviamente è importante esercitare la misericordia per tutte queste persone da parte della Chiesa, sempre alla luce dell’amore del Signore”.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)