“Vorrei ricordare che il Sinodo non è un convegno o un parlatorio, non è un parlamento o un senato, dove ci si mette d’accordo. Il Sinodo, invece, è un’espressione ecclesiale, cioè è la Chiesa che cammina insieme per leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio; è la Chiesa che si interroga sulla sua fedeltà al deposito della fede, che per essa non rappresenta un museo da guardare e nemmeno solo da salvaguardare, ma è una fonte viva alla quale la Chiesa si disseta per dissetare e illuminare il deposito della vita”. Con queste parole Papa Francesco ha dato il via ai lavori del Sinodo sulla famiglia dopo la Messa in San Pietro di ieri.
Papa Francesco ha esortato i Padri Sinodali a fare spazio all’azione dello Spirito Santo: “Il Sinodo inoltre è uno spazio protetto ove la Chiesa sperimenta l’azione dello Spirito Santo. Nel Sinodo lo Spirito parla attraverso la lingua di tutte le persone che si lasciano guidare dal Dio che sorprende sempre, dal Dio che rivela ai piccoli ciò che nasconde ai sapienti e agli intelligenti, dal Dio che ha creato la legge e il sabato per l’uomo e non viceversa, dal Dio che lascia le novantanove pecorelle per cercare l’unica pecorella smarrita, dal Dio che è sempre più grande delle nostre logiche e dei nostri calcoli. Ricordiamo però che il Sinodo potrà essere uno spazio dell’azione dello Spirito Santo solo se noi partecipanti ci rivestiamo di coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa”.
Il coraggio apostolico
Il coraggio apostolico non si lascia impaurire né di fronte alle seduzioni del mondo, che tendono a spegnere nel cuore degli uomini la luce della verità sostituendola con piccole e temporanee luci, e nemmeno di fronte all’impietrimento di alcuni cuori che – nonostante le buone intenzioni – allontanano le persone da Dio. «Il coraggio apostolico di portare vita e non fare della nostra vita cristiana un museo di ricordi» (Omelia a Santa Marta, 28 aprile 2015).
L’umiltà evangelica
L’umiltà evangelica che sa svuotarsi dalle proprie convenzioni e pregiudizi per ascoltare i fratelli Vescovi e riempirsi di Dio. Umiltà che porta a non puntare il dito contro gli altri per giudicarli, ma a tendere loro la mano per rialzarli senza mai sentirsi superiori ad essi.
L’orazione fiduciosa
L’orazione fiduciosa è l’azione del cuore quando si apre a Dio, quando si fanno tacere tutti i nostri umori per ascoltare la soave voce di Dio che parla nel silenzio. Senza ascoltare Dio tutte le nostre parole saranno soltanto “parole” che non saziano e non servono. Senza lasciarci guidare dallo Spirito tutte le nostre decisioni saranno soltanto delle “decorazioni” che invece di esaltare il Vangelo lo ricoprono e lo nascondono.
Cum Petro e Sub Petro
Dopo l’introduzione del Santo Padre è intervenuto il cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi. Con le sue parole ha tracciato un efficace identikit dell’assemblea: “La nostra è un’assemblea ampia e composita, un affresco mirabile della cattolicità della Chiesa, in cui si riflettono le sensibilità e risuonano le voci di tutti i continenti. Quest’assise sinodale – ha recentemente affermato il Santo Padre – possiede «un respiro mondiale, che corrisponde alla dimensione universale del cristianesimo, ma anche alla portata universale di questa comunità umana fondamentale e insostituibile che è appunto la famiglia»”.
Il card. Balidisseri ha anche richiamato l’attenzione sulla figura del Santo Padre: “Al tempo stesso, poiché il Sinodo dei Vescovi agisce cum Petro et sub Petro, capo e custode dell’unico Gregge di Cristo, esso diviene pure una peculiare manifestazione dell’unità della Chiesa cattolica edificata sul fondamento degli apostoli, tra i quali Simon Pietro è la roccia (cfr. Mt 16, 18), il discepolo prescelto dal Maestro per confermare i fratelli nell’unica fede (cfr. Lc 22, 32)”.
Il Sinodo entra nel vivo
L’intervento del cardinale Péter Erdő, relatore generale dell’assise, ha poi proiettato l’assemblea nel vivo della discussione, sollevando i temi più spinosi che questo sinodo dovrà affrontare: indissolubilità matrimoniale, comunione a divorziati risposati, preparazione di giovani coppie al matrimonio, denatalità, assistenza a famiglie in crisi, discriminazione di omosessuali, aborto, eutanasia, unioni civili. Argomenti scottanti su cui la Chiesa si dovrà esprimere, ma lo dovrà fare, afferma il cardinale Erdő riprendendo le parole di Papa Francesco: “con lo stesso sguardo di Cristo: uno sguardo che non è quello di un sociologo o di un fotoreporter, ma quello degli occhi del cuore”.
Di Alessandro Ginotta
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