Sir Paul Coleridge costretto a dimettersi perché parla di ‘crisi della famiglia’
Un giudice dell’Alta corte ingleseè stato costretto a dimettersi dalla sua carica per aver condotto una campagna a favore del matrimonio tradizionale, affermando che «mi avrebbero impiccato pubblicamente se avessi continuato». Sir Paul Coleridge, il giudice di cause familiari più importante della Gran Bretagna, grande oppositore del divorzio, ha creato il think tank Marriage Foundation nel 2012 per promuovere «relazioni stabili e durature»,
sapendo che «milioni di bambini vengono danneggiati dai genitori che si separano: non dico che ogni famiglia che si separa causa bambini problematici ma quasi tutti i bambini problematici hanno una famiglia separata». Sir Coleridge ha sempre sostenuto che «la separazione dei genitori può essere una buona cosa per i genitori ma non lo è mai, mai, mai per i figli». A dicembre, dopo un’intervista in cui ha criticato le convivenze, denunciato l’impatto dei divorzi sui bambini e accusato il governo di occuparsi troppo dei matrimoni omosessuali («un problema minoritario»
) invece che affrontare la «crisi della famiglia», ha ricevuto dieci lamentele presso l’Ufficio per le proteste giudiziarie, organo che controlla l’operato dei magistrati. Per questo, dopo un’indagine che ha appurato che le sue parole erano «incompatibili con le responsabilità giudiziarie», è stato richiamato ufficialmente e ad aprile ha dovuto dimettersi dalla divisione famigliare dell’Alta corte. «È ingiusto, sproporzionato e ridicolo», ha commentato pochi giorni fa Sir Coleridge. «Non sono le mie parole ad aver minato la reputazione dei giudici, ma quello che mi hanno fatto. Certe cose non dovrebbero accadere». Sir Coleridge ha detto che ora si occuperà del suo think tank più attivamente, ma si è detto «terrorizzato» dal fatto che «poche e banali lamentele» possano minare il diritto di un giudice a esprimere la sua opinione sul matrimonio. diLeone Grotti
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