L’arcivescovo prosegue: “C’è anche da aggiungere che una parte della popolazione locale si è messa dalla parte dei miliziani del Daesh: quando questi sono arrivati nel quartiere sud-orientale di al-Nachwa, da lì hanno fatto uscire le donne e i bambini. Ma i maschi giovani e adulti sono rimasti, e si sono schierati col Daesh. E adesso proprio quel grande quartiere è al centro degli scontri più violenti tra le forze governative quelle del cosiddetto Stato islamico”.
Intanto per la nuova massa di profughi concentrata soprattutto a Qamishli è già iniziata l’emergenza umanitaria: “Caritas Siria ha mandato i suoi aiuti” riferisce ancora a Fides l’arcivescovo Hindo, “ma le esigenze aumentano di giorno in giorno. Tra i cristiani non ci sono feriti, ma anche molti di loro, come tutti gli altri, sono concentrati in accampamenti di fortuna. Tanti dormono all’aperto, e la situazione si complica di giorno, a causa del caldo insopportabile”.
Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it)
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