Il
segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha espresso “vergogna, profonda rabbia e frustazione”, per il fallimento della Comunità internazionale nel trovare una soluzione per la crisi siriana ed ha invocato una punizione per i responsabili del “bagno di sangue” e “i crimini commessi contro il popolo siriano”.
Il segretario generale dell’Onu ha aperto, insieme all’emiro del Kuwait, la Terza Conferenza dei donatori della Siria, che si svolge oggi a Kuwait City, alla presenza di 70 Paesi (per lo più occidentali e del Golfo) e di una quarantina di organizzazioni non governative.
Ban si è rivolto ai donatori per uno sforzo di “generosità” nei confronti del popolo siriano. “Il popolo siriano – ha detto – sta soffrendo per una guerra sanguinosa nel proprio Paese”.
L’Onu ha stimato che servirebbero circa 8,4 miliardi di dollari, solo nel 2015, per alleviare le sofferenze dei siriani. Finora nelle casse delle agenzie delle Nazioni Unite impegnate sul terreno del conflitto è arrivato solo un 10% della somma necessaria.
All’apertura della conferenza l’emiro del Kuwait, Sheikh Sabah al-Ahmed al-Jaber al-Sabah, ha annunciato uno stanziamento di 500 milioni di dollari (465 milioni di euro) per la crisi umanitaria in Siria. Il Kuwait si conferma così uno dei piu generosi sostenitori dell’Onu impegnata nella crisi umanitaria siriana.
I numeri della crisi
La crisi siriana, giunta ormai al suo quinto anno, ha provocato duecentomila morti, quasi 4 milioni di rifugiati – prevalentemente in Turchia, Libano e Giordania – a cui si aggiungono circa 8 milioni di profughi interni, gli sfollati. Sono 12 milioni le persone che necessitano assistenza medica, cibo ed elettricità.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana