La crisi in Siria è al centro del dibattito internazionale, dopo che ieri la Francia ha bombardato per la prima volta le postazioni dello Stato Islamico nell’est del Paese.
Il nodo da sciogliere è il futuro di Bashar Al-Assad. Per l’Iran la priorità deve essere quella di sconfiggere l’Is, mentre Parigi esclude qualsiasi ruolo futuro del presidente alawita.
Intanto, mentre si rafforza la cooperazione nel fronte russo-sciita, è atteso per oggi, a margine dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, un incontro fra il presidente russo Putin e quello americano Obama.
Parigi ha bombardato lo Stato Islamico in Siria per “legittima difesa”, colpendo i luoghi nei quali si preparavano attacchi terroristici contro la Francia. Così il presidente Hollande e il primo ministro Valls hanno legittimato i raid di ieri, i primi compiuti da aerei francesi in territorio siriano.
Hollande non abbandona la ricerca di una soluzione diplomatica ma precisa che “il futuro della Siria non può passare dal presidente Bashar al-Assad. Per il presidente iraniano Rohani, presente a New York insieme ad altri leader mondiali per l’Assemblea generale dell’Onu, bisogna invece prima eliminare la minaccia jihadista e poi pensare ad un nuovo ed eventuale governo siriano. Difende Assad anche il presidente russo Putin, che ha avviato una collaborazione tra le intelligence di Russia, Siria, Iran e Iraq contro gli uomini del sedicente califfato.
Il capo del Cremlino accusa poi gli Stati Uniti di aiutare i ribelli anti-Assad in maniera illegittima e controproducente perché, dice, “molti di coloro che sono stati addestrati adesso stanno unendosi ai jihadisti con delle armi americane”. La risposta di Obama è attesa per oggi, quando a New York ci sarà l’atteso faccia a faccia con Putin.
Il servizio è di Raviart per la Radio Vaticana