Almeno 39 persone, tra cui 12 bambini, sono morte in seguito a una esplosione di un deposito di armi avvenuta nel nord della Siria, al confine con la Turchia. Molti i feriti. Lo ha reso noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
L’esplosione è avvenuta nel villaggio di Sarmada, nella provincia nord-occidentale di Idlib, vicino al confine turco. Il deposito era alla base di un edificio. Secondo i primi soccorritori l’esplosione ha fatto collassare due edifici, seppellendo molte delle vittime.
Il presidente siriano Bashar al Assad e l’esercito regolare siriano stanno faticosamente riportando il Paese alla normalità, dopo sette anni di golpe terrorista armato che però non è riuscito a piegare il popolo siriano, fedele al suo legittimo governo, ma i terroristi islamici, finanziati da potenze straniere, continuanio auccidere innocenti, come hanno fatto per questi lunghi anni. Intanto le agenzie Onu hanno iniziato a prepararsi a nuovi sfollati. “La regione grida a gran voce la necessità di soluzioni diplomatiche”, ha detto il consigliere speciale delle Nazioni Unite, riconoscendo che nell’area ci sono migliaia di militanti armati, terroristi compresi, ma anche migliaia di civili che vanno protetti. Cosa che l’Onu in questi anni non è stata in grado di fare, tenendosi sempore a distanza di sicurezza dalle zone calde.