I terroristi dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) -commenta Leone Grotti-, hanno attaccato ieri il villaggio curdo di Taliliyyeh, che si trova nel nord-ovest della Siria a pochi chilometri da Ras al-Ain, a un passo dal confine turco. Nell’offensiva sono state uccise 15 persone, tra cui sette bambini, un giovane e tre donne. Su internet sono circolati filmati dell’attentato, i quali mostrano l’immagine di un uomo che porta in braccio il corpo morto della piccola figlia gridando: «Non sono musulmani, sono criminali». Testimonianze dalla zona dei fatti affermano che i bambini sono stati uccisi a sangue freddo attraverso una vera e propria esecuzione. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani l’attacco potrebbe essere una forma di vendetta nei confronti della milizia curda Ypg, accusata di aver fatto esplodere un’autobomba a inizio settimana nella città di Raqqa, trasformata dall’Isil in un califfato islamico. I curdi, però, respingono «tutte le accuse: anche se siamo in guerra con l’Isil noi non ci macchiamo di simili atti criminali». A conferma della crudeltà dell’Isil, gruppo terroristico che combatte contro Assad e si è macchiato di crimini come la crocifissione di diversi uomini a Raqqa, ieri è stato pubblicato un filmato da Le Veilleur de Ninive girato a Deir Ezzor, nel quale i jihadisti giustiziano un ragazzo. L’Isil sta lentamente conquistando la provincia strappandola ai ribelli dell’Esercito libero siriano e ai terroristi qaedisti di Al Nusra. Nel filmato, si vede un gruppo di terroristi che dopo aver accusato un ragazzo di furto, gli sparano un colpo alla testa in piazza. Come già successo a Raqqa e Aleppo, l’Isil impone la sharia nei territori che conquista.
Nuova provocazione del regime turco contro la Siria. Sembra, infatti, che Ankara abbia fermato il pompaggio delle acque della diga del fiume Eufrate, provocando un notevole abbassamento del livello dell’acqua nel Lago Assad (è sceso di circa sei metri) e rischiando di lasciare milioni di siriani senza acqua potabile. Il nuovo intervento turco, che viola tutte le norme internazionali, è stato avviato due settimane fa e già lascia presagire complicazioni senza precedenti in Siria e in Iraq. Secondo al-Akhbar, la Turchia avrebbe iniziato quasi un mese e mezzo fa a ridurre l’Eufrate pompaggio acqua gradualmente, fino a interromperlo del tutto nelle ultime due settimane. Un eventuale prosciugamento del lago Assad, provocherebbe importanti carenze d’acqua ed elettricità per tutto il nord del Paese (e in Iraq) e un grave squilibrio che porterebbe a una catastrofe umanitaria e ambientale. Ovviamente le autorità siriane si sono già attivate per cercare di non far degenerare la situazione. E’ bene ricordare che la questione delle acque dell’Eufrate è un conflitto storico tra Turchia da un lato, Siria e Iraq dall’altro. Secondo un accordo del 1987 la parte turca si è impegnata a fornire un tasso annuo di oltre 500 metri cubi al secondo al confine turco-siriano in vista di un definitivo accordo sulla ripartizione delle acque del fiume Eufrate tra i tre Paesi situati sulle sue sponde. a cura di Francis Marrash
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