Siria, giustiziati 7 bambini: ‘sono criminali, non musulmani’

I combattenti del partito libanese Hezbollah “stanno affluendo massiciamente” nel sud della Siria e in particolare nei dintorni della citta’ di Nawa, “allo scopo di assediarla e partecipare alle battaglie che saranno condotte per riprenderne il controllo”. E’ quanto rivela ad Aki-Adnkronos International una fonte della stampa governativa siriana, secondo cui la regione ha per Hezbollah “un’importanza strategica nel suo conflitto con Israele”. Per la fonte, “l’esercito siriano riprendera’ prima o poi la citta’ di Nawa”, che attualmente e’ sotto il controllo dell’opposizione armata. “I combattenti di Hezbollah sono attualmente dispiegati da sud di Damasco fino alla citta’ meridionale di Bosra, ma nelle ultime settimane sono affluiti in modo massiccio attorno a Nawa e nella citta’ di Izraa”, spiega la fonte, che ha preferito restare anonima. “Hezbollah dimostra grande interesse nel recuperare Nawa dai combattenti dell’opposizione e vuole che sia sotto il suo controllo per tagliare ogni contatto con Israele”, sottolinea la fonte, secondo cui la presenza di miliziani del Partito di Dio a Bosra si giustifica con l’esistenza di “una piccola minoranza sciita”

in quella citta’, che pero’ non ha un interesse strategico diretto per loro, ma si tratta solo di “un punto d’appoggio”. L’esercito siriano, in collaborazione con i miliziani di Hezbollah, aveva sferrato un attacco sulla citta’ di Nawa, a nord di Daraa, ma ha dovuto ritirarsi dalla battaglia alla luce della resistenza dei combattenti dell’opposizione e del loro forte apparato militare. Attivisti di Daraa hanno riferito che una parte degli abitanti di Nawa e’ fuggita dopo che il regime ha iniziato a bombardarla in modo massiccio con barili esplosivi, artiglieria pesante e elicotteri da guerra.

I terroristi dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) -commenta Leone Grotti-, hanno attaccato ieri il villaggio curdo di Taliliyyeh, che si trova nel nord-ovest della Siria a pochi chilometri da Ras al-Ain, a un passo dal confine turco. Nell’offensiva sono state uccise 15 persone, tra cui sette bambini, un giovane e tre donne. Su internet sono circolati filmati dell’attentato, i quali mostrano l’immagine di un uomo che porta in braccio il corpo morto della piccola figlia gridando: «Non sono musulmani, sono criminali». Testimonianze dalla zona dei fatti affermano che i bambini sono stati uccisi a sangue freddo attraverso una vera e propria esecuzione. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani l’attacco potrebbe essere una forma di vendetta nei confronti della milizia curda Ypg, accusata di aver fatto esplodere un’autobomba a inizio settimana nella città di Raqqa, trasformata dall’Isil in un califfato islamico. I curdi, però, respingono «tutte le accuse: anche se siamo in guerra con l’Isil noi non ci macchiamo di simili atti criminali». A conferma della crudeltà dell’Isil, gruppo terroristico che combatte contro Assad e si è macchiato di crimini come la crocifissione di diversi uomini a Raqqa, ieri è stato pubblicato un filmato da Le Veilleur de Ninive girato a Deir Ezzor, nel quale i jihadisti giustiziano un ragazzo. L’Isil sta lentamente conquistando la provincia strappandola ai ribelli dell’Esercito libero siriano e ai terroristi qaedisti di Al Nusra. Nel filmato, si vede un gruppo di terroristi che dopo aver accusato un ragazzo di furto, gli sparano un colpo alla testa in piazza. Come già successo a Raqqa e Aleppo, l’Isil impone la sharia nei territori che conquista.

Nuova provocazione del regime turco contro la Siria. Sembra, infatti, che Ankara abbia fermato il pompaggio delle acque della diga del fiume Eufrate, provocando un notevole abbassamento del livello dell’acqua nel Lago Assad (è sceso di circa sei metri) e rischiando di lasciare milioni di siriani senza acqua potabile. Il nuovo intervento turco, che viola tutte le norme internazionali, è stato avviato due settimane fa e già lascia presagire complicazioni senza precedenti in Siria e in Iraq. Secondo al-Akhbar, la Turchia avrebbe iniziato quasi un mese e mezzo fa a ridurre l’Eufrate pompaggio acqua gradualmente, fino a interromperlo del tutto nelle ultime due settimane. Un eventuale prosciugamento del lago Assad, provocherebbe importanti carenze d’acqua ed elettricità per tutto il nord del Paese (e in Iraq) e un grave squilibrio che porterebbe a una catastrofe umanitaria e ambientale. Ovviamente le autorità siriane si sono già attivate per cercare di non far degenerare la situazione. E’ bene ricordare che la questione delle acque dell’Eufrate è un conflitto storico tra Turchia da un lato, Siria e Iraq dall’altro. Secondo un accordo del 1987 la parte turca si è impegnata a fornire un tasso annuo di oltre 500 metri cubi al secondo al confine turco-siriano in vista di un definitivo accordo sulla ripartizione delle acque del fiume Eufrate tra i tre Paesi situati sulle sue sponde. a cura di Francis Marrash

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