Siria: i cristiani si appellano all’America per bloccare i finanziamenti ai terroristi

Alcuni leader religiosi sfilano per le vie di Amman Giordania, per chiedere la pace in Siria.

Pubblico la traduzione dall’inglese dell articolo “Syrian Christian Leaders Call On U.S. To End Support For Anti-Assad Rebels” di Elizabeth Dias. L’articolo, mette in evidenza la falsità dell’amministrazione americana sulla questione siriana. Non è possibile appoggiare i terroristi per liberare il paese e portare la pace. Con l’aggravante che i gruppi dei ribelli fondamentalisti, non lottano per restituire la libertà, ma per instaurare lo Stato Islamico del Sol Levante, decimando le minoranze religiose con esecuzioni sommarie e con la violenza. Per i cristiani nella nuova conformazione politica, non ci sarà più spazio. La cultura accogliente e tollerante che ha fatto della Siria un paese grande ed evoluto, sarà un ricordo molto lontano. Lavoriamo affinchè non si possa realizzare l’odioso piano portato avanti dalle potenze politiche occidentali e orientali. Tutti devono avere la possibilità di abitare in serenità la propria terra, garantendo la libertà religiosa e la convivenza pacifica tra le diverse espressioni sociali e culturali. E’ sconfortante vedere tantissima gente abbandonare le proprie case perché non si sente più al sicuro. Amici siriani, non lasciate i vostri paesi! Resistete! Solo così potrà arrivare la vittoria.

Il vescovo Elias Toumeh, rappresentante del patriarcato ortodosso di Antiochia e di tutto l’Est, racconta del funerale che ha presieduto dieci giorni fa. Si trattava del corpo senza testa di un fedele di Marmarita. Il Reverendo Adeeb Award, vice moderatore del Sinodo Nazionale Evangelico della Siria e del Libano, spiega la tattica dei ribelli: prima hanno distrutto la sua Chiesa e in seguito hanno accusato il governo. Il Vescovo Armash Nalbandian, primate della Chiesa Armena di Damasco, afferma di aver ricevuto un messaggio su Facebook dal vescovo di Aleppo. Il presule descriveva l’episodio accaduto a due suoi fedeli su un bus, fermato dai ribelli. I combattenti hanno richiesto la carta di identità dei passeggeri. Come conclusione i due armeni sono stati arrestati e fatti prigionieri. I ribelli -racconta Nalbandian-, hanno in seguito consegnato ai passeggeri poche ore dopo, una scatola, a loro dire piena di dolci. In realtà conteneva le due teste tagliate degli Armeni. Le storie raccontate dai Vescovi sono difficili da verificare. Il costo in vite umane della guerra va ben al di là delle comunità cristiane. In Syria più di 130.000 persone sono state uccise dall’inizio del conflitto, e almeno altri due milioni sono fuggiti dal paese. I Cristiani Siriani chiedono agli Stati Uniti di interrompere il proprio supporto ai gruppi ribelli che combattono contro il presidente Bashar al Assad. “Gli Stati Uniti devono cambiare la propria politica e optare  per la via della diplomazia e del dialogo, senza supportare i ribelli”

, dice Nalbandian.

Il gruppo di presuli, è la prima delegazione del suo genere ad arrivare a Washington da quando è iniziata la crisi tre anni fa. I suoi cinque membri rappresentano le principali comunità cristiane del paese. Awad, Toumeh, e Nalbandian sono stati raggiunti dal rev. Riad Jarjour, pastore presbiteriano di Homs, e dal vescovo Dionysius Jean Kawak, Metropolita della chiesa ortodossa Siriana. Il Westminster Institute e il Barnabas Aid, due gruppi che si occupano di libertà religiosa e di aiuti alle comunità di culto minacciate, hanno finanziato il loro viaggio. Dato il crescente supporto degli Stati Uniti a favore dei ribelli -con la scusa dell’uso da parte del regime di Assad di armi chimiche-, la missione dei leader religiosi si è molto complicata. I vescovi chiedono agli Stati Uniti di fare pressione su nazioni come l’Arabia Saudita, il Quatar e la Turchia affinchè smettano di appoggiare ed inviare combattenti in Siria. “Il vero problema è che la forte opposizione militare sul campo di battaglia è costituita da forze straniere”, spiega Awad, asserendo che gli aiuti americani ai ribelli, significa sostegno ai terroristi stranieri. “Sono loro quelli che attaccano le chiese e uccidono preti e suore, bruciano le case, mangiano fegati e cuori umani e tagliano teste”

afferma Award.

Le chiese cristiane siriane non stanno pubblicamente richiedendo un completo supporto al governo di Assad. Difendere questa metterebbe in pericolo la vita dei fedeli. Invece, loro si stanno incontrando privatamente con parlamentari, diplomatici e gruppi di esperti. Domenica pomeriggio, hanno parlato con Rep. Frank Wolf (R-VA) nella chiesa di  San Giovanni l’Amato nella vicina McLean. Lunedì, hanno tenuto una conferenza alla Heritage Foundation e all’Università Cattolica d’America. Martedì si sono incontrati con il Rep. Anna Eshoo (D-CA), il Rep. Robert Aderholt (R-AL) e il Rep. Louie Gohmert (R-TX), e successivamente con i leader della commissione Americana per l libertà religiosa internazionale. Il programma di Mercoledì ha incluso la Sen. Lindsay Graham (R-SC), il Sen. John McCain (R-AZ), il Sen. Joe Manchin (D-WV), funzionari del dipartimento di stato tra cui Lawrence Silverman, sottosegretario esecutivo per gli affari nel vicino Oriente, Uzra Zeya assistente esecutiva per il Bureau per la Democrazie, i Diritti Umani e il Lavoro e come ultima tappa l’ U.S. Institute for Peace.

È stato complicato fare presa sulle istituzioni. L’aiuto ai cristiani e alle minoranze minacciate di estinzione poteva sembrare supporto ad Assad. E’ complicato far comprendere che la guerra ha distrutto non solo le comunità cristiane, ma un intero paese. Il Presidente Obama ha solamente menzionato brevemente il caso Syria nel suo discorso del Martedì:in Siria noi ci schiereremo contro coloro che condividono gli obbiettivi delle organizzazioni terroristiche ha affermato. E stato grazie allintervento della diplomazia Americana, supportata dalla minaccia delluso della forza, che le armi chimiche sono state eliminate. Continueremo a lavorare con la comunità internazionale per assicurare al popolo siriano il futuro che merita, un futuro libero dalla dittatura, dal terrore e dalla paura.

Un’altra sfida, importante da superare, sono state le tensioni che si sono create nel Congresso. Un gruppo di leader si sono fatti sentire. La U.S. House of Representatives ha proposto una legge- lo scorso settembre-, promossa da Wolf e Eshoo, per creare una commissione speciale per le minoranze religiose nel Dipartimento di Stato, che lavorerà sulle politiche di protezione per delle comunità religiose. Il progetto di legge deve ancora passare al senato. Lincontro di questa settimana con la delegazione dei leader della Chiesa Cristiana Siriana ha rappresentato unopportunità costruttiva per far crescere la consapevolezza e per discutere sulle azioni che possono essere intraprese concretamente per aiutare a proteggere i Cristiani e  le altre minoranze religiose in Siria., ha detto Eshoo. I Cristiani negli Stati Uniti dovrebbero essere tenuti al corrente dai politici sulle atrocità che accadono in Siria. Non deve essere permesso alla storia di violenza contro le minoranze religiose di ripetersi.

Wolf ha sostenuto la causa durante il suo mandato al Congresso, ma andrà in pensione alla fine dell legislatura. I leader più giovani come Aderholt vedono in questo un’opportunità per prendere posizione. Molti americani non capiscono che i Cristiani nel Medio Oriente sono in pericolo di morte. Sono stati spesso costretti a lasciare le loro terre per via delle persecuzioni e delle minacce dei musulmani radicali. Afferma: Se vogliamo che una vera democrazia emerga in queste regioni, la voce dei Cristiani e di altre minoranze religiose dovrebbe essere ascoltata nei processi decisionali, e di sicuro non deve può perseguitata.  Non dovrebbero le minoranze-, temere per la propria vita per via degli estremisti che dilagano in Siria.  I racconti dei vescovi sono simili ad altre raccapriccianti storie di violenza contro i Cristiani durante la guerra. Le scuole Cristiane a Damasco sono state bombardate a novembre. Il mese successivo una dozzina di suore  Greche-Ortodosse sono state rapite dal monastero di Mar Takla a Maaloula. Gruppi ribelli hanno sequestrato due vescovi vicino ad Aleppo lo scorso Aprile. Il prete Gesuita Paolo Dall’Oglio, di cui il TIME ha scritto nel 2012 quando era andato in visita negli Stati Uniti, con uno scopo simile per ricercare appoggio, è scomparso. a cura di Francis Marrash

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