Siria: i terroristi pronti all’offensiva di primavera

I terroristi che operano nella parte meridionale della Siria stanno organizzando una “offensiva di primavera” contro Damasco. Secondo fonti del governo e dell’opposizione, all’interno di questa offensiva è previsto lo spiegamento di quei combattenti che sono stati addestrati dalle forze occidentali in Giordania. Allo stesso tempo l’esercito regolare siriano sta riposizionando le proprie truppe nella provincia di Quneitra, nei pressi del confine israeliano, e punta a fermare l’avanzata dei ribelli a Daraa. Dal canto suo, il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha dichiarato che “solo i colloqui di Ginevra” possono portare la pace nel Paese e ha invitato “tutte le parti in causa” a tornare al tavolo del dialogo dopo il fallimento del secondo round di incontri. Sul campo si teme l’arrivo di migliaia di ribelli addestrati dagli Stati Uniti. Abdullah al-Qarazi, ex ufficiale dell’esercito regolare e oggi comandante ribelle, ha messo in chiaro che l’offensiva ci sarà: “La provincia di Daraa è il cancello di Damasco. È da qui che inizia la battaglia per la capitale”.

Per ora, ha aggiunto, “abbiamo solo la garanzia che le armi arriveranno da quelle nazioni che sostengono la rivolta contro Assad. Se le promesse saranno onorate, a Dio piacendo arriveremo nel cuore della capitale”. Dall’estate del 2013, i ribelli possono vantare il controllo di parti della città di Daraa e di alcune posizioni strategiche nei pressi del confine giordano: queste potrebbero divenire il corridoio per il passaggio delle armi. Inoltre hanno formato una coalizione composta da 47 fazioni e aperto canali di comunicazione con i combattenti della provincia di Damasco e con quelli che lottano a Quneitra, nel Golan. Da parte sua, l’esercito regolare non ha intenzione di cedere: secondo un funzionario del governo, “tutto è pronto” per la battaglia di Daraa. L’amministrazione Obama ha usato la politica del bastone e della carota per fare pressione sul governo siriano. Secondo lo studio, gli stati confinanti con la Siria, sarebbero totalmente soddisfatti per la distruzione del paese. In questo, l’Arabia Saudita sarebbe il principale partner strategico delle potenze internazionali, essendo quella che ha più influenzato e sostenuto i takfiristi per distruggere la nazione siriana e alterare la vera natura del conflitto che è di origine politica. Il governo saudita, infatti, utilizza Al-Qaeda e altre fazioni takfiriste come propri agenti negli altri Paesi per difendere gli interessi personali.

Intanto nei giorni scorsi, proseguono i successi dell’esercito arabo siriano in diverse zone del Paese. Ripreso il pieno controllo della città di Ma’an, nella periferia nord di Hama, teatro di un violento massacro per mano delle bande alqaediste solo la scorsa settimana. Nella zona di Aleppo, invece, è stata ripristinata la sicurezza L’esercito nei due villaggi di Sheikh Najar e Talet Ghali, dopo aver distrutto molti covi e eliminato un gran numero di armati, nei due quartieri di Marjeh e Qadi Askar e nella zona vecchia di Aleppo, nei pressi della moschea Khasrafiah. Progressi segnalati anche a Homs, dove sono stati eliminati affiliati di “Jund al-Sham”

a Homs e nei villaggi di Khaldiyah Dar Kabirah. Ritrovato e distrutto anche un tunnel nel quartiere di Bab Hud, che conduceva alla zona del vecchio mercato, utilizzato per il movimento di armati e lo stoccaggio di armi e munizioni. A Deir Ezzor notevoli progressi nei quartieri di Richdiyah, Jbeilah, Arfi, Hweqa e Sina’a. Nella periferia nord di Latakia,sono stati eliminati terroristi affiliati a Jabhat al-Nusra nei due villaggi di Ein Bait Ibleq e Samur. Nella zona di Damasco, è stato avviato un processo di riconciliazione, con un cessate il fuoco nel sobborgo meridionale di Babbila e a Qudsaya, Moadamiyet al-Sham, Barzeh, Beit Sahem, Yalda e Yarmuk. Intanto il popolo sostiene l’Esercito siriano, con grandi cortei nelle più importanti città del paese:

1-. La città di Tartous ha ospitato un’immensa manifestazione a sostegno del governo siriano, dell’esercito che sta lottando contro i gruppi terroristici armati e nel rifiuto di qualsiasi ingerenza straniera negli affari interni della Siria. Manifestazioni anche a Heffeh (Lattakia), Qudssaya, Dimas e Sabourah (sobborghi di Damasco) e a Missyaf (Hama). 2-. Migliaia di abitanti di Saida Zeinab, dei villaggi di Bahdaliyeh, Husseiniyeh, Kherbet Ward e del campo profughi palestinese di Saydeh Zeinab, sono usciti oggi in una marcia maestosa in al-Baladiyeh a sostegno dell’esercito arabo siriano e del processo di riconciliazione nazionale che sta avvenendo nelle zone alla periferia di Damasco. I partecipanti che hanno issato enormi bandiere siriane e scandito slogan a sostegno dell’unità e indipendenza della Siria. 3-. Imponenti manifestazioni a sostegno del governo e dell’esercito arabo siriano si sono tenute, in particolare a Homs (nei quartieri di Zahra e al-Arman) e Hassaké. Ecco qualche immagine della popolazione in piazza che non vedrete sui nostri media. Chissà come mai i pochi rimasti tra i non-“Amici della Siria” non si preoccupano mai di chiedere il loro punto di vista! a cura di Francis Marrash

Homs (nei quartieri di Zahra e al-Arman) e Hassaké, manifestazione a favore dell’Esercito Siriano.

 

* La fonte dell’articolo è ripresa da: asianews e Syria, l’altra faccia della rivolta

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