In Siria è in corsa una massiccia offensiva contro i miliziani del sedicente Stato islamico. Ieri sono state le milizie antigovernative del cosiddetto “esercito siriano libero” che oggi hanno riconquistato le città di Dabiq e Sauran, a Nord di Aleppo.
Intanto la diplomazia continua a lavorare per un cessate il fuoco, anche dopo il nulla di fatto dei recenti colloqui a Losanna e Londra, ma le posizioni di Stati Uniti e Russia rimangono distanti. Un aggiornamento sul terreno nel servizio di Roberto Piermarini per Radio Vaticana:
L’offensiva dell’opposizione siriana contro alcune roccaforti dello Stato Islamico era stata lanciata lo scorso 24 agosto e, nelle ultime ore, i miliziani integralisti sono stati costretti ad abbandonare le località di Dabiq, Sauran ed Ehtimilat a seguito di una massiccio attacco. Particolarmente significativa è la perdita di Dabiq che, conquistata dall’Is nell’agosto 2014, città divenuta simbolo del Califfato. Con gli ultimi progressi, le fazioni ribelli controllano circa 2 mila chilometri quadrati di territorio nel nord della Siria. Ma l’operatività dei miliziani dell’Is resta molto pericolosa anche oltre confine.
Nel sud della Turchia ieri due kamikaze si sono fatti esplodere durante un blitz contro una base jihadista: tre i poliziotti uccisi. Al termine dell’operazione delle forze di Ankara è rimasto ucciso anche Mehmet Kadir Cabel, considerato il capo della cellula turca dell’Is e la mente dell’attentato che, lo scorso 22 agosto, causò 60 morti durante un matrimonio curdo.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)