Siria: la guerra dei bambini

La guerra distrugge l’innocenza dei bambini. Photo the Gabriel Chaim.

La guerra ha tanti volti. Porta distruzione, morte. Semina rancore, odio, violenza. Coloro che pagano di più gli effetti dei conflitti armati sono i bambini. Durante gli scontri ogni giorno sono trucidati tanti minori. I combattenti non guardano l’età. Davanti a loro ci sono delle persone da eliminare. Non importa se sono piccoli o grandi. L’importante è uccidere.  E’ la logica barbara e disumana della guerra. In Siria, il dramma è enorme. Migliaia di bambini sono rimasti senza genitori. Tanti altri hanno dovuto cedere alle pressioni dei gruppi terroristici, per combattere con loro. Guardare foto con bambini armati e pronti al combattimento è uno schiaffo alla dignità umana. Come è possibile utilizzare l’innocenza per compiere crimini contro la dignità dell’uomo? Una testimonianza riportata, racconta che durante un attacco al villaggio di Ayn l’Arouz, nella provincia di Idlib, i ribelli travestiti da soldati, hanno prelevato dalle loro case decine di bambini e bambine tra gli otto e i tredici anni usandoli come scudi umani: “li mettevano davanti ai finestrini degli autobus che trasportavano soldati per entrare facilmente nel villaggio”. Sono state raccolte altre decine di testimonianze di bambini dai 14 anni in su incarcerati e torturati. Molti minori hanno detto di essere stati picchiati, obbligati a restare fermi in posizioni scomode, frustrati con cavi elettrici, bruciati con le sigarette; un ragazzino è stato sottoposto a scosse elettriche ai genitali. Un testimone ha raccontato di aver visto un ragazzino di circa 15 anni morire di botte. Un altro di 15 anni, è stato picchiato più volte con cavi elettrici durante un interrogatorio. Ha in seguito raccontato, che almeno altri venti bambini della sua età o più giovani erano imprigionati insieme a lui, subendo la stessa sorte. I fondamentalisti usano questi metodi per “piegare”

la coscienza dei minori, per poi costringerli a collaborare con loro. I gruppi terroristici, non vogliono il “bene” del popolo. L’obiettivo è quello di conquistare con tutti i mezzi la Siria per farla diventare parte dello Stato Islamico del Sol Levante.  Durante i conflitti, ogni giorno una massa imponente di persone lasciano insieme ai bambini il Paese, per trovare riparo negli Stati confinati (Libano, Egitto, Giordania, Turchia). Altri ancora, prendono la via del mare, per approdare sulle coste meridionali dell’Europa, per raggiungere la Germania e la Svezia.

Si calcola che  tra il milione di persone che lasciano la Siria, la metà e minorenne. Pensate a quanti pericoli sono esposti! Dal commercio degli organi, al traffico della prostituzione. E a tanti altri soprusi di cui non verremo mai a conoscenza! Nomi, volti, che nessuno ricorderà mai! Il rischio più grande in questa “crisi infantile”, è quella  di “perdere” una generazione, lasciandola senza un’educazione, senza una famiglia, più semplicemente senza la vita che un bambino dovrebbe condurre. Nei campi del Libano e  della Giordania, si trovano circa il 60% dei ragazzini siriani fuggiti. Sono almeno 70mila le famiglie rifugiate nei due Paesi (Libano e Giordania), a vivere senza un capofamiglia, per un totale di 3.700 i bambini separati dai genitori. Che strazio! Bambini senza padre e madre! Vagabondi forzati in cerca di una vita migliore che forse mai nessuno gli potrà dare. Il più grande campo profughi nato dalla tragedia siriana, si trova nel territorio giordano di Zaatari. All’interno del vasto spazio ricavato in un’area desertica, grande quanto la quarta città del Paese, sono nati centinaia di piccoli esercizi commerciali. Molti di essi impiegano bambini sotto i dieci anni. Mentre i bambini intrappolati in mezzo ai combattimenti in Siria vengono uccisi o peggio sono oggetto di violenza. I bambini, non hanno accesso al cibo o alle cure necessarie se malati o feriti. Solo nell’ultima settimana quasi 30.000 rifugiati hanno abbandonato la Siria attraverso la frontiera con il nord dell’Iraq, più della metà sono minori.  Secondo le stime di diverse organizzazioni, più di 7.000 bambini sono stati uccisi finora nel conflitto, anche se il numero di vittime minori potrebbe essere molto più elevato, visto che gran parte dei decessi in Siria sono registrati senza informazioni relative all’età. “E’ sconcertante che il mondo intero sia rimasto fermo a guardare la morte di 7.000 bambini e la fuga di un milione di loro, costretti ad abbandonare paese terrorizzati, traumatizzati, spesso soli, avendo perso per sempre o smarrito genitori e famigliari”.

“Questa non è una crisi che possiamo ignorare! Il disastroso dramma dei bambini che la guerra siriana ha prodotto, peggiora sempre più velocemente, molto più in fretta della capacità di far fronte a un’emergenza di questa proporzioni. E’ indispensabile che i leader mondiali possano garantire un accesso umanitario all’interno della Siria. Quali terribili statistiche dobbiamo ancora registrare prima che a questo orrore sia messa fine?

Il piccolo Bissan Zayat, -che potete vedere nella foto- è stato colpito da schegge di mortaio lanciate dalle bande criminali sponsorizzate sui villaggi di Nubbol e al-Zahra (a nord di Aleppo) da lungo assediati, ha perso la vita. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questa immagine e non posso esimermi dal diffonderla, per quanto mi pianga il cuore per ogni vittima, soprattutto se così piccola e innocente. Intanto proseguono gli scontri sul terreno, tra le bande jihadiste in Siria. In particolare, gli alqaedisti di Daash stanno aumentando il numero dei loro attacchi suicidi con o senza autobombe e agguati. Almeno 5 importanti leader di diverse brigate sono stati uccisi in attentati mirati: Adnan Bakkour, comandante delle brigate Tawhid (Fratelli Musulmani), ucciso in una doppia esplosione che ha provocato tra i 15 e i 30 morti nella zona di Aleppo; Imad Diman, sempre della brigata Tawhid, nei pressi del confine turco; Youssef al- Dajj, capo della milizia Fateh; Mohammad al-Dik, comandante della Brigata Fajr al-Islam, del Fronte islamico ad Hama; Hamdo al-Basha, comandante della brigata “martiri di Idleb”, sempre in provincia di Hama. A questi si aggiungano gli altri uccisi in scontri o assalti e i catturati. A Deir ez-Zor, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante ha annunciato di aver preso il controllo di tutte le posizioni di Jabhat al-Nusra, catturandone 150 elementi. Sempre Daash, a Raqqa, ha annunciato la creazione di due brigate femminili: Khansa e Umm Rayyane. La loro missione sarà quella di esaminare quanti passano in abiti femminili per verificare che siano effettivamente donne e non jihadisti travestiti per fuggire. In questi continui scontri, l’esercito arabo siriano prosegue la sua avanzata nella periferia orientale di Aleppo e, nella regione di Qalamoun, a est di Damasco, si stanno preparando per la battaglia finale e liberare definitivamente la città di Yabroud. Successi anche a Darayya, Qadam, Khan al-Sheikh, Beit Saham (dove 73 miliziani si sono arresi) e Wadi Barada. Sosteniamo tutti coloro che ogni giorno si impegnano affinchè la Siria, possa ritrovare la sua sovranità. Salviamo i bambini dall’odio, costruendo per loro un futuro e un mondo migliore. di Francis Marrash

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