Siria: la lettera al mondo di Padre Zahawi e la conquista di Yabroud

Padre Elias Zahlawi è sempre stato una voce molto presente e chiara, fin dai primi mesi della crisi siriana. Circa un mese fa è tornato a scrivere all’Occidente una lunga lettera, di cui vi proponiamo degli ampi estratti: “Grazie alla Madonna di Soufanieh, abbiamo avuto il piacere di conoscerci, a Damasco e poi nei vostri rispettivi Paesi: Canada, Stati Uniti, Europa, Australia, Russia, Ucraina e Slovacchia. Una corrispondenza infinita e una preghiera fraterna hanno nutrito, per molti anni, il nostro rapporto e la nostra amicizia. Poco a poco, i vostri pellegrini, i vostri sacerdoti, i vostri religiosi, i vostri Vescovi, i vostri giornalisti televisivi, i vostri medici, i vostri teologi, i vostri psicoanalisti e psicologi, hanno finito per diventare i testimoni, anche gli apostoli di questo fenomeno spirituale. La Siria, evidentemente, vi stava a cuore. Alcuni di voi non hanno mancato di dichiarare davanti ai vostri cameramen della televisione, che vi si sentivano più al sicuro che non nei loro stessi Paesi. Ancor più, alcuni hanno mostrato la loro appartenenza alla Siria come alla loro seconda patria. Improvvisamente, questa stessa Siria è diventata, ormai da quasi tre anni, la bestia nera universale, che si deve a tutti i costi abbattere. Improvvisamente, tutti i moderni Erode cospirano contro di essa, ignorando tutte le anomale contraddizioni, presenti e future, che si evidenziano tra loro, antinomie sia politiche che economiche, sociali e culturali.

Un ostracismo universale senza precedenti viene organizzato “spontaneamente” contro di lei da non meno che 140 Paesi! Tutti i “responsabili” di tutti gli organismi internazionali, originariamente creati per far regnare la giustizia e la pace nel mondo, presto sono diventati dei “clown da circo” al servizio dei “Maestri dell’Ombra” che solo gli sciocchi ignorano o insistono ad ignorare. Una guerra mediatica, machiavellica e onnipotente, è orchestrata in tutto il mondo, per la lunghezza di giorni e di anni, per giustificare tutti i tipi di interventi militari e di “jihadisti” immaginabili, contro la Siria, tipo, naturalmente, i famosi interventi cosiddetti umanitari, come lo furono … in Kosovo, Iraq, Somalia, Libia … In breve, infine: 150.000 combattenti di 83 Paesi, tra cui non meno di 7.500 “jihadisti” europei, cittadini canadesi, australiani e statunitensi, e per l’ammissione stessa del capo della famosa CIA scorrazzano in Siria arruolati, armati, pagati, addestrati, indottrinati, controllati e teleguidati da chi voi sapete! … E tutto questo è, ovviamente, in nome dei diritti umani, come nel nome della democrazia, della libertà e della dignità umana! …

Risultati sul terreno: per un paese di 23 milioni di persone, “nulla meno ” di 130.000 morti, 6.000.000 di persone sfollate, 2.000.000 di rifugiati nei paesi limitrofi e sparsi nel mondo , oltre a decine di migliaia di scomparsi! E non continuo, in segno di rispetto per le altre migliaia, vittime di ogni sorta di abuso ignobile, a vergogna di tutti i vostri dirigenti e dei “responsabili” di tutti gli organismi internazionali, che non hanno visto finora altro che i crimini commessi dal “regime” e quindi un’ulteriore giustificazione per la distruzione programmata del Paese! E quale infernale logica in questa distruzione. Tutto è condannato: semplici persone umane, luminari accademici e scientifici, funzionari civili e militari, rappresentanti delle due religioni, Islam e cristianesimo: uléma, vescovi, sacerdoti, religiosi, luoghi di culto, moschee, chiese, cimiteri, mausolei, e banche, centri di Informazioni: radio, giornali, televisione, giornalisti, centri universitari, e ancora strade, ferrovie, aeroporti, mezzi di trasporto, ospedali e centri medici, scuole, centri di distribuzione, centri commerciali, complessi industriali, istituzioni governative, pozzi di gas e oleodotti, silos di grano, centri di produzione, città, villaggi, case private, musei e siti archeologici …

Per fare questo, tutti i mezzi sono buoni, soprattutto le innumerevoli autobombe e i colpi di mortaio, di cui la sola Damasco è stata “gratificata” per 12.000 obus durante gli ultimi quattro mesi del 2013. Vi lascio dedurre i danni enormi proprio nella città di Damasco e nei suoi sobborghi, nei campi coltivati, fabbriche, case, scuole, negozi, ospedali, moschee, chiese, ecc …. In quanto al numero delle vittime, supera le decine di migliaia, tra cui intere famiglie, ferite o decimate, decine di piccoli scolari di età inferiore a 10 anni, innumerevoli giovani, tra cui due cantanti del nostro “Coro-Gioia” che voi ben conoscete, un ragazzo e una ragazza che avevano appena superato i vent’anni, che sono stati falciati da un mortaio, a un paio di giorni di distanza alla fine del 2013 … In quanto alle ferite inimmaginabili che ogni siriano, rimasto nel paese o all’estero, nasconde in sé, solo Dio e il futuro sarà in grado di dirci qualcosa.

Non ci fossero Russia e Cina!… Qui, amici non arabi, del Canada, di Europa, Stati Uniti, Australia, Ucraina, Slovacchia, mi permetterete di rivolgervi alcune domande: Durante questo periodo infernale, cosa avete pensato? Cosa avete cercato di sapere? Che cosa avete fatto sul terreno? Che cosa vi è stato detto nelle vostre rispettive chiese su ciò che i vostri dirigenti fanno in Siria, sempre che abbiano osato dire qualcosa? Ma ancora più importante, che cosa siete diventati?  Già, che cosa siete adesso? Permettetemi di rispondere per voi: Dalla Francia, solo sette sacerdoti, due suore tra cui la superiora di un convento, un gruppo di preghiera, un ex deputato, due biologi, una coppia, una donna, una giornalista, tre nuovi corrispondenti, ci hanno detto il loro dolore, la loro amicizia, la loro solidarietà e la garanzia della loro preghiera. Dal Canada, solo una suora e un ex regista televisivo, hanno fatto lo stesso. Dal Belgio, un giornalista di origine turco-siriana… In Svizzera, tre persone amiche: un pastore protestante, un medico e un infermiere. In tutto, solo una manciata di persone, a livello di tutto quell’Occidente che ha beneficiato tanto delle grazie di Nostra Signora di Soufanieh!

Davanti a una constatazione così desolante, non sono io in diritto, io prete di Siria, di chiedermi – e di invitarvi a chiedervi a vostra volta- che cosa sta accadendo realmente e profondamente, nel mondo occidentale, presumibilmente civile, da un lato, e dall’altro che cosa potrebbe presto accadere all’Occidente, e anche per colpa sua, al Mondo? A meno di aspettare il giusto ritorno delle cose per farvi capire – finalmente! – l’orrore di ciò che tutti i vostri dirigenti praticano attivamente, e tutti voi passivamente? Perché se è vero che Dio perdona, sappiate che è altrettanto vero che la storia non perdona mai! Mi fermo, lasciandovi alle vostre considerazioni e spero al vostro rimorso. Confido che un soprassalto di coscienza personale, preparerà, per quanto possa essere lieve, per contagio, il soprassalto generale di un Occidente fuorviato, che insiste a sprofondare nella morte certa, e che vi precipita il mondo intero.

Per me, da Damasco io vi invito, da Damasco crocifissa con tutta la Siria, a custodire fermamente ciò che il Signore e la Vergine Maria hanno voluto dirci in lingua araba per ben 22 anni consecutivi. “Il mio ultimo comandamento per voi: Tornate ognuno alla propria casa, ma tenete l’Oriente nei vostri cuori. Da qui è sgorgata ancora una volta una luce, di cui voi siete l’irradiazione in un mondo sedotto dal materialismo, dalla sensualità e dalla fama, al punto che quasi se ne sono perduti i valori. Quanto a voi, preservate la vostra autenticità orientale. Non lasciate che vi si alieni la vostra volontà, la vostra libertà e la vostra fede in questo Oriente”. A presto dunque, miei amici, a Damasco! A Damasco, che avrà riacquistato la sua vita, la sua pace e il suo amore universale… In preghiera per un mondo assetato di dignità e giustizia!”.

Intanto il governo siriano continua a conquistare i territori in mano ai terroristi. La guerra condotta contro la Siria è fallita sotto i duri colpi dei militari siriani sostenuti dalla maggioranza del popolo e, con essa, anche l’obiettivo di indebolire il più importante Esercito e Stato Arabo rimasto fedele alla Resistenza Libanese e alla Repubblica Islamica dell’Iran. Sono ritornato a Damasco dal Qalamoun, dopo aver assistito alla resa dei terroristi venuti da ogni parte del mondo per imporre in Siria un regime oscurantista. Ho potuto assistere ai festeggiamenti dei soldati siriani, che per combattere i terroristi sono rimasti per anni lontani dalle loro famiglie ed oggi possono vedere i risultati del loro sacrificio e dei rischi che hanno corso. Prima della resa Yabroud è stata una vera fabbrica della morte: automobili imbottite di tritolo lasciate nei quartieri di Damasco e di Beirut per uccidere degli innocenti, depositi di armi dove sono conservati missili termici. Purtroppo i servizi di sicurezza dell’esercito non mi hanno lasciato fotografare queste armi. I cosiddetti “eroi” (così qualcuno ancora definisce i ribelli), davanti all’attacco dell’esercito, si sono persino nascosti nelle fognature…”. 

La ritorsione contro l’Esercito Arabo Siriano, ormai vittorioso, non si è fatta attendere e sono stati lanciati razzi contro i villaggi libanesi a Laboué e Nabi Osman. Quest’ultimo villaggio è stato, domenica sera, teatro di un attentato suicida che ha causato due morti e 14 feriti. Nell’esplosione dell’autobomba sono stati uccisi due esponenti di Hezbollah, il movimento sciita libanese che combatte in Siria accanto alle forze governative del presidente Bashar Al Assad contro gli insorti. Responsabili dell’attacco i combattenti jihadisti del Fronte Al Nusra, un gruppo armato sostenuto dall’Arabia Saudita. Le forze libanesi sono state pronte a contrastare ulteriori attacchi anche grazie alla collaborazione delle amministrazioni locali, riuscendo a catturare molti terroristi in arrivo dalla Siria per compiere azioni in Libano.

In Occidente, i ribelli siriani vengono ancora oggi dipinti come dei riformisti ma le loro formazioni non sono nate durante le proteste pacifiche del marzo 2011, bensì quattro anni prima, con il sostegno dei paesi del golfo e l’afflusso di combattenti arrivati da Afghanistan, Bosnia, Cecenia ed Iraq in vista di un attacco alla Siria. Oggi sono guidati da Abdel Basset Syda, Presidente del Consiglio Nazionale Siriano, che riconosce l’autorità spirituale dello sceicco Adnan al-Arour, un predicatore takfirista che invoca il rovesciamento e l’assassinio di Assad, non per motivi politici, ma semplicemente perché  di confessione alawita, cioè un eretico, ai suoi occhi. Si tratta di un’opera di demonizzazione del legittimo governo siriano atta ad assecondare Israele. Yabroud, considerata la fortezza più importante dei terroristi, è crollata. Così come crolla anche il sogno di alcuni ambienti Occidentali e di Israele di vedere una Siria piegata. a cura di Francis Marrash *

Cartina dei territori conquistati dall’Esercito nella battaglia di Yabroud.

* La fonte dell’articolo che riguarda la guerra a Yabroud  è tratta da: assadakahsardegna.com

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