Nessuna educazione, nessun insegnamento-. All’inizio del conflitto, le scuole diventarono uno dei punti di partenza per le proteste antiregime nelle città e nei villaggi attorno a Damasco. Da allora, gli schermi tv mostrano immagini di studenti di qualsiasi livello mentre protestano portando insegne con le seguenti richieste: “nessuna educazione e nessun insegnamento finche il presidente non verrà destituito”.
Queste scritte erano simili a molte altre proclamate da altri gruppi di professionisti. Abdul-Ghani Soueid, un rifugiato di 19 anni proveniente da Douma, ha nostalgia di quei giorni. “La cosa più bella è stata quando abbiamo ingannato la polizia” racconta Al-Akhbar.“Appena hanno iniziato a disperdere la protesta fuori dalla scuola, le grida iniziarono a provenire pure da altre classi in segno di solidarietà. Ma quando la polizia entrò, trovò gli studenti seduti in silenzio”. Soueid racconta che i suoi collegli protestavano più di una volta al giorno, sulla strada per andare a scuola. Da allora “le persone erano convinte che il regime sarebbe caduto da li a pochi giorni come successe in Tunisia e in Egitto” spiega Soueid. “Pensavamo che questo breve periodo rivoluzionario significasse qualcosa di importante, ma non è stato così”. Tuttavia gli scontri armati si sono espanse e le scuole hanno chiuso definitivamente. Samira Zaitoun, che era solita insegnare a Zamalka, ha raccontato ad Al-Akhbar che l’Esercito di Liberazione Siriana, iniziò ad apparire di punto in bianco in alcuni posti ben definiti. All’inizio non permettevano ai bus delle scuole e degli asili di muoversi, dicendo che era per la sicurezza dei bambini nell’eventualità di un conflitto o di un bombardamento improvviso.“Alcuni di loro erano soliti dire: non mandate i vostri bambini alle scuole del regime” aggiunge Zaitoun “le loro priorità erano superficiali poiché basavano il rifiuto delle scuole sulla considerazione che in esse viene insegnato il nazionalismo” e i libri e le classi posseggono immagini del presidente. Non tengono in considerazione un fatto fondamentale: nelle scuole è insegnata la matematica, la scienza, e altre materie indispensabili per la formazione culturale. Nell’anno scolastico 2011/2012, i giorni di scuola si sono limitati alle verifiche con dei test, specialmente per gli esami per il diploma del liceo. Da quel momento, i combattimenti hanno iniziato ad impedire agli insegnanti e agli impiegati pubblici di raggiungere gran parte delle aree della provincia di Damasco per svolgere i loro normali compiti. Secondo Abu Malek da Daraya, “prima di ogni esame finale, i gruppi armati avrebbero rubato le domande dell’esame ai docenti usando la violenza. I test in seguito, sarebbero stati distribuiti agli studenti contro il volere degli insegnanti incaricati della supervisione. Molti professori sono stati picchiati e umiliati quando hanno provato ad opporsi a questa farsa”.
Molte volte durante gli esami i ribelli hanno dato le risposte attraverso i megafoni da fuori la scuola affermando che volevano aiutare gli studenti.Le alternative dei ribelli-. L’educazione scolastica nelle zone della provincia di Damasco controllate dai ribelli è sfuggita al controllo del governo. Secondo il Ministero dell’Educazione la perdita totale nel settore dell’educazione per l’intera nazione dal inizio del conflitto fino al Dicembre 2013 ammonterebbe a 100 miliardi di Sterline Siriane, con 700 martiri di cui 200 bambini. Il problema non è limitato al sistema educativo e alle sue perdite. Quello che preoccupa maggiormente è il nuovo progetto educativo che stanno imponendo agli studenti i gruppi armati islamisti. “La perdita futura delle menti della prossima generazione, per colpa di quello che i ribelli stanno facendo loro è incalcolabile”, afferma Abou Ziad da Douma. Secondo il sistema imposto dal consiglio della sharia nel Ghouta, tutti i bambini sono istruiti nelle moschee dagli sceicchi. Tuttavia, invece di insegnargli come leggere e scrivere, per esempio, (i bambini), ascoltano prediche che descrivono la rivoluzione secondo la loro prospettiva. “Le persone sono divise in persone normali [da una parte] e Nausari (gli alawiti). Così come i Rawafidi, i Cristiani e i Druzi [dall’altra]” recita la predica. “Il conflitto tra queste due parti riguarda l’istituzione dei fondamenti culturali e dell’insegnamento della religione per affrontare gli infedeli come è avvenuto tra il profeta e gli infedeli del suo tempo”. Abou Ziad racconta che il suo bambino di 10 anni soffre di un problema psicologico a causa degli scontri e dei bombardamenti. Ora, dopo aver sentito le prediche spaventose del consiglio riguardo agli altri gruppi religiosi, è anche spaventato che un “Nausari” possa apparire dal buio o da dietro una porta di notte. Fatta salva la regione del Ghouta dell’est, il sistema educativo è praticamente inesistente nelle altre parti della provincia fuori dal controllo dello stato. “Questa problematica sembra un lusso paragonata agli altri bisogni come il cibo l’acqua e il riscaldamento”. Nonostante questo dei gruppi di attivisti hanno cercato di raggiungere le aree citate, circa un anno fa per portare “soccorso psicologico” ai bambini, specialmente nel campo profughi di Yarmouk Palestinian. Tuttavia, “l’ ISIS e al-Nusra Front stanno ancora aspettando di catturare tutti coloro che si oppongono a loro”. Secondo un attivista dell’opposizione che preferisce non rivelare il suo nome, afferma: “nella prima operazione di soccorso a Yarmouk molti mesi fa l’ISIS ha arrestato tre attivisti dei quali non sono ancora note le generalità. Nessun altro ha più osato andare nelle area controllate dai terroristi”.
Hafez al-Assad sostituito con un soldato americano-. Il consiglio (a supporto del Consiglio Islamico nel Levante con base in Arabia Saudita) si è lanciato in una modifica del programma scolastico ufficiale Siriano che è stato distribuito ai rifugiati Siriani nei campi in Turchia e Giordania. Le immagini dei due presidenti Hafez e Bashar al-Assad sono state rimosse o cancellate. Così anche la bandiera ufficiale Siriana è stata sostituite con la bandiera a tre stelle della rivoluzione. La famosa immagine dello scomparso presidente Hafez al-Assad, che portava la bandiera Siriana nell’anniversario della guerra di Ottobre, è stata sostituita dalla foto di un marines americano della seconda guerra mondiale, con in mano la bandiera a tre stelle… I cambiamenti previsti dal programma scolastico distribuito ai rifugiati siriani include la rimozione totale dell’educazione civica. L’educazione Islamica ha assunto un ruolo centrale sebbene nei licei statali non è tenuta in considerazione nella valutazione finale degli studenti. Nella lista degli “scopi” dell’educazione, il paragrafo che incoraggia all’amore verso la patria è stato rimpiazzato dall’amore per l’Islam. a cura di Francis Marrash*
* L’articolo: “Syria: Education under the rebels”, di Laith al-Khatib, è stato ripreso e tradotto dall’inglese all’italiano da Francis Marrash. “The education system in most rebel held areas of the Damascus countryside has come to a grinding halt. But things are different in eastern Ghouta where children are being educated by Islamist groups. Students now listen to impromptu religious sermons given by opposition clerics instead of their regular subjects”.
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