Siria: la sfrenata voglia di guerra del senatore McCain

Gli effetti della guerra in Siria. Photos the Gabriel Chaim.

Cosa succede in Siria? La guerra continua nell’indifferenza generale. Sono ripresi i trattadi di Ginevra2. Porteranno frutti buoni per il paese? Il popolo ha necessità di ritrovare la pace, la tranquillità. Mercoledì 5 febbraio era apparsa la seguente notizia: L’Occidente ha deciso di puntare su una risoluzione Onu per costringere il governo siriano ad autorizzare la consegna degli aiuti umanitari nelle zone assediate del paese. Stando a quanto riferito da fonti diplomatiche occidentali, una bozza di risoluzione Onu sarà messa a disposizione dei 15 membri del Consiglio di sicurezza. Il documento non contiene alcuna minaccia di sanzioni o di intervento militare qualora i gruppi di opposizione non dovessero rispettarla. Ma ci rendiamo conto di quello che dicono? Provate a pensare se era il governo a non voler far passare gli aiuti umanitari…

L’Occidente insieme ad altri paesi orientali, vogliono a tutti i costi, tramite i terroristi chiamati ribelli arrivare al potere in Siria. Hanno fatto male i conti. Se continueranno a consegnare armi nelle mani dei fondamentalisti, la democrazia in Siria, non arriverà mai! Commenta Alessandra Nucci: Il Senatore John McCain si scaglia contro i leader cristiani siriani, continuando a ignorare la presenza di al-Qaeda, al-Nusra, ISIS e i Fratelli musulmani fra l’opposizione in Siria, l’ex-candidato alla presidenza degli Stati Uniti, si scaglia contro chiunque denunci questa mostruosa realtà. I cristiani sono rapiti e lui si fa fotografare in Siria con i rapitori jihadisti. Deciso a far affluire armi e finanziamenti alle forze dell’opposizione, nonostante includano incontrovertibilmente fra i loro ranghi i jihadisti di al-Qaeda e altre formazioni armate, si è scagliato contro dei rappresentanti del clero siriano in visita a Washington per illustrare ai parlamentari americani la situazione della minoranza cristiana in Siria. I cristiani sono circa il 10% della popolazione e sono presi brutalmente di mira dai ribelli. Nel silenzio dei maggiori media e delle associazioni per i diritti umani in Occidente sono stati distrutte chiese, uccisi bambini e rapito un numero infinito di persone. Fra i rapiti undici suore, che sono tuttora in mano terroristi, e due vescovi, rapiti mentre erano in missione umanitaria. Ma il Senatore McCain, repubblicano dell’Arizona, non vuole sentire notizie negative sui ribelli, per cui se ne è andato da un incontro al Senato con i cristiani siriani sbattendo la porta. I resoconti dicono che era entrato nella stanza urlando e se ne è subito andato. “E’ stato incredibilmente scortese”.

Una fonte ha riferito a Judicial Watch, “perché secondo lui i prelati cristiani non dovevano neanche essere fatti entrare”. Dopo, McCain è ritornato in sala ed è rimasto poco tempo, senza mai guardare verso i partecipanti ma con gli occhi fissi su dei fogli che aveva davanti. Il Senatore Graham, anche lui sostenitore dell’intervento militare Americano in Siria, si è sentito in dovere di chiedere scusa per il comportamento di McCain. Cosa sperare? Vogliono assolutamente la guerra! L’intervento armato in Siria, anche se non è necessario, il senatore è intenzionato a compierlo. E’ una questione di economia. A loro non interessa il popolo. Vuole solo raggiungere il suo obiettivo.

Il Magg. Ruggero Cucchini del Centro Studi Post Conflict Operations di Torino, afferma: La guerra asimmetrica impiega qualsiasi mezzo in grado di annientare le strutture portanti dell’avversario (lo stato). Ma attenzione non solo l’avversario ma l’intera società civile, le strutture portanti necessarie alla gente per vivere. Il motivo è semplice cerca di usare una strategia in grado di compensare le proprie carenze quantitative e qualitative. E nel caso siriano i metodi sono quelli terroristici anche per la forte componente jadista. “Nella guerra asimettrica a guadagnarci sono gli interessi legati allo status di belligeranza (alcune compagnie trans-nazionali, ONG, private military companies , ecc.) e a perdere sono le popolazioni, poiché devono convivere con una conflittualità permanente, pagandone il prezzo umano e finanziario”. Proprio così. Anche se la speranza è forte, prepariamoci nei prossimi mesi al peggio. di Francis Marrash

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