E’ morta assiderata a un anno e mezzo tra le braccia del padre che cercava di portarla a piedi in ospedale da un campo profughi improvvisato a Idlib, in Siria. La piccola Iman viveva in una tenda vicino al villaggio di Marata. Con il freddo pungente di questi giorni, in un alloggio senza riscaldamento, si è ammalata e ha cominciato ad avere problemi respiratori. Il padre ha deciso di recarsi ad Afrin, a due ore di cammino, ma non ha fatto in tempo.
Profugo originario della regione di Damasco, Mahmud, il padre di Iman, era sfollato assieme alla famiglia almeno altre tre volte. L’ultima regione di provenienza era la periferia sud-occidentale di Aleppo vicina a Idlib. Da lì la famiglia di
Mahmud, morto anche lui dopo la figlia secondo alcune fonti locali, aveva raggiunto le campagne di Afrin, dove nevica da giorni e dove mancano le più basilari strutture di accoglienza per i profughi.
Save the Children: “A Idlib catastrofe umanitaria, temperature sotto zero” Da dicembre 700mila persone hanno abbandonato le proprie case nel nord-ovest della Siria a causa delle crescenti ostilità. E’ l’allarme lanciato da Save the Children che chiede a tutte le parti di fermare la guerra. Le temperature invernali rigidissime, inoltre, stanno aggravando a una velocità preoccupante le condizioni dei bambini e delle famiglie costrette a fuggire dalle loro case a Idlib, mentre l’escalation del conflitto in corso, sottolinea sempre l’Ong, ha provocato la fuga di almeno 290mila bambini, che hanno abbandonato le loro case a causa della violenza.
Sono state chiuse, inoltre, 278 scuole nella città di Idlib e nelle campagne, lasciando 160mila studenti senza la possibilità di ricevere istruzione. Il sovraffollamento dei campi profughi aggrava la vulnerabilità delle famiglie di nuovi sfollati, messe a dura prova anche dalle inondazioni e dalle tempeste, che si sono abbattute sulla regione.
Giovedì si era sparsa la notizia di una intera famiglia, padre, madre e due figlie, morte soffocate nella loro tenda di fortuna a Idlib a causa del malfunzionamento di una stufa mai riparata. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, la famiglia non aveva i mezzi per provvedere a una stufa nuova e si era invece procurata un mezzo di riscaldamento rivelatosi letale nel diffondere nella tenda un fumo tossico.
Dal 1 dicembre, da quando è cominciata l’offensiva russo-governativa siriana contro la regione di Idlib e parte di quella di Aleppo, sono migliaia gli sfollati, ricorda anche l’Onu. La zona è sotto influenza turca e vi operano miliziani anti-regime. Quest’ultimi sono agli ordini di Ankara, che nelle ultime ore ha risposto direttamente al fuoco di Damasco.
Il dramma della piccola Iman e di tanti suoi coetanei non ferma la guerra che dal 2011 dilania il Paese. Le forze governative siriane, sostenute da quelle russe, sono avanzate in alcuni distretti a sud-ovest di Aleppo, arrivando a pochi chilometri da Atareb, città strategica.
Credito: TgCom24
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