Siria: nuovo piano d’attacco contro Damasco?

Il Washington Post, ha reso noto che il 19 Febbraio i  capi dei servizi segreti arabi e occidentali hanno avuto un incontro durato due giorni nella capitale statunitense. Il vertice è stato svolto parallelamente ai negoziati di Ginevra2 per la pace in Siria. La Turchia, il Qatar, la Giordania, e altre potenze regionali (come partecipanti al summit), hanno rinnovato il sostegno ai “terroristi che massacrano la Siria”, chiamandoli “ribelli!”. L’appoggio avviene sotto i buoni auspici del principe Mohammed bin Nayef, ministro degli interni saudita, destinato in futuro a sostituire il principe Bandar Bin Sultan, come coordinatore della “politica contro il terrorismo nel regno”, in stretto collegamento con la CIA e i servizi segreti occidentali.  In breve, è stato un tentativo per rafforzare la debolezza della cosiddetta “opposizione moderata”,

la quale aveva perso terreno contro le forze lealiste e i “combattenti vicini ad Al-Qaeda”. I partecipanti alla riunione, hanno aperto un serio dibattito sull’opportunità di fornire il maggior numero di armi moderne, come i missili antiaerei a spalla. I sauditi sono disposti a mandare le armi, a condizione dell’appoggio dell’amministrazione Obama all’operazione. A quanto pare, però gli americani sono riluttanti ad appoggiare la richiesta degli alleati.

Secondo alcuni osservatori, è troppo presto per dire se le decisioni del “conclave”, siano soltanto delle proposte, oppure avranno delle ripercussioni reali sul campo di battaglia. In ogni caso, la CIA, ha cercato di organizzare la formazione dei combattenti contro la Siria, chiamandoli “moderati”. I campi di addestramento, allestiti principalmente in Giordania, sono in grado di gestire circa 250 combattenti al mese. Più di 1000 hanno già beneficiato del programma formativo. I Paesi arabi e gli altri stati membri, hanno chiesto di raddoppiare la capacità di formazione. Le autorità statunitensi, però vogliono assicurarsi che le “forze ribelli”,

siano in grado di gestire i combattenti che man mano prendono posizione nelle varie zone da conquistare. Queste informazioni trapelate, sono semplici opinioni oppure piani operativi che presto si realizzeranno? Fonti attendibili, continuano a considerare l’utilizzo della “soluzione militare”, da parte dei paesi della NATO e dei loro alleati. Rafic Narsrallah, direttore del Media Training Center di Beirut, ha affermato che dall’inizio della cosiddetta primavera araba, la Siria rappresenta “l’ultimo baluardo contro il caos in Medio Oriente”.

Le autorità di Damasco hanno dichiarato oggi che intendono cooperare con le Nazioni Unite nell’ambito del “rispetto della sovranità” della Siria. Il comunicato arriva il giorno dopo l’adozione da parte del Consiglio di sicurezza di una risoluzione che esige pieno accesso umanitario alla popolazione siriana.  “Continueremo la nostra cooperazione con l’Onu per applicare la risoluzione 2139 (del Consiglio di sicurezza) nel rispetto dei principi dell’Onu (…), soprattutto il rispetto della sovranità nazionale e del ruolo dello Stato”, ha affermato il ministero degli Esteri siriano in un comunicato. “Siamo pronti – aggiunge-, a cooperare con il rappresentante dell’Onu (in Siria) e con le organizzazioni umanitarie internazionali per (trovare) i meccanismi che garantiscano l’applicazione della risoluzione”. Ieri il Consiglio di sicurezza dell’Onu aveva adottato all’unanimità una risoluzione non vincolante che chiede sia tolto l’assedio a numerose città della Siria e che sia facilitato il transito dei convogli umanitari. Il comunicato del governo di Damasco termina affermando che “per risolvere la crisi umanitaria in Siria, bisogna eliminarne le cause … fronteggiando il terrorismo”. Con il termine “terroristi” le autorità siriane definiscono i ribelli che combattono contro il regime. a cura di Francis Marrash

 

* La fonte dell’articolo è tratta dal sito:  Mondialisaton.ca

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