Londra (Asianews/Agenzie) – Il Consiglio di sicurezza dell’Onu e la comunità internazionale sono responsabili per “l’anno più terribile” del conflitto siriano: l’Onu non ha saputo attuare le sue risoluzioni; il mondo non ha risposto a sufficienza al disastro umanitario il cui prezzo è sempre più alto.
Le pesanti accuse sono contenute in un rapporto dal titolo “Fallimento colpevole in Siria” stilato da 21 organizzazioni in difesa dei diritti umani e presentato oggi, in cui si criticano gli Stati per non essere stati capaci di far applicare una serie di risoluzioni del Consiglio di sicurezza del’Onu per proteggere i civili vittime della guerra che sta distruggendo la Siria da quattro anni.
Nel 2014 tre risoluzioni avevano chiesto ai belligeranti di proteggere i civili. “Purtroppo – afferma il rapporto – le risoluzioni e la speranza che esse portavano, sono divenute vuote di senso per i civili siriani. Esse sono state ignorate o ostacolate dai belligeranti, da Paesi membri dell’Onu e perfino da membri del Consiglio di sicurezza”.
Il 2014 è l’anno più sanguinoso del conflitto, con almeno 76mila persone uccise su 210mila dal 15 marzo 2011.
Il testo accusa le forze del regime di Assad e i ribelli di colpire senza alcuna considerazione le infrastrutture civili, comprese le scuole, le cliniche gli ospedali e di limitare l’accesso dei civili bisognosi.
Fra le ong che hanno firmato il rapporto vi è l’Oxfam, l’International rescue Committee e Save the Children. Esse affermano che almeno 7,8 milioni di siriani vivono in zone di “difficile accesso”, impossibilitati a ricevere aiuti.
Davanti ai bisogni crescenti, vi è stata anche una diminuzione degli aiuti: nel 2014, è stato raccolto solo il 57% dei fondi necessari; nel 2013 solo il 71%.
Per l’anno prossimo, l’Onu necessita di almeno 8,4 miliardi di dollari per aiutare gli oltre 11 milioni di rifugiati siriani. Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati, fra i responsabili del rapporto, fa notare che la somma è un sesto del costo dei giochi olimpici di Sochi (Russia).
“Noi non stiamo portando alcuna speranza ai milioni di giovani siriani – ha detto Egeland -… come non pensare che essi siano facilmente attirati dall’estremismo?”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: AsiaNews
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