Siria: sfilano le armi pesanti dell’ISIS a Raqqa

Dopo la creazione del “califfato islamico” nelle zone occupate da Daash, il gruppo ha cambiato nome e si fa chiamare solo “Stato islamico” (per rimuovere ogni riferimento geografico). Il “califfato” dovrà estendersi da Aleppo, nel nord della Siria, a Diyala, in Iraq. Il gruppo ha poi stabilito che tutti gli altri gruppi sono “illegittimi” e devono sottomettersi al volere del nuovo “califfo”. Si è aperta così l’era del “jihad civile”. In realtà la maggior parte delle altre brigate ha considerato questo annuncio come un modo per “distruggere tutto quello che i combattenti dell’Islam hanno costruito in tutto il mondo”. Si preannunciano quindi nuove lotte intestine, come quelle che stanno avvenendo in queste ultime settimane nelle zone del Ghouta tra Daash e il Fronte islamico.Insieme alla dichiarazione l’Isis ha anche diffuso alcune immagini della propria potenza bellica. Le foto scattate ad al Raqqa, roccaforte dei terroristi nella Siria orientale, al confine con l’Iraq, mostrano un arsenale potenzialmente devastante: carri armati, blindati e missili balistici a lunga gittata.

Al momento non è chiara la provenienza di queste armi, forse sono state sequestrate dagli arsenali iracheni. Anche se condannata da vari gruppi estremisti islamici, fra cui Jaish al-Islam, la nascita del califfato apre una nuova fase storica nel terrorismo islamico, ma ridefinisce anche gli assetti del Medio Oriente. Per la prima volta un gruppo terrorista armato controlla saldamente un vasto territorio ricco di risorse energetiche e valichi strategici. La situazione è molto diversa dalle lande desolate della Somalia, dai deserti del Sahara o dalle montagne dell’Afghanistan, luoghi troppo isolati per permettere azioni belliche su vasta scala.

Esecuzione di cristiani da parte dell’ISIS.

Intanto continuano le esecuzioni sommarie: i fondamentalisti hanno crocifisso 8 persone, membri di bande armate rivali a Deir Hafer, nella parte orientale della provincia di Aleppo, nella piazza principale del paese. I corpi rimarranno esposti per tre giorni. Sempre nella provincia di Aleppo, ad Al-Bab, un nono uomo è stato tenuto su una croce per otto ore come forma di punizione. Secondo le fonti locali, in questo caso è sopravvissuto alla tortura.

 L’Isis è al centro del Medio Oriente e rischia di portare la guerra anche in Libano, Giordania, Turchia, Paesi del Golfo, ma anche in Europa attraverso i suoi membri con passaporto dell’Unione addestrati al jihad, siamo appena all’inizio di un nuovo conflitto mondiale. a cura di Francis Marrash

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