C’è choc in Siria e non solo per la devastazione in corso ad Aleppo, un tempo polmone economico del Paese. Secondo quanto afferma l’Osservatorio siriano per diritti umani è salito a 24 vittime, tra cui numerosi minori e donne, il bilancio provvisorio dei bombardamenti aerei del regime contro i quartieri orientali della città, nelle mani dei miliziani di varie fazioni. Quelli occidentali, invece, sono ancora sotto il controllo delle autorità siriane. Damasco nega di aver colpito obiettivi civili. Secondo fonti locali, nella scuola Jamil Qabbani, del quartiere di Ansari, colpita dai raid, sarebbero morte almeno 14 persone, tra cui cinque bambini. Nelle altre zone invece ad essere presi di mira sono i luoghi di culto cristiani. Della situazione ad Aleppo parla il patriarca della Chiesa siro-cattolica Ignace Youssif III Younan, al microfono di Giada Aquilino:
R. – La notizia della scuola è davvero triste perché è molto triste che bambini siano uccisi. Sono stati i bombardamenti. Da giorni anche i quartieri di Aleppo ovest sono sotto bombardamento. I ribelli rivoluzionari, i quali non sappiamo da che parte stiano, hanno anche dei grandi missili che hanno distrutto molti edifici e sono caduti su civili innocenti.
D. – Questi bombardamenti da che parte arrivano? Cioè: chi bombarda?
R. – La verità è che ci sono dei ribelli islamici che stanno bombardando soprattutto quartieri cristiani, civili. Ho parlato con il vescovo ad Aleppo, che mi ha detto: “Noi non possiamo più rimanere qui, nella nostra casa vicino alla cattedrale”. Già tre cattedrali, la maronita, l’armena e la melkita, sono state bombardate.
D. – Prima della guerra, i cristiani ad Aleppo erano 150 mila: oggi quanti sono e come vivono?
R. – Non ne è rimasta nemmeno la metà. Vivono sempre assediati dai ribelli. Non hanno che una sola via verso Homs, al sud, e per arrivarci devono fare lunghi giri. E anche questa strada è stata attaccata. Non possono usare nemmeno l’aeroporto. Allora il problema è che questa grande città è assediata dai ribelli che vogliono prenderla per farne una parte del cosiddetto Stato Islamico.
D. – C’è il pericolo che anche Aleppo cada nelle mani dei jihadisti?
R. – Sicuramente. C’è sempre il pericolo! Però, come abbiamo sentito da molti ufficiali, non lasceranno che i ribelli islamici prendano la città. E per questo ci sono le battaglie in corso. In questa situazione, i cristiani stanno cercando di resistere e di rimanere attaccati alle loro città. Però, purtroppo, sono abbandonati: si sentono abbandonati.
D. – Allora qual è l’appello per Aleppo?
R. – L’appello per Aleppo e per tutta la Siria è: basta mandare armi ai ribelli! Molti milioni di siriani sono già fuori, scappati dal Paese e il popolo, in maggioranza, vuole la pace, vuole la riconciliazione. Basta con questa tragedia.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana