Il ricordo delle vittime e le tante promesse ancora non concretizzate; dopo quattro c’è ancora speranza fra gli abitanti…
(Fonte Vatican News – Alessandro Guarasci)
IL RICORDO – 299 le vittime di quella tragica notte tra il 23 e il 24 agosto di quattro anni fa, rivissuta nella zona rossa di Amatrice, nella veglia di questa notte. Alle 3 e 36 in punto i rintocchi di campana hanno accompagnato, uno per uno, la lettura dei nomi delle persone rimaste sotto le macerie. Alle 11, la Messa solenne in ricordo delle vittime, celebrata dal vescovo della diocesi di Rieti, monsignor Domenico Pompili. La funzione, quest’anno, è stata officiata, sempre per motivi legati all’emergenza sanitaria, presso il campo sportivo “Paride Tilesi”. Presente anche il premier Conte che, parlando con alcuni cittadini, ha detto: “Le leggi per accelerare e semplificare le abbiamo fatte ma tra sei mesi, un anno, non cambiera’ nulla. Il processo di ricostruzione e’ lungo e complesso “.
Alle 18 infine il ricordo si trasferisce ad Accumoli, dove ancora monsignor Pompili, presso l’area all’aperto del villaggio Sae del capoluogo, celebrerà la seconda solenne Messa in ricordo delle vittime del sisma.
Monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, sottolinea che questo quarto anniversario del terremoto del centro Italia “certamente viene vissuto come una ferita che si riapre. Nel senso che per quanto non sia mai stato rimarginato il dolore per la perdita delle persone care, l’anniversario risulta essere un giorno per la memoria ancora più difficile, e poi accanto a questo sentimento di dolore che si riacutizza, c’è anche un sentimento di disorientamento. Perché sembra, ancora dopo 4 anni, che non ci sia certezza rispetto al futuro, che significa in modo particolare quello della propria casa, di un ritorno a quello che è stato cancellato nel giro di qualche secondo nella notte del 23 e 24 agosto.
Legnini (commissario alla ricostruzione) rappresenta la speranza che ci sia una accelerazione, e quindi una svolta, che proprio però perché questa è una speranza significa che non c’è stata. Abbiamo attraversato questi anni in una condizione in cui i tempi sono andati sempre di più allungandosi. Le questioni non sono state ancora affrontate, sia quelle relative alla ricostruzione propriamente detta, sia quelle relative alla viabilità e alle infrastrutture, sia quelle relative al lavoro. Perciò, ciò che viene auspicato è una speranza, che se fosse ancora una volta delusa sarebbe veramente penoso”.
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