L’abbiamo visto anche al cinema nel film “L’Inchiesta” ed insieme all’attore Christian De Sica, nel film “ La scuola più bella del mondo”.
Bocciarelli è felicemente fidanzato con l’attrice Claudia Conte ed insieme, portano in scena uno spettacolo dedicato all’amore dal titolo “Solo l’amore resta”.
Vincenzo è legato alla fede e condivide la preghiera e i sacramenti con la sua compagna.
A seguire l’intervista di Rita Sberna.
Cosa intenti per amore?
L’amore è una parola meravigliosa e racchiude tutto, è quella famosa biglia di cui parlava San Tommaso D’Aquino, nel magnifico gioco della creazione, dell’esistenza e dell’amore.
Per amore si fa tutto e si dà vita alle cose più belle, alle passioni più profonde e più intense come quella che conosciamo noi artisti, cioè il fare ed il creare.
E’ tutto una grandissima forma di amore che si riflette anche nelle nostre vite quotidiane, ascoltando gli altri e cercando di vivere il presente.
Spesso siamo presi dall’ansia di ciò che accadrà anche l’attimo dopo, e non ci abbandoniamo all’ascolto e alla compenetrazione col prossimo che è alla base di tutto per poter vivere con amore la propria esistenza.
Quanto conta l’amore nella tua vita?
Non avrei mai pensato che dopo circa vent’anni di carriera e di ricerca della conoscenza di me stesso anche attraverso il teatro, la poesia, la letteratura e la parola, avessi incontrato in un momento di passaggio della mia esistenza, l’amore.
A volte ci si autosuggestiona credendo di aver trovato l’amore, a qualcuno capita di giungere alla fine della propria vita, senza aver provato mai questo sentimento, è tutto un mistero.
Quello che sto facendo in questo momento della mia vita, è far riflettere la luce dell’amore divino in tutto ciò che faccio e che vivo in questa dimensione terrena.
Cerco di vivere in maniera più coerente e più onesta possibile, l’ amore che sto sperimentando, prendendo esempio dalla parola del Vangelo e da ciò che tutte le domeniche cerco di attingere dalla luce dello Spirito Santo. Vado a ricaricarmi alla Santa Messa domenicale, in quel momento scarico tutto e quando mi abbandono alla preghiera e al dialogo con Dio, esco dalla chiesa ricaricato ed è bellissimo condividere tutto questo con la persona amata.
Conta tanto nella coppia, essere uniti non solo nell’amore terreno ma anche nella spiritualità e nella preghiera?
In passato ho sofferto tanto proprio perché non riuscivo a creare questa danza, a condividere questo “gioco” a due. E’ una continua crescita, un confrontarsi.. si cerca di ragionare sulle perle che ci vengono regalate dalla lettura del Vangelo, o dall’omelia dei vari sacerdoti.
Tutto questo è bello condividerlo con la persona amata perché il rapporto si rafforza sempre più.
Invece non condividere la fede con la persona amata, porta a sentirsi soli, non compresi e criticati.
Come cercate di condividere la fede, tu e Claudia, all’interno del mondo dello spettacolo?
E’ molto difficile, il mondo dello spettacolo è legato ad un pensiero particolare; sembra quasi che chi lavora nel cinema non debba avere quell’umiltà di sentirsi un semplice granellino. Sembra quasi come se fossero due fattori che entrano in contrasto.
Il super ego che deve avere l’attore per affrontare il palcoscenico o il piccolo schermo, è diverso dal sentirsi un piccolo granello.
A volte le forze del male ti ostacolano, cercano di farti retrocedere e sei ancora più esposto e più tentato. Proprio per questo è importante la preghiera.
Abbiamo creato una chat con altri colleghi dove preghiamo.
Sei stato anche in pellegrinaggio a Medjugorje, puoi raccontarci l’esperienza che hai vissuto?
Circa un anno fa, sono stato a Medjugorje ed ho vissuto un esperienza bellissima insieme ad un gruppo di amici. Arrivato all’aeroporto, ho sentito una mano poggiata sul mio petto e sono sicuro che era la mano di Maria, ho iniziato a piangere subito di gioia.
Ho percepito la presenza viva e reale della Madonna. Mi sono sentito accolto tra le sue braccia, ero sereno, tranquillo, mi sentivo protetto da Lei.
Ci sono stati tanti momenti di meditazione e di preghiera d’innanzi al Santissimo. Ho ricevuto una pioggia di miracoli, pure di lavoro.
In quel periodo, avevo un desiderio nel cuore, oltre ad aver pregato per la mia famiglia e per gli amici, ho chiesto a Maria di aiutarmi a realizzare un mio sogno cioè quello di recitare al cinema. Ho fatto tantissimo teatro e televisione, ma film al cinema in Italia, ne ho fatti pochi.
Il giorno dopo ho ricevuto la telefonata che ero stato preso per interpretare una parte nel film “La scuola più bella del mondo” con Christian De Sica.
Dietro a tutto questo c’è stato il tocco materno di Maria.
Ad Eboli sei stato protagonista di un importante iniziativa, hai interpretato il personaggio di Gesù, durante una via crucis, curata dai disabili. Come ti sei preparato al ruolo di Gesù e cos’ha significato per te?
E’ da quattro anni che sono testimonial al Centro Elaion di Eboli, e sono protagonista della via Crucis nelle vesti di Gesù, condivisa con i ragazzi disabili del centro che interpretano vari ruoli.
Il primo anno portai con me anche Claudia Koll, che leggeva alcuni brani del vangelo, durante la Passione di Cristo.
Invece questo quarto anno, abbiamo centrato il tutto, sul tema della resurrezione. E’ stato bello il momento in cui sono uscito dalla grotta, c’era la musica e la luce che trasmettevano il trionfo dell’esistenza umana e della salvezza, tutto questo per dare un messaggio ai ragazzi, perché vivono questa Via Crucis, con dolore e sofferenza, si immedesimano tantissimo.
E’ uno spettacolo di grandissima umanità, sono ragazzi che percepiscono e ti fanno percepire tanto amore.
Mi abbracciano e mi chiamano Gesù ed è emozionante. Dio si manifesta anche attraverso queste persone, tramite i loro sorrisi e i loro occhi.
Sei sensibile alle problematiche che riguardano la droga, l’alcool e la disabilità. Come mai?
L’ultimo lavoro che ho fatto con la mia fidanzata Claudia Conte è stato il docu-film “Gioventù sballata” che lei stessa ha prodotto contro la droga, ha riscosso un grande successo soprattutto nelle scuole. E’ importante coinvolgere i ragazzi, sensibilizzandoli su queste tematiche purtroppo molto sviluppate nella nostra società.
Cosa ti hanno insegnato, in tutti questi anni, le persone diversamente abili?
Io ho uno zio che ha una forma di disabilità, provocata da una malattia congenita, e già da piccolo vedevo mio zio Sandro che aveva difficoltà motorie nel camminare e anche nel parlare. Era anche un Ingegnere Elettronico, e stando a contatto con lui sono subito entrato nel mondo della disabilità.
Ho sofferto tanto per lui, cercavo di essere il suo bastone, di accompagnarlo e di stargli vicino.
Quando vedo una persona che ha qualche disabilità, la prima cosa che faccio è quella di iniziare subito a pregare desiderando un intervento divino affinchè queste persone possano guarire.
Loro mi hanno insegnato ad affidarmi a Dio, affidando loro stessi e le loro disabilità.
Servizio di Rita Sberna
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