“Sono nera ma bella”. Le più famose Madonne Nere in Italia.
Una Madonna Nera è una rappresentazione iconografica, dipinto o scultura , tipica dell’iconografia cristiana, della Vergine Maria, eventualmente accompagnata dal Bambino Gesù, il cui volto ha un colorito scuro, se non proprio nero.
Le “madonne nere” sono molto diffuse. Ci sono diverse centinaia di madonne nere in luoghi pubblici di culto in Italia, Francia, Spagna, Polonia e in molte altre nazioni.
Molte di queste Madonne sono molto famose, come la Madonna di Loreto, presso Ancona; quella di Tindari presso Patti, in provincia di Messina,; quella di Castelmonte, frazione del comune di Porpetto, in provincia di Udine.
La Madonna nera di Castelmonte, in provincia di Udine.
Il primo documento scritto che cita la chiesa, dove è custodita la statua della Madonna Nera, risale al 16 giugno 1175 quando la stessa venne nominata in un documento di cessione di alcuni beni a favore del monastero di Santa Maria Assunta di Cividale.
Il santuario nel 1469 fu distrutto da un incendio scoppiato a causa di un fulmine che colpì il campanile; in quell’occasione bruciò anche la statua lignea della Madonna.
Il tempio fu ricostruito nel 1479 e, all’interno, fu posata una nuova statua, in pietra, raffigurante la Madonna nera con bambino che, ancora oggi, adorna l’altare maggiore.
La Madonna di Loreto, in provincia di Ancona.
La Madonna di Loreto, detta anche Vergine Lauretana fin dal secolo XVI, rivestita di un caratteristico manto ingioiellato detto dalmatica, è la statua venerata nella Santa Casa.
Si tratta di una Madonna nera: la sua particolarità è il volto scuro, comune alle icone più antiche, dovuto spesso al fumo delle lampade ad olio e delle candele o a cambiamenti chimici subiti dai colori originari.
La statua originaria, risalente al XIV secolo, trafugata dalle truppe napoleoniche nel 1797, fu poi restituita col Trattato di Tolentino e fini’ a Roma.
Durante questo periodo di esilio il culto della Vergine Lauretana nella Santa Casa di Loreto fu affidato al simulacro in legno di pioppo (identico all’originale) e oggi conservato a Cannara (PG).
Questo rimane l’unico esemplare del periodo napoleonico, dopo l’incendio della statua originale del 1921 ad essere stato venerato nella Santa Casa
Nel 1921 divampò un furioso incendio all’interno del sacello che incenerì la scultura. Per volere di Papa Pio XI, venne subito scolpita una nuova immagine simile alla precedente.
A Messina la Madonna di Tindari.
Le origini della statua bizantina della Madonna nera del Tindari sono legate ad una leggenda, secondo la quale la scultura, trasportata per mare, impedì alla nave di ripartire dopo che si era rifugiata nella baia dei laghetti di Tindari per sfuggire alla tempesta.
La statua aveva lasciato l’Oriente per sfuggire alla persecuzione iconoclasta.
I marinai, depositarono a terra via via il carico, pensando che fosse questo ad impedire il trasporto, e solo quando vi portarono anche la statua, la nave poté riprendere il mare.
La statua è quindi stata portata sul colle soprastante, dentro una piccola chiesa che dovette in seguito essere più volte ampliata per accogliere i pellegrini, attratti dalla fama miracolosa del simulacro.
La scultura lignea (in cedro del Libano) è orientaleggiante, bizantina, ed è databile tra la fine del secolo VIII e i primi decenni del secolo IX.
La Madonna è nera, con un caratteristico e originale volto lungo non facilmente riscontrabile in altre statue religiose.
E’ una Theotókos Odigitria rappresentata come Basilissa, ossia come “Regina seduta in trono”, mentre regge in grembo il Bambin Gesù tenendo la mano destra sollevata, benedicente.
In capo regge una corona o un turbante di tipo orientale.
Sotto il trono, la scritta “Nigra Sum Sed Formosa” riprende la frase del Cantico dei Cantici 1,5, e 1,6, e significa “Sono nera ma formosa” oppure, meno letteralmente “Sono bruna ma bella”.
Nera ma bella
Nel Cantico dei Cantici, attribuito al re Salomone, quindi scritto quattro secoli prima della nascita di Gesù, si parla di amore, e l’innamorata del re dice di essere “nera, ma bella”, il testo in latino riporta: “Nigra sum, sed formosa, come la scritta che appare sotto la statua della Madonna di Tindari.
Tale immagine viene collegata alla regina di Saba che volle conoscere Salomone. Ella, secondo alcuni studiosi, proveniva dall’Abissinia, e quindi aveva un colorito bruno.
Per altri, lei era bruna, abbronzata, perché era stata per lungo tempo esposta ai raggi del sole, diremo noi: aveva preso il sole ed era ben abbronzata.
Abbronzata da Dio
Infatti, nel Cantico dei Cantici, lei dice: “Non state a guardare che sono bruna perché mi ha abbronzata il sole” (1, 5-6).
In seguito, la figura di questa regina venne paragonata alla Vergine Maria e la si volle rappresentare dipingendola con una carnagione scura.
Per similitudine con la regina di Saba, o perché il sole è anche figura di Dio, è molto probabile che la Madonna sia stata rappresentata con la pelle scura perché Lei volgeva il suo sguardo a Dio, stava davanti a Lui, a ricevere i suoi raggi, la sua grazia.
Tali immagini, statue o dipinti, vennero ricopiate e trasmesse nei vari secoli. Artisti e iconografi, nel farle, cercavano di richiamare le antiche icone mariane, di tradizione orientale, che risultavano scure.
Fumo di candele e olii
Oltre a questa scelta, a rendere scure le immagini sacre della Madonna furono i lumini ad olio che venivano accesi davanti a lei.
Un tempo non esistevano lampade elettriche, si usava olio o cera d’api, e sappiamo tutti che queste sostanze, se bruciate, anneriscono.
Queste due furono le ragioni principali per cui troviamo tante immagini di Madonne nere.
Altre volte sono diventate scure perché certi colori contenevano del piombo, ed i pigmenti, col tempo, si sono alterati, scurendo l’immagine.
Una Madonna nerissima
La Madonna di Loreto, la vediamo tutta nera, nerissima, per una ragione in più.
L’attuale statua venne scolpita nel 1922 su legno del Libano, che non è scuro come l’ebano, ma venne colorata così per ricordare la statua precedente che si era bruciata l’anno precedente (1921).
Questa era meno scura, era stata fatta nel secolo XVI, con legno di abete rosso, e dipinta di un colore bruno, su imitazione di una icona dipinta su tavola (in legno) che era venerata da alcuni secoli prima.
Quindi una copia su copia, di immagini che si annerivano con il passare degli anni e con il fumo dell’olio che anneriva immagini e pareti, che penetrava nel legno stesso.
Maria Madre di tutti
La Madonna raffigurata come bianca o nera, con lineamenti orientali o europei, africani o latino americani, è sempre Madre di tutti noi.
Maria, quella Assunta in cielo, desidera amare l’intera umanità, con la gente di ogni colore o razza, perché siamo tutti figli di Dio, a Lui ci vuol portare, a Lui, nostro sole e donatore di vita.
la Regina della pace, l’11 dicembre del 1984, lasciò questo messaggio per il Gruppo di preghiera:
“Questo desidero dire al Gruppo e a tutto il mondo: io sono la vostra mamma che desidera unirvi tutti!