Sono stati liberati i quattro sacerdoti cattolici – riferisce Marco Guerra su Vaticannews – rapiti martedì da uomini armati vicino ad Abraka, nel sud della Nigeria: la notizia è stata confermata a Vatican News da padre Patrick Alumuku, direttore della comunicazione dell’arcidiocesi di Abuja.
Il loro rilascio, secondo i media nigeriani che citano fonti di polizia, sarebbe avvenuto ieri a seguito di un’azione di polizia. I religiosi liberati sono: Victor Adigboluja, Anthony Otegbola, Joseph Ediae, Emmanuel Obadjere. Padre Alumuku riferisce che la loro liberazione è stata accolta con grande gioia da tutto il Paese perché i presbiteri provengono da diverse aree della Nigeria.
Le circostanze e l’area del rapimento fanno pensare a un’azione di bande di criminali. Secondo padre Alumuku i rapimenti di religiosi e religiose sono aumentati anche nel Sud del Paese e la Chiesa è molto preoccupata. Di seguito l’intervista a padre Patrick Alumuku.
Come avete accolto la notizia della liberazione?
R. – È una notizia bella per tutto il Paese, perché eravamo molto preoccupati per questi quattro sacerdoti di diverse diocesi che, tornando da una celebrazione, erano stati rapiti. C’era molta tristezza in tutto il Paese, però adesso siamo felici.
I quattro sacerdoti sono stati rapiti da uomini armati vicino ad Abraka. In che zona si trova? Vi siete fatti un idea sul movente?
R. – È una zona del Sud – Est del Paese, dove c’è il petrolio e ci sono molti banditi. In questa zona abbiamo avuto nell’ultimo anno il rapimento di più di dieci suore e di circa dieci sacerdoti. Solo due mesi fa un sacerdote è stato rapito e poi liberato, ma tre giorni dopo è morto forse per i maltrattamenti ricevuti.
La popolazione, i cristiani come reagiscono a queste violenze? C’è paura, c’è una richiesta di sicurezza al governo?
R. – È un momento di preoccupazione perché questi rapimenti continuano. Non sospettiamo di nessuno in particolare, però la domanda che ci facciamo è questa: perché sempre i sacerdoti? E cosi tanti? Sapevamo che nel Nord del Paese da qualche parte c’erano gli estremisti islamici e che tutti coloro che erano stati rapiti e poi liberati dicevano che i sequestratori parlavano la lingua degli hausa o dei fulani. I musulmani parlano maggiormente queste lingue. Quindi c’è questo sospetto, però nel Sud non sappiamo veramente chi siano i colpevoli. La Chiesa nigeriana è molto preoccupata di tale situazione, in cui tanti sacerdoti e suore sono stati rapiti in diversi luoghi nell’ultimo anno.
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