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Sono venuto a portare non pace, ma spada

deny-mysefl (1)RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO LUNEDI’  –  Ricalcando le orme del profeta Amos, Isaia proclama i valori della giustizia, del diritto, del bene sociale e comunque del retto agire, i quali non possono in alcun modo essere sostituiti dal fervore cultuale, che sarebbe in tal caso soltanto formalismo vuoto e irritante al cospetto di Dio: “lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista”. I rimproveri esortativi del profeta sono validi anche oggi. Quanta necessità abbiamo di lavarci dalle sozzure non solo esteriori, ma soprattutto da quelle interiori! Quanto male dobbiamo purificare alla luce di Dio?

Gesù, rifacendosi a un testo di Michea, evidenzia le conseguenze inquietanti del suo messaggio, che impone delle scelte molto nette. E’ sconvolgente: il Cristo annuncia di essere venuto sulla terra a “portare una spada”. L’insegnamento del maestro non è favorire il fuoco sotto la cenere. Il suo compito è quello di dividere ciò che in apparenza è affascinante, dalla sua volontà; a separare il vero  Bene dal “falso bene” a cui tanti purtroppo aderiscono. La parola di Dio è come una spada a doppio taglio –dice la lettera agli ebrei-, che penetra fino alle midolla delle ossa. Di fronte a questa scelta radicale, pro o contro Cristo, il discepolo deve essere disposto a prendere la croce della rottura paradossale con i “familiari” (cioè con le cose più care da cui è difficile separarsi) e seguire Gesù. E’ questione di Vita o di morte. Per avere la vita eterna bisogna essere disposti a perdere le sicurezze personali. Il linguaggio di Gesù è comprensibile per chi crede che Dio risuscita i morti e dona la vita eterna a chi l’ha perduta per causa del Vangelo. Siamo disposti a passare da questo grande “dolore” per seguire il Maestro? a cura di don Salvatore Lazzara

 

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