La Croce Rossa Italiana ricevuta in udienza in aula Paolo VI. Il Pontefice elogia l’opera dell’associazione, prodiga e vicina agli ultimi della terra e agli invisibili della società
“La cultura dello scarto” causa un numero imprecisato di invisibili, imprigionati “nel cono d’ombra dell’indifferenza”, il vostro lavoro, invece, richiama “la figura evangelica del Buon Samaritano” e genera speranza per il futuro dell’uomo. Sono le parole di riconoscenza che Papa Francesco rivolge ai membri della Croce Rossa Italiana, ricevuti in udienza in aula Paolo VI. Uomini e donne, sottolinea a braccio, che rappresentano veri “profeti”, capaci di “risvegliare il mondo indifferente”, di “schiaffeggiare”, con “le parole e la testimonianza”, “l’egoismo sociale”.
La cultura dello scarto è una cultura senza volti
Alle circa 7.000 persone presenti, il Pontefice rende grazie per il “servizio insostituibile” reso, soprattutto per la capacità di riconoscere in ogni individuo un volto “unico e irripetibile”, uomini e donne che invece la “cultura dello scarto” tende ad escludere, senza “udirne il richiamo e percepirne le sofferenze”. Essa, infatti, “è una cultura anonima, senza legami e senza volti” e si “prende cura solo di alcuni, escludendo tanti altri”. La Croce Rossa Italiana, invece, insieme con il movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, si rende promotrice “di una mentalità radicata nel valore di ogni essere umano”, e di una prassi che mette “al centro della vita sociale non gli interessi economici, ma la cura delle persone”.
L’umanità della Croce Rossa
Nel discorso, il Pontefice rimarca che l’Associazione opera secondo i principi di umanità, di imparzialità e di neutralità, chinandosi in modo “amorevole e disinteressato” su quanti sono in difficoltà, siano vittime di calamità naturali o migranti, “durante il loro arduo percorso sul mare”. Questo criterio di azione contrasta così “la tendenza, oggi purtroppo così diffusa, a distinguere chi meriti attenzione e soccorso da chi, al contrario, non ne sia degno”.
Guardate con gli occhiali dell’amicizia
In una aula Paolo VI tinta di rosso, Papa Bergoglio ricorda che chi “guarda gli altri con gli occhiali dell’amicizia, e non con le lenti della competizione o del conflitto, si fa costruttore di un mondo più vivibile e umano”. Un pensiero speciale va, infine, ai “martiri” della solidarietà, a chi ha “donato” la propria vita per soccorrere quanti erano nel bisogno.
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Barbara Castelli – Città del Vaticano