Sinodo vuol dire “camminare insieme”: ecco, allora, che dai cinque continenti la Chiesa universale si mette in cammino verso la sede di Pietro per riflettere su “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.
Chi partecipa. 253 partecipanti. 191 Padri sinodali: 78 dall’Europa, 42 dall’Africa, 38 dall’America, 29 dall’Asia, 4 dall’Oceania. Inoltre predono parte: 38 Uditori e Uditrici con diritto di parola ma non di voto in Aula (tra cui 13 coppie di sposi); 16 esperti, ovvero i collaboratori del Segretario Speciale (tra cui una coppia di sposi), 8 Delegati Fraterni.
Ogni congregazione generale vedrà l’intervento di una coppia di sposi uditori, che porteranno la loro testimonianza di vita familiare.
Tra i membri di nomina pontificia, è presente il padre gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista dei gesuita “La Civiltà Cattolica”.
Durante le due settimane di lavori, i partecipanti all’Assemblea rifletteranno sul Documento di lavoro diffuso a giugno scorso. Lo scopo, spiega il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, è quello di “proporre al mondo odierno la bellezza e i valori della famiglia, che emergono dall’annuncio di Gesù Cristo che dissolve la paura e sostiene la speranza”.
Non si prevedono documenti finali al termine di questa Assemblea straordinaria: essa, infatti, è solo la prima tappa di un percorso che si concluderà nel 2015, quando dal 4 al 25 ottobre si terrà il 14.mo Sinodo generale ordinario sul tema “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”. La “Relazione del Sinodo”, coadiuvata nei prossimi mesi da un secondo questionario indirizzato alle Conferenze episcopali, farà da base all’Instrumentum Laboris del Sinodo ordinario del 2015, da cui deriveranno le decisioni del Papa sulla pastorale della famiglia.
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Il Presidente
Famiglia : cellula primaria della società anche quella dove insiste un disabile. E’ quanto raccomandiamo al Sinodo del Vescovi.
La famiglia, composta da uomo e donna, che la Chiesa Cattolica ha sempre sostenuto quale cellula primaria della società a fronte delle “nuove concezioni” , è stata “concepita” come una società originaria le cui basi sono per la creazione della prole anche se derivano da aggregazione di persone sviluppate attraverso un processo millenario di libertà .
Per il Sinodo dei Vescovi, come ha detto il Pontefice nella Lettera indirizzata alle famiglie il 2 febbraio scorso, sarà un tempo che porterà letizia alla Chiesa, la quale ha l’intento di salvare e tutelare la famiglia.
Però ancora una volta la n/s Associazione rivolge un appello al Sinodo perché non può non tenere in evidenza quanto siano drammatiche le situazioni nelle famiglie in cui “vive” un disabile fisico, soprattutto psichico, quest’ultimo “titolare” di pietose vicende quasi giornaliere, sia in famiglia che nella società .
Le sfide che oggi sono sottoposte le famiglie dalla società in generale e dalla politica in particolare in Italia e nel mondo, non sono molto coerenti, reali, imperiose e tutto questo ci spinge alla ricerca di provvedimenti chiari, umanistici, concreti, ben definiti perché molto importanti .
E’ necessario, nonché imperioso, che le situazioni delle famiglie in cui insiste un sofferente ed un disabile siano rispettate e valorizzate perché costituiscono la cultura del rispetto della persona umana .
Due proposizioni si presentano imperanti nella n/s società : etica morale e bene comune.
Queste si trovano là dove sono difesi e tutelati i diritti della persona umana, specialmente quando entrano nel gioco della socialità i portatori di handicap di salute e di povertà, “soggetti” più colpiti da sventure del genere umano i cui i “diritti dei deboli, non sono diritti deboli”come dice il Cardinale Dionigi Tettamanzi, il grande difensore degli ultimi fra gli ultimi assieme a Papa Francesco .
E’ quanto anelano dal Sinodo dei Vescovi le famiglie del mondo della sofferenza e della disabilità.
E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° : “ Andiamo avanti con speranza!”
Previte
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