È esperta di quell’ora perché fu presente all’ora del Figlio
Maria, donna dell’ultima ora fu scritta da don Tonino Bello il 22 novembre 1992, quando era consapevole delle sorti della sua salute. Il testo mariano, tra i più conosciuti ed apprezzati della letteratura del vescovo, non necessita di particolare commento. Concludiamo con questo scritto il ciclo che la nostra rubrica ha dedicato alla spiritualità mariana del Servo di Dio per l’intero mese di maggio.
«Sembra che alla Madonna non si sappia chiedere altro: prega per noi peccatori. Forse perché, in fondo, l’essenziale sta lì. Tutto il resto è corollario di quell’unica domanda. (…) Viene da chiedersi, comunque, perché mai l’Ave Maria essenzializzi a tal punto l’implorazione da ridurla a una sola richiesta. Le ragioni possono essere due. Anzitutto, Maria è esperta di quell’ora. Perché fu presente all’ora del figlio. (…)
Il secondo motivo sta nel fatto che l’ora della morte è un passaggio difficile. Un transito che mette paura, per quella carica di ignoto che si porta incorporata. Una transumanza che sgomenta, perché è l’unica che non si può programmare nei tempi, nei luoghi e nelle modalità. (…)
Santa Maria, donna dell’ultima ora, quando giungerà per noi la grande sera e il sole si spegnerà nei barlumi del crepuscolo, mettiti accanto a noi perché possiamo affrontare la notte. È una esperienza che hai fatto con Gesù, quando alla sua morte il sole si eclissò e si face gran buio su tutta la terra. Questa esperienza ripetila con noi (…)
Santa Maria, donna dell’ultima ora, il Vangelo ci dice che Gesù quando sulla croce emise lo spirito, reclinò il capo. Probabilmente, come molti artisti hanno intuito, il suo capo egli lo reclinò sul tuo: nello stesso atteggiamento di abbandono quando, ancora bambino, lo coglieva il sonno. (…)
Ti preghiamo: quando pure per noi giungerà il momento di consegnarci al Padre, e nessuno dei presenti sarà in grado di rispondere ormai ai nostri richiami, e sprofonderemo in quella solitudine che neppure le persone più care potranno riempire, offrici il tuo capo come ultimo guanciale. (…)
Santa Maria, donna dell’ultima ora, disponici al grande viaggio. Aiutaci ad allentare gli ormeggi senza paura. Sbriga tu stessa le pratiche del nostro passaporto. Se ci sarà il tuo visto, non avremo più nulla da temere sulla frontiera. Aiutaci a saldare, con i segni del pentimento e con la richiesta di perdono, le ultime pendenze nei confronti della giustizia di Dio. Procuraci tu stessa i benefici della amnistia, di cui egli largheggia con regale misericordia. Mettici in regola le carte, insomma, perché, giunti alla porta del paradiso, essa si spalanchi al nostro bussare».*
* Fonte: Antonio Bello, Maria donna dei nostri giorni, Paoline, Milano 1993.