È il silenzio la preghiera della Chiesa nelle ore del Sabato Santo. Un silenzio che verrà rotto dalla luce della notte di Pasqua, come accadrà stasera nelle chiese di tutto il mondo. In San Pietro la Veglia presieduta da Papa Francesco inizierà alle 20.30, introdotta dal rito di benedizione del fuoco nell’atrio della Basilica.
Golgota, qualche minuto dopo le tre del pomeriggio. Tutto si è compiuto. La colonna sonora dell’esecuzione – urla, ordini, gemiti, singhiozzi, insulti, i rumori crudi del supplizio e il rombo del sisma scaturito dal nulla – si dissolve in una lenta quiete dolorosa. Dopo le ore della Passione inizia, ha ricordato giorni fa Papa Francesco, “l’ora del silenzio di Dio”. il corpo di Gesù è oscurato da una lastra di pietra, diaframma tra la certezza di un Dio “tangibile” e la fede di un Dio “creduto”.
Appuntamento al sepolcro
Le ore silenziose del Sabato Santo sono per la Chiesa “l’ora della Madre”, Colei che sta e spera quando per i più – che hanno abbandonato il Calvario – ciò che si è compiuto è anche qualcosa di ormai svanito. Serviranno altre ore – quelle che porteranno alla sorpresa del giorno dopo il sabato e che da duemila anni la Chiesa celebra nella Veglia pasquale – perché l’angoscia del sepolcro vuoto diventi la gioia incredula della Risurrezione. Ed è qui che ogni volta il cristiano è atteso, ha detto Francesco lo scorso anno nella notte di Pasqua. Atteso sulla soglia del sepolcro nel quale è invitato a fare un passo avanti per “entrare nel Mistero che Dio ha compiuto con la sua veglia d’amore”:
“Entrare nel mistero significa andare oltre le proprie comode sicurezze, oltre la pigrizia e l’indifferenza che ci frenano, e mettersi alla ricerca della verità, della bellezza e dell’amore (…) Tutto questo ci insegnano le donne discepole di Gesù (…) Uscirono e trovarono il sepolcro aperto. Ed entrarono. Vegliarono, uscirono ed entrarono nel Mistero. Impariamo da loro a vegliare con Dio e con Maria, nostra Madre, per entrare nel Mistero che ci fa passare dalla morte alla vita”.
“Qual è la mia Galilea?”
E dopo l’ingresso nel mistero, c’è l’uscita verso la Galilea. Là dove tutto è cominciato, Gesù Risorto dà appuntamento ai discepoli. “Anche per ognuno di noi c’è una ‘Galilea’ all’origine del cammino con Gesù”, osservò Francesco nella Veglia pasquale di due anni fa. Tornare in Galilea vuol dire riscoprire la “radice” e la “scintilla” del cammino personale della fede:
“In questa notte, ognuno di noi può domandarsi: qual è la mia Galilea? Si tratta di fare memoria, andare indietro col ricordo. Dov’è la mia Galilea? La ricordo? L’ho dimenticata? Cercala e la troverai! Lì ti aspetta il Signore”.
di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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