E’ stata quella dell’Ostello Don Luigi Di Liegro, della Caritas diocesana, una delle prime Porte Sante ad essere chiuse a Roma. La celebrazione, ieri mattina, è stata presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini, a concelebrare mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas romana. Francesca Sabatinelli per Radio Vaticana:
Oltre 12 mila sono state le persone passate attraverso la Porta Santa della Carità dell’Ostello dedicato a Don Luigi Di Liegro: pellegrini, volontari, gli stessi ospiti della struttura che, con la mensa dedicata a Giovanni Paolo II, accoglie centinaia di persone. La Porta, per la prima volta non quella di una cattedrale, era stata aperta il 18 dicembre dell’anno scorso da Papa Francesco. Cosa lascia la Porta Santa della Carità. Il cardinale vicario Agostino Vallini:
“Rimane anzitutto un grande cammino di vita cristiana, di santità di vita, di rimessa in discussione, forse, anche di tanti comportamenti. Io vedo tante persone che soffrono, ma anche tante persone che aiutano. E’ cresciuta certamente, a me pare, la sensibilità verso i chi è nel bisogno. Certo, occorre fare ancora di più. Ognuno faccia un esame di coscienza e dica: ‘Cosa posso fare io per gli altri?’. Perché la città siamo noi e quindi diamoci da fare!”.
In questi 11 mesi, la Caritas diocesana ha accolto tutti coloro che hanno voluto fare del passaggio sotto la Porta Santa un’occasione di conversione, condivisione e servizio. Alberto Colaiacono, ufficio comunicazione della Caritas diocesana:
R. – La Porta Santa nell’Ostello Di Liegro è stata un segno importante di misericordia per tutta la città di Roma e non solo per la comunità cristiana. E questo perché, per la prima volta, il Papa ha voluto aprire una Porta giubilare in un luogo che non introduce in una chiesa o in una basilica, ma che introduce in mezzo alla gente e in mezzo ai poveri. E’ una porta che non verrà chiusa, perché mentre le porte delle basiliche saranno chiuse con la fine del Giubileo, queste sono porte destinate ad essere aperte.
D. – I romani hanno saputo rispondere a questa chiamata alla carità?
R. – Passando la Porta Santa qui all’Ostello poteva essere chiesta l’indulgenza in un modo particolare, diverso da quello delle basiliche: facendo cioè un servizio di volontariato. In questi 11 mesi sono passate più di 12 mila persone per chiedere l’indulgenza, per chiedere misericordia, facendo un servizio insieme ai poveri. Molti erano romani, ma abbiamo contato persone di oltre 40 nazioni. Sono state anche molte le Caritas italiane venute dalle altre diocesi a fare un pellegrinaggio insieme ai loro ospiti, agli ospiti dei loro ostelli. Il segno particolare è stato questo.
D. – Gli ospiti, i protagonisti, come hanno risposto? Come hanno reagito di fronte a questa attenzione che non sono abituati a ricevere se non in determinate occasioni?
R. – Al di là di qualche momento imbarazzante, soprattutto all’inizio, quando c’era una folla mediatica ed erano tantissimi i giornalisti con il Papa qui, poi è diventata per loro una attività di animazione pastorale. C’è stato un gruppo di ospiti che si è preparato per accogliere i pellegrini e quindi i pellegrini venivano accolti dagli ospiti. E’ stato anche molto bello quando ci hanno chiesto di fare il loro Giubileo qui, quindi in una giornata, a giugno scorso, tutti gli ospiti dell’ostello e della mensa hanno fatto il loro Giubileo nel luogo in cui vivono, quel giorno hanno passato quella porta, che ogni sera attraversano per mangiare, per pregare.
Tra gli ospiti della struttura che hanno accompagnato i pellegrini nel loro percorso c’è Angelo Zurolo. Dal 2012, dopo aver perso casa e lavoro, è ospite dell’ostello, per avere la possibilità, racconta, di fare un cammino che lo porti a riconquistare il giusto spazio nella società:
R. – Per noi che tutti giorni, qui all’ostello, viviamo la situazione di persone che hanno purtroppo perso casa, lavoro o che sono qui per tanti altri brutti motivi, l’apertura della Porta Santa, un anno fa, da parte di Papa Francesco è stato un evento straordinario penso per tutti. Papa Francesco ha fatto, e fa, del suo mandato una Chiesa povera per i poveri e quindi con i poveri e per i poveri. Ieri c’è stato l’inizio del Giubileo dei senza fissa dimora e io sono andato. Il Papa ha detto tante cose, una soprattutto stupenda: “Chiedo perdono a voi poveri per i tanti cristiani che ogni giorno voltano lo sguardo dall’altra parte”. Ha detto: “Poveri sì, ma con dignità! Poveri sì, ma sfruttati no!”. E’ stata una cosa bellissima.
D. – Pensa che in questo Giubileo, qui, all’Ostello di Via Marsala, l’aver attraversato questa Porta per molti romani o per i non romani abbia significato qualcosa dal punto di vista proprio della sensibilità, di capire che l’altro è il ‘prossimo’ e resterà il ‘prossimo’?
R. – Penso proprio di sì. Penso che sia stato fatto un grandissimo lavoro da tutti, dagli operatori, dai volontari, dalla Caritas stessa, per far sì che chi venisse, venisse comunque con quella che è l’intenzione di attraversare la Porta, di toccare con mano la carità e di mettersi al servizio dei poveri, di chi ha bisogno degli altri. Quindi, chiunque abbia attraversato la Porta Santa in questo anno, da tutte le parti d’Italia e anche da altri Paesi del mondo, sicuramente è stato toccato da quello che si vive qui, all’interno dell’ostello, all’interno della mensa che tutti i giorni, tutte le sere, eroga i pasti per tantissime persone. Sicuramente è stato toccato e speriamo che si metta veramente a disposizione degli altri. Penso proprio di sì, penso che questo evento della Porta Santa della Carità e dell’Anno straordinario della Misericordia abbia toccato realmente il cuore di tutti.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)
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