Ilaria Masi è una ragazza anconetana che a novembre compirà 28 anni, ma domenica festeggerà il suo 16mo compleanno. Nessun errore di calcolo. Ilaria nel 2002 ha subìto un delicato intervento al cuore, il secondo della sua vita, a cui non voleva sottoporsi pur sapendo di andare incontro a morte sicura. L’operazione era stata programmata comunque, perché all’epoca era minorenne e la scelta non era la sua, ma lei sotto i ferri non voleva andarci: preferiva la certezza della morte, che sarebbe arrivata senza sapere quando, alla paura di andarsene per sempre poche ore dopo e sotto i ferri di un chirurgo.
La notte prima dell’operazione però qualcuno ha sovvertito tutto: «Non riuscivo a dormire, poi ho visto padre Pio a mezzo busto davanti al mio letto di ospedale, è stata una frazione di secondo, mi guardava a braccia conserte senza dire nulla, ma in quel momento ho capito quello che dovevo fare e l’ho fatto». Erano le prime ore del 1 luglio, Ilaria si è sottoposta all’intervento, ha sostituito la valvola cuore-polmone installata quando aveva solo 6 mesi di vita. Sarebbe dovuta durare 12 anni: «Ne sono passati 16, non l’ho più cambiata, ora corro e faccio danza senza nessun problema. Sto bene, e anche in questo ci vedo il miracolo di Padre Pio». Ilaria ha mai raccontato a nessuno quella esperienza, se non ai genitori come conferma anche mamma Maria Laura. A pochi giorni da quello che definisce il suo 16° compleanno, anniversario di una nuova vita, ha scelto di aprirsi con la nostra redazione.
La storia di Ilaria inizia sei mesi dopo la sua nascita. Dopo lo spuntare dei primi due dentini la piccola accusa uno scompenso cardiaco. «Al Salesi dissero ai miei genitori che era polmonite, in una clinica di Roma si accorsero che c’era un problema al cuore». Ilaria era affetta dalla Tetralogia di Fallot, una malformazione congenita che richiedeva la sostituzione la valvola cuore-polmone. L’intervento fu eseguito dallo specialista Carlo Marcelletti, con cui Ilaria è rimasta in contatto fino alla morte del medico nel maggio del 2009. «La valvola sarebbe dovuta durare circa 10 anni e nel 2002 quindi già sapevo che avrei dovuto sostituirla, anche perché facendo una rampa di scale ero già stanca così come quando mangiavo. Il 1 luglio dovevo essere operata a Palermo, sempre da Marcelletti solo che io non volevo farlo pur conoscendo le conseguenze. Avevo la certezza che non operandomi sarei morta, ma non volevo andarmene in quel contesto, lasciando tutto e tutti in quel modo». Quella notte Ilaria racconta di non aver chiuso occhio: «Mia madre era in stanza con me, dormiva ma io no. A un certo punto ho visto la sagoma di un santo, a mezzo busto. Aveva il vestito marrone e la barba lunga. Era padre Pio, l’ho visto solo per un attimo. Mi ha guardato senza dire nulla e in quel momento ho cambiato idea e accettai di operarmi». La mattina successiva Ilaria raccontò di qeulla esperienza solo ai genitori: «Quando me lo disse risposi solo “Speriamo davvero che ci faccia la grazia”» racconta Maria Laura Pelosi. Scetticismo? No, perché anche la nonna di Ilaria ebbe una visione che la famiglia ritiene miracolosa: «Mia madre fu operata per un carcinoma, la chemio l’aveva debilitata al punti che un giorno svenì 4 o 5 volte di fila. Una notte le apparì papa Woityla e dalla mattina dopo è tornata in perfetta salute e lo è tuttora».
La mattina dell’intervento di Ilaria ci fu una stretta di mano: «Tesi la mano a mia madre e le dissi “come va va”». Andò tutto bene, al punto che oggi Ilaria vive con quella stessa valvola: «I medici vogliono sottopormi a degli esami invasivi come l’angiotac per vedere perché funziona tutto bene, ma io non lo farò perché credo di non averne bisogno». Ma Ilaria non è curiosa delle certezze che può dare la scienza dopo 16 anni, come ad esempio sapere se il bisogno di un nuovo intervento è stato definitivamente superato o solo rimandato? «No, perché l’ultima volta che Marcelletti mi fece un’ecografia nel gennaio 2009 mi disse che non avrei più avuto bisogno di nulla e lui sapeva quello che aveva fatto. Non vedo il motivo, non me la sento, magari poi cambierò idea». Durante una serata di beneficenza Ilaria ha conosciuto Ivan Cottini, con cui ha cominciato a collaborare per diffondere il messaggio di speranza e apertura alla vita. «A chi deve sottoporsi al mio stesso tipo di intervento consiglio di farlo. Capisco la paura, ne ho avuta anche io, ma non devono mollare. Se l’intervento non lo fai sai che muori, ma se lo fai hai una prospettiva di vita. Ne vale la pena e io ne sono testimone»
Fonte www.anconatoday.it/ di Gino Bove
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