Categorie: Corpus et Salus

Stiamo molto attenti: l’opera del maligno non è un’invenzione!

L’impegno della Chiesa ad accostare le situazioni di influenza del demonio e all’accompagnamento verso un rinnovato cammino di fede, liberazione e speranza

La lunga esperienza della Chiesa mostra inconfutabilmente che l’opera del maligno esiste e non si tratta di una categoria astratta e impersonale, ma di uno spirito senziente con una specifica volontà indirizzata ad allontanare l’uomo da Dio. Già i testi veterotestamentari hanno numerosi riferimenti all’opera del maligno, a partire dalla Genesi in cui il serpente, immagine del caos, introduce il peccato e la morte con la conseguente cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. Satana, l’accusatore, incarna la figura di colui che calunnia (“calunniatore” è il significato del termine greco “diavolo”) o “mette alla prova”, come nel passo di Tobia.

In definitiva, nell’Antico Testamento, rappresenta il tentatore in grado di ispirare ogni azione malefica. I Vangeli riprendono le credenze ebraiche del tempo secondo cui gli spiriti malvagi sono la causa diretta di ogni sciagura, disgrazia e malattia. L’annuncio di Gesù non intende smentire tale interpretazione, ma manifesta che la venuta del Regno di Dio trionfa sul male in ogni sua forma. Momento cardine della vittoria del Messia sul maligno è quello della sofferenza in croce, fino alla morte e resurrezione: il principe di questo mondo, nonostante le tentazioni, non riesce ad incrinare l’obbedienza del Figlio al Padre fino all’ultimo sospiro.

La dottrina evangelica subordina chiaramente le numerose potenze infernali (mutuate dal paganesimo dei popoli vicini prima e dalla cultura greca poi) all’annuncio della vittoria di Cristo sul male. Con questa fede ogni credente dovrebbe affrontare il tema complesso e spesso misterioso della presenza del maligno nella vita quotidiana dell’uomo. “Misterioso” perché il demonio, in quanto creatura, nulla può di sua propria volontà se non gli è consentito dal Creatore.

Il diavolo, che come “leone ruggente” vuole portare l’uomo alla dannazione eterna, è stato già sconfitto. “Chi come Dio?” è il grido che porta san Michele Arcangelo alla vittoria contro quegli angeli che si sono ribellati al loro Creatore e cadono, come una folgore, dal cielo agli inferi. Nonostante l’antica disfatta, il demonio e le sue schiere non sono state neutralizzate: nella sua infinita bontà il Signore non ha permesso che nessuna delle sue creature venisse distrutta, lasciando agli angeli corrotti la possibilità di tentare l’uomo in diverse maniere e momenti della storia.

I mezzi utilizzati, secondo la teologia cristiana, sono numerosi, comunemente classificati in due categorie principali: azioni “ordinarie” e “straordinarie”. Anche la frequentazione con gruppi dediti all’occultismo può interferire negativamente sull’interiorità della persona fino a devastarla psicologicamente ma anche spiritualmente e con forme e comportamenti inspiegabili.

L’azione ordinaria è quella che qualunque persona sperimenta quotidianamente attraverso le tentazioni di diversa natura per mezzo delle quali viene messa alla prova la fede al Signore. L’azione straordinaria è invece una situazione permessa da Dio, per motivi imperscrutabili, in cui il demonio interferisce direttamente con la vita dell’uomo.

Questo secondo livello di azione si esplicita in varie forme: disturbi fisici o esterni, come si può constatare in alcuni fenomeni delle vite dei santi, o infestazioni locali su case, oggetti e animali; ossessioni personali, ossia pensieri o impulsi che gettano in stati di prostrazione, disperazione o tentazione di suicidio; vessazioni diaboliche, corrispondenti a disturbi e malattie che arrivano a far perdere la conoscenza, a compiere azioni o pronunciare parole in odio a Dio, a Gesù e al suo Vangelo, a Maria e ai santi; fino ad arrivare alla vera e propria possessione diabolica, durante la quale avviene la presa di possesso del corpo di un individuo da parte del demonio, il quale lo fa parlare o agire come vuole, senza che la vittima possa resistere. Quest’ultima è chiaramente la situazione più grave. Ciò non significa, come nel pensiero ebraico antico, che ogni forma di malessere fisico o psichico dipenda direttamente dal maligno.

La maggioranza delle situazioni è invece riconducibile e curabile attraverso l’indagine diagnostica medica, psicologica e psichiatrica. Questo però non esclude a priori l’esistenza di quella crescente percentuale di casi assolutamente inspiegabili dal punto di vista scientifico, attestata anche nelle memorie della vita di numerosi santi.

Sono ormai note al mondo cattolico le tante guerre spirituali affrontate da san Pio di Pietrelcina contro l’antico tentatore, fino ad arrivare a vere e proprie manifestazioni sotto le forme più svariate: «Giovinette ignude che lascivamente ballavano; in forma di crocifisso; sotto forma di un giovane amico dei frati; sotto forma del Padre Spirituale, o del Padre Provinciale; di quella di Papa Pio X e dell’Angelo Custode; di San Francesco; di Maria Santissima, ma anche nelle sue fattezze orribili, con un esercito di spiriti infernali. A volte non c’era nessuna apparizione ma il povero Padre Pio veniva battuto a sangue, straziato con rumori assordanti, riempito di sputi ecc. Egli riusciva a liberarsi da queste aggressioni invocando il nome di Gesù».

Le forme di influenza del demonio, per quanto misteriose, non possono essere interpretate solo come situazioni a sfondo patologico, ma devono ricevere una valutazione teologica nella misura stessa in cui si presentano come in antitesi col progetto di salvezza di Dio sulle sue creature. È quanto asserito dalla nota pastorale del 1997 redatta dalla Conferenza Episcopale Toscana riguardo a magia e influsso demoniaco, che ricorda come «la persona umana, creata a immagine e somiglianza del Creatore e redenta da Cristo, è chiamata alla comunione con Dio e alla partecipazione della sua vita trinitaria; tale è l’evento della grazia battesimale e il dono dello Spirito Santo diffuso nei nostri cuori».

«L’azione di satana, nelle sue diverse espressioni – continua la nota – si contrappone oggettivamente alla vocazione salvifica dell’uomo e alla sua chiamata alla vita di Dio». Per tutti questi motivi la Chiesa non può restare indifferente di fronte a simili casi e si deve sentire autorizzata ad agire avendo ricevuto il «mandato di discernere e di operare per opporsi ad ogni forma di male o di forza maligna che tenti di condurre l’uomo all’errore e si contrapponga alla realizzazione della redenzione di Cristo nella vita dei credenti».

L’evidente difficoltà di individuare i confini tra situazioni psicotiche o di effettivo “intervento” demoniaco non può indurre a sottovalutare la gravità della sofferenza di coloro che si sentono vittime di simili fatti accompagnandoli concretamente verso un rinnovato cammino di fede, liberazione, speranza attraverso l’opera redentrice del Cristo, vincitore sul male e sulla morte stessa.

di Don Aldo Bonaiuto (per Roma Sette)

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