Categorie: Corpus et Salus

La storia di una sopravvissuta all’ebola

Monrovia – A differenza di migliaia di altri casi, Klubo, un’operatrice sanitaria SOS,  ha contratto l’Ebola ed è sopravvissuta. Con un tasso di mortalità del 70%, una diagnosi di Ebola è  una realtà terrificante con cui confrontarsi.

E’ accaduto alla nostra operatrice. Alcune settimane fa, un bambino di cinque anni, con la febbre molto alta, ha cercato aiuto presso il  Centro Medico SOS di Monrovia, in Liberia. Klubo Mulbah, assistente di uno dei medici, si è  occupata del bimbo. “Sono stato chiamata al reparto pediatrico per aiutare un bambino molto malato. Abbiamo cercato di somministrare una flebo ma non abbiamo trovato nessun vena sul  braccio del ragazzo. Poi il bambino ha cominciato a vomitare sangue e dopo qualche ora è morto” – racconta Klubo – “Dopo quell’incidente, mi è venuta la febbre e mi sono subito allontanata da mio marito e dai miei figli. Ho fatto il test ma risultò negativo.

Le mie condizioni di salute  continuavano però ad essere gravi. Dopo qualche giorno ho rifatto il test. Ho scoperto quindi di  avere contratto il virus”. Una diagnosi di Ebola è terrificante. Quelli ricoverati in ospedale hanno  qualche possibilità di sopravvivenza in più, con un tasso di mortalità del 64%. Una volta che un paziente è sospettato di avere contratto l’Ebola presso il Centro Medico SOS, il Ministero della  Salute della Liberia viene contattato e il paziente viene subito trasportato ad una unità  specializzata. Questo è quello che è successo a Klubo, che è stata sottoposta a due settimane di terapia intensiva. Prima di essere trasferita all’unità specializzata, Klubo disse ai sui colleghi: – “Io  sopravviverò. Devo continuare a occuparmi dei miei pazienti”.

La mappa di diffusione dell’ebola

Così è accaduto. Klubo è guarita e ora potrà tornare al Centro Medico SOS. Richard Pichler, CEO  di SOS Villaggi dei Bambini ha così commentato – “Sono stupefatto dalla resistenza e dal coraggio  dimostrati dei nostri colleghi in questi paesi. Stanno facendo un lavoro fenomenale per continuare a fornire cure di qualità ai nostri bambini e per combattere la diffusione del virus. Stiamo assistendo a un numero crescente di bambini senza cure parentali. Gli effetti economici, sociali e psicologici di questa epidemia continuerà per anni e dobbiamo essere preparati al fatto che sempre più bambini saranno orfani. Stiamo concentrando i nostri sforzi a sostenere i bambini che hanno perso o rischiano di perdere le cure familiari. Chiediamo a tutti i governi e alle parti interessate di porre i bambini al centro”. (A cura di Sositalia.it)

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