Il Telegiornale di Canale 5 ha raccolto le testimonianze dei sopravvissuti alla tragedia della Marmolada. Ancora incredulità ed amarezza, lacrime, ma anche aneliti di speranza
Il cameriere del rifugio che sparecchia i tavoli, i quattro amici della ferrata della cresta Ovest che aspettano il quinto che aveva preferito l’ascensione dalla via normale facendo la ferratina.
E tra i testimoni diretti anche chi ammirava il panorama da una terrazza. Si sentono tutti dei miracolati coloro che hanno assistito in diretta alla tragedia della Marmolada, con il seracco di ghiaccio che piomba su almeno 4 cordate di alpinisti. Gli stessi visti partire, incrociati poco prima, con i quali magari si era scambiato anche un saluto. E quel boato, preludio della strage, che rimbomba nel cervello nonostante siano passate ore.
“E’ stato impressionante”, commentano ancora con le lacrime agli occhi, a Il Gazzettino, i turisti sulla terrazza del Rifugio Castiglioni sul passo Fedaia, a Canazei.
“Stavo sparecchiando alcuni tavoli – si aggiunge Oscar Renni, cameriere 22enne del Rifugio Castiglioni. – All’improvviso ho udito un boato. Ho visto tutti che si giravano e abbiamo abbiamo assistito al distacco di quel pezzo nel punto dove si vede blu”.
La trentenne trentina Elisa Dalvit era con gli amici sulla ferrata della cresta Ovest: l’attesa di un quinto del gruppo li ha salvati. “Eravamo poco a valle della vetta di Punta Penia, pronti per affrontare la via normale. All’improvviso abbiamo sentito un rumore mostruoso, si è alzata una nuvola immensa, una massa è scesa a valle con una forza brutale – racconta. – Poi abbiamo visto il punto del distacco: il ghiaccio, in quel punto, era azzurrissimo. Sono una miracolata, la nostra preghiera anche per chi non c’è più e per chi forse sta ancora lottando per vivere”.
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