“Finché l’Europa fa finta di non capire che l’Italia è veramente la porta dell’Europa e guarda da un’altra parte, le cose andranno avanti così, con queste tragedie in mare“. Lo ha detto stamani il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a chi gli chiedeva dell’ultima strage di migranti a Lampedusa.
“È in corso il dramma. La nostra lotta contro i trafficanti continua in modo costante e coordinato. Deve essere fatto di più”: così su Twitter il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos nel rammaricarsi per la morte dei migranti nel Mediterraneo. “Ogni vita perduta è una di troppo”, aggiunge.
The drama is ongoing. Our fight against smugglers continues in a relentless & coordinated way. More has to be done. #Lampedusa— DimitrisAvramopoulos (@Avramopoulos) 9 Febbraio 2015
L’Ue assente di Nello Scavo
Sono morti di freddo. Assiderati dopo diciotto ore in balia di una tempesta polare. Sette sono spirati aspettando i soccorsi, altri 22 hanno esalato l’ultimo respiro a bordo delle motovedette italiane, le uniche a spingersi al largo, mentre i mezzi della missione europea Triton, tenuti sotto costa, non sono stati di alcun aiuto. Altri 29 morti, in maggioranza eritrei. E non si sa quanti siano i dispersi. Si sono salvati in 76, la gran parte subsahariani. Su un gommone gli uomini della Guardia Costiera hanno trovato solo due naufraghi. «Ma è impossibile che fossero partiti da soli», spiegano dalla capitaneria. Intanto un velivolo Atr della Marina lanciava in mare alcune zattere di salvataggio, casomai tra le onde ci fosse qualcuno ancora in grado di mettersi in salvo. Fino a tarda notte, però, nessun altro è stato avvistato.
Sono i trafficanti i colpevoli dello sterminio nel Mediterraneo: oltre tremila morti in poco più di un anno. Ma la strage di ieri, sui cui indaga la procura di Agrigento, ha anche dei responsabili per omissione. «Non riuscirò mai ad abituarmi a queste tragedie. Sono sconvolto. Si poteva evitare. Con la fine di Mare Nostrum siamo tornati a contare i morti in mare». Pietro Bartolo è il direttore sanitario di Lampedusa. È toccato a lui fare la prima ispezione sui 29 cadaveri. «Sarebbe bastato – rincara il dottor Bartolo – che li andassero a prendere con le navi militari e non con i gommoni o le motovedette, in mare aperto, con questo gelo e con questo maltempo». Anche il sindaco dell’isola indica nell’Unione Europea e nella soppressione di Mare Nostrum la responsabilità per queste vite perdute: «Se ci fosse stata Mare Nostrum sarebbero tutti ancora vivi». E invece c’è Triton, il dispositivo dell’Unione europea, che ieri ha mostrato la corda, mettendo a nudo la cattiva coscienza della gran parte dei Paesi Ue. Rispetto a Mare Mostrum, Triton consente costi di gestione inferiori di circa 60 milioni all’anno: solo 2,2 milioni per ciascuno del 27 stati membri. Di «orrore» ha parlato Laura Boldrini. «Persone morte non in un naufragio, ma per il freddo. Queste – ha denunciato il presidente della Camera – le conseguenze del dopo Mare Nostrum».
In balia della burrasca a bordo dei barconi presumibilmente salpati dalla Libia si è lottato per la vita. Uno dei sette profughi deceduti prima dei soccorsi, è stato rinvenuto con il cranio fracassato. Il cadavere è stato sistemato alla banchina del molo Favaloro a Lampedusa, insieme con gli altri 28 corpi. Non si esclude che l’uomo possa essere stato colpito dagli altri migranti nel tentativo di accedere nel gavone, già assiepato, per trovare riparo quando la pioggia si è fatta insistente e la temperatura era di zero gradi.
«Sono morti in una maniera indegna per un essere umano », ha detto a Radio Vaticana l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro. «Qui ci sono esseri umani che continuano a bussare alle porte perché continuano a chiedere di vivere – ha aggiunto il presule che il 14 febbraio riceverà la porpora cardinalizia – e un’operazione europea che si limiti soltanto a salvaguardare i confini credo che non otterrà grandi risultati».
Onde alte 8 metri, maestrale con mare forza 7. Un inferno d’acqua gelata che ha messo a dura prova 4 motovedette , ciascuna con a bordo un medico e un infermiere. «La Guardia costiera sta facendo il proprio lavoro oltre ogni limite, in condizioni meteo proibitive. Ma come diciamo da tempo, i mezzi messi in campo da Triton non sono sufficienti». Carlotta Sami, portavoce dell’Acnur, lo ripete da mesi: «È una tragedia, ma purtroppo ce ne aspettiamo delle altre». Alcune fonti parlano di almeno altri due barconi salpati ma di cui non si ha notizia.
«Li abbiamo fatti morire di freddo nel nostro Mare Mediterraneo », è l’accusa di monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes. «Una vergogna – ha esclamato – che l’Europa avrebbe potuto risparmiarsi se non si avesse abbandonato con troppa superficialità l’operazione Mare Nostrum».
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire