Categorie: Pax et Justitia

Strage di Tunisi, italiani tra le vittime I morti sono 22, 4 italiani. l’Is rivendica

Ci sono anche 4 italiani tra le 22 vittime (la maggior parte stranieri e 2 tunisini di cui un poliziotto) della strage di stamani al Museo del Bardo di Tunisi. Lo ha detto in diretta tv il premier Habib Essid. Tra gli stranieri, ha precisato, ci sono italiani, tedeschi, polacchi e spagnoli. Irreperibili 4 torinesi. La tv di Stato parla di 50 feriti.

Il blitz. Si è concluso attorno alle 15 (ora italiana) il blitz delle forze speciali tunisine che ha portato alla liberazione di una cinquantina di turisti tenuti in ostaggio da terroristi nel Museo del Bardo a Tunisi. Un poliziotto e due terroristi sono rimasti uccisi nell’operazione. Per la strage di stamani al Museo, i media locali parlano di una rivendicazione dell’Is. 

Testimone: fallito attacco al parlamento. Secondo il racconto di un agente della sicurezza del parlamento, due uomini travestiti da soldati e armati di kalashnikov avrebbero cercato di infiltrarsi all’interno dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo, il parlamento tunuisino, ma sono stati bloccati dalle guardie della sicurezza. L’attacco è avvenuto mentre in aula era presente per un’audizione il ministro della Giustizia, Mohammed Salah Ben Aissa. Costretti a riparare nel vicino Museo di Bardo, i miliziani hanno avuto diversi scontri a fuoco con le forze di sicurezza. Si sono poi asserragliati nelle sale prendendo in ostaggio decine di turisti. I due terroristi “potrebbero avere avuto il sostegno di 2-3 elementi”, ha poi spiegato il premier.

Gli edifici del Parlamento e del Museo non sono molto distanti tra loro. Stamani al museo del Bardo, il più antico del mondo arabo, sono entrati circa 200 visitatori. Lo scorso anno il Bardo era stata visitato da 250.000 italiani.

Italiani in crociera: «Aiuto, sparano». Stamani era attracccata nel porto di Tunisi una nave della Costa Crociere, la Costa Fascinosa, con a bordo 3.161 passeggeri tra i quali numerosi italiani. Tra loro, almeno 31 dipendenti del Comune di Torino. Carolina Bottari, 54 anni, impiegata presso l’ufficio Patrimonio dell’amministrazione comunale, ha lanciato l’allarme via telefono: “Qui stanno sparando a tutti, vi prego aiutateci”. Ha raccontato in diretta alle agenzie: “Eravamo una comitiva di una cinquantina di persone. Qui nella stanza siamo in sei italiani, di là nello stanzone sono molti di più. Due persone sono morte. Altre tre sono rimaste ferite”. “È arrivata la polizia, sentiamo il suono delle ambulanze”, ha poi detto con la voce rotta dal pianto.

Anche la Msc Crociere ha confermato che la sua nave MSC Splendida ha fatto sosta nel porto di La Goulette, a Tunisi, e che alcuni suoi ospiti hanno partecipato a escursioni a terra, tra cui quelle al Bardo.

Entrambe le compagnie hanno fatto rientrare i tour organizzati e richiamato a bordo i passeggeri. E sono in costante contatto con le autorità.

Timore per 4 torinesi. “Continuiamo ad aspettare con angoscia di avere notizie certe. Siamo riusciti a parlare, al telefono, con due dei 6 dipendenti comunali che erano tra gli ostaggi, ma con gli altri quattro non siamo finora riusciti a metterci in contatto”. Così il sindaco di Torino, Piero Fassino, a Sky.

Il premier: nessuna pietà. “La guerra al terrorismo sarà lunga” e noi “siamo pronti e in grado di difendere la nostra Nazione”. “Non avremo nessuna pietà verso chi minaccia il Paese”. Lo ha detto il premier tunisino Habib Essid, al termine della riunione dell’unità di crisi del governo incaricata di monitorare la situazione della sicurezza nel Paese. “Dispiace che molti siano invidiosi dei risultati che ha raggiunto la Tunisia in questa fase di transizione”, ha aggiunto.

Le immagini su Twitter. Alcuni turisti presenti al Bardo hanno inviato via Twitter fotografie che testimoniano in diretta l’accaduto: ci sono anche bambini. Alcune immagini potrebbero ritrarre addirittura i sequestratori.

Sarà anche inevitabile in una società sempre connessa attraverso agli smartphone, ma fa effetto vedere su twitter le foto dei turisti presi in ostaggio a Tunisi, pochi minuti dopo l’attacco.

È il nuovo sistema mediatico, sempre più veloce e capace di arrivare (quasi) ovunque in pochi minuti.

Certo, ma mentre guardi le facce degli ostaggi – tutto sommato tranquille, vista la situazione che tranquilla non è – ti vengono in mente i parenti e gli amici di quelli che per te sono volti senza nome, ma che per altri sono madri, padri, fratelli, sorelle, amici, nipoti.

È giusto pubblicarle?

Probabilmente sì, visto che sarebbero (il condizionale è d’obbligo in momenti così confusi) stati gli stessi ostaggi a farle e tweettarle. Eppure, quando tutto sarà più tranquillo, dovremo farci delle domande in merito. E non solo perché in quegli scatti appaiono anche bambini (i cui volti abbiamo oscurato nello scatto che proponiamo).

A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire

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