Nessun lancio la scorsa notte di missili palestinesi da Gaza sul territorio israeliano dopo la cinquantina della giornata di ieri, fin da prima della scadenza del cessate il fuoco, con il bilancio di quattro civili feriti e la distruzione di due case nella città di Sderot; e d’altra parte la ripresa per rappresaglia dei raid aerei israeliani – che ha interessato una dozzina di obiettivi dei miliziani di Gaza – ha provocato nuove vittime, cinque morti fra cui una bambina, e 31 feriti.
Insomma è svanita l’illusione di un prolungamento del cessate il fuoco, al quale tuttavia tendono al Cairo le trattative indirette fra le parti. Per superare la fase di stallo, che conduca anche ad un’intesa, preme l’amareggiato segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Analoga speranza è stata espressa dal Dipartimento di Stato americano che ha anche denunciato la responsabilità di Hamas – per una situazione giunta “al collasso” – e per essersi irrigidito su richieste “massimaliste”.
Il maggiore contrasto verte sul disarmo dei miliziani di Hamas, della Jihad e di altri gruppi. Il capo della delegazione palestinese nel ribadirne la “impossibilità”, fa sapere che intende rimanere al Cairo fino al raggiungimento di “un accordo che assicuri i diritti del popolo palestinese”. La delegazione israeliana replica che non si può trattare in assenza del cessate il fuoco. Nel frattempo i comandi militari ebraici hanno emanato nuove direttive alla popolazione civile per fronteggiare gli attacchi missilistici.
Ieri è stata una giornata calda anche in Cisgiordania: al termine delle preghiere del venerdì nelle moschee, giovani musulmani hanno inscenato in località piccole e grandi violente dimostrazioni di solidarietà per Gaza e di protesta contro Israele, con il bilancio di due morti rispettivamente a Hebron e a Ramallah e di numerosi feriti, anche a Betlemme. Feriti pure tre poliziotti israeliani.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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