Ethica et Oeconomia

Sulla Via Francigena, crescono i pellegrinaggi

Cresce, sempre più, in Italia il fenomeno del pellegrinaggio fra percorsi naturalistici che disegnano la bellezza di un Paese che non ha mai smesso di raccontarsi. Ottomila chilometri di vie che si intersecano fra loro, dalla Puglia alla Valle d’Aosta, dall’alto Brennero fino alla città di Roma.

Sulla scia del rinomato percorso spagnolo “il Cammino di Santiago”, dove quest’anno sono previsti 300 mila pellegrini, l’Italia si prepara ad accogliere centinaia di “camminatori”, provenienti da tutto il mondo, che riscopriranno il valore di un cammino che sin dal Medioevo conduce alla tomba di San Pietro. Tra le tappe più ambite la Francigena detiene, con i suoi 1.015 km, la leadership dei percorsi più frequentati e gode oggi del titolo di Itinerario culturale europeo. Michele Ungolo ha intervistato la scrittrice Roberta Ferraris, esperta di questo itineriario e autrice di alcune guide che aiutano il pellegrino ad affrontare al meglio il percorso sulla via Francigena:

R. – Una guida era necessaria. Forse una guida ufficiale arriva addirittura anche un po’ tardi, visto che il percorso c’è da molti anni. È proprio qualcosa che mancava per chi cammina e per il pellegrino. Era giunto il tempo.


D. – La Via Francigena da percorrere in bicicletta o a piedi …
R. – La guida per la bicicletta c’era già da qualche tempo. L’avevo scritta nel 2010. I percorsi sono leggermente diversi; il percorso ciclabile evita tutte le parti di sentiero, scalette, per fare in modo che il ciclista non debba dover scendere dalla bici. Quindi, i percorsi sono leggermente diversi, ma le tappe sono le stesse, si toccano le stesse località.
D. – Quanto può durare un percorso a piedi o in bicicletta?
R. – La Via Francigena a piedi ha mediamente delle tappe anche abbastanza lunghe; ci sono alcune tappe di 30 km e forse qualcosa si più. Sono tappe decisamente lunghe; questo è dovuto al fatto che non ovunque c’è ancora una recettività capillare. L’ideale sarebbe che ci fossero, ma chiaramente ci si arriverà con il tempo ad avere strutture ricettive ogni 15 km circa. Questo consentirebbe veramente a tutti di fare la Francigena, perché 15 km sono veramente alla portata di tutti, si fanno nell’arco di una giornata camminando 4 o 5 ore, forse 6 se si va piano. In questo momento alcune tappe sono un po’ più impegnative. È chiaro che con l’allenamento si arriva a farle. Per quanto riguarda il pellegrinaggio in bicicletta, ho studiato un percorso in cui si facevano tappe di 40-50 km, non più di 60, anche se un ciclista allenato riesce a fare anche il doppio. In questo modo, però, non vede niente.
D. – Uno dei pellegrinaggi più conosciuti è sicuramente il Cammino di Santiago, la cui meta di arrivo, Santiago di Compostela, registra un forte numero di camminatori. Può verificarsi anche in Italia questo fenomeno di massa?
R. – Personalmente penso di no per diversi motivi. La Via Francigena è un pochino più impegnativa dal punto di vista dei dislivelli; è un po’ più cara perché ancora non si è dotata di quella recettività più spartana; non ha percorsi diversi: in Italia sono molto più articolati, c’è una maggiore diversità di paesaggio e c’è molta più urbanizzazione. Francamente non so se la Via Francigena possa competere in termini di numeri con il Cammino di Santiago. Il bello della Via Francigena è anche questo: i numeri ancora limitati ma crescenti, consentono di apprezzare la solitudine, i paesaggi vuoti, il cammino di un giorno senza incontrare nessuno.

D. – Per vivere un’esperienza più intensa è preferibile affrontare il viaggio da soli?
R. – Diciamo che la Via Francigena è uno di quei viaggi a piedi, che si può tranquillamente fare da soli. Chi vuole mettersi alla prova, mettersi in cammino e dare uno stacco alla vita quotidiana, alla routine, può farlo da solo perché il percorso è segnato. Adesso esiste anche una guida affidabile e poi perché in qualche modo è un ambito protetto, in quanto il pellegrino viene riconosciuto come tale, praticamente da tutti. Già da qualche anno quando si incontra qualcuno nei paesi, si riesce subito ad indentificarli come pellegrini e questo porta a buoni rapporti con le persone che si incontrano. La Via Francigena non è un posto pericoloso.




D. – Quali sono i consigli per chi vuole intraprendere questo cammino?
R. – Innanzi tutto allenarsi un po’, ma questo solamente per non avere il trauma nei primi giorni con l’acido lattico nei muscoli e avere energie e la forza poi di contemplare, di vedere le cose, di vivere il percorso in serenità e non con i problemi fisici. È necessario fare uno zaino molto leggero. Bisogna veramente lasciare a casa il superfluo. Infatti, il viaggio a piedi sembra un esercizio in cui si rinuncia al superfluo e si scopre quante sono le cose superflue: sono davvero tante …
D. – Il governo ha deciso di stanziare 60 milioni per migliorare la rete stradale …
R. – Il lavoro che va fatto e che in parte è già stato fatto in molti tratti, è quello della messa in sicurezza. Dove la via incontra la strada asfaltata – capita molto di frequente, perché spesso si arriva nelle città – sono utili attraversamenti pedonali e piste ciclopedonali protette dove si attraversano strade frequentate anche dalle automobili. La sicurezza del pellegrino deve essere la cosa a cui si pensa di più.



Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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